Ero ad
Alassio, per una passeggiata nel
'budello' e un gelato sul lungomare, come capita tutte le volte che
passo un pomeriggio nella cittadina in provincia di Savona. Poi non
so cosa sia stato, un po' le tante foto di
Laigueglia viste su
Instagram, un po' la curiosità per andare finalmente sull'altro lato
del piccolo golfo di Alassio, un po' la luce del sole avviato verso
il tramonto, che metteva in evidenza i campanili della
chiesa di San
Matteo, mai notati fino ad allora. Così ho deciso di andare verso
Laigueglia, camminando
sul lungomare che unisce le due cittadine. E
non potevo prendere
decisione migliore.
Se siete ad Alassio o a
Laigueglia, non esitate a raggiungere l'altra località, con questa
bella passeggiata di
poco meno di mezz'ora. La spiaggia sempre più
sottile, mano a mano che ci si avvicina a Laigueglia; i bei villini
di inizio Novecento, un po' liberty e un po' inglesi, come ultimo
saluto dell'eleganza di Alassio; i pini mediterranei che fanno ombra; la macchia mediterranea delle montagne incombenti; il mare splendido,
con le sue onde lunghe; l'isola di Gallinara, di cui finalmente si
vede la 'coda'; la costa ligure, che lascia intravedere Capo Mele,
che separa Alassio da Albenga, e, ancora più verso Levante, il capo
di Finale Ligure. Se siete fortunati, si intravede anche
la Riviera
di Levante, a chiudere l'orizzonte. La passeggiata
è davvero
piacevole, tra turisti stranieri, runner che non mancano
mai, locali che sanno di estate. Poi si arriva a Laigueglia, con la
chiesa di San Matteo che si avvicina sempre di più e si rimane
incantati dal fascino ligure di questo piccolo borgo di pescatori.
La passeggiata termina davanti alla
torre saracena e si infila
nelle piazzette davanti al mare, che ricordano un po'
Boccadasse,
grazie alle commistioni tra città e porto, profumi di focaccia e
imbarcazioni di legno, coperte da teli a vivaci righe bianche e
turchesi. L'incanto di Laigueglia è iniziato lì,
quasi
all'imbrunire, con i
turisti seduti sul muretto, i
pescatori che
controllavano le loro barche, le piazzette aperte sul mare, ma pronte
ad
attirare verso i caruggi dell'interno. Il più lungo corre
parallelo alla costa e alla via Aurelia, che è come una via Emilia
di tutto il Ponente ligure. Le case hanno
colori vivacissimi, su
tutti i toni dell'arancione rosseggiante e il giallo solare, i
negozi puntano
su cibo e artigianato, i tanti locali promettono
aperitivi e cene con i prodotti tipici.
Di tanto in tanto, dalle
piazzette, fa capolino
la chiesa di San Matteo, che si erge solitaria
a dominare sia la via Aurelia che l'intero borgo: ha una facciata
visibilmente barocca, due campanili asimmetrici, chiusi da
cupolette in maiolica e diversamente
orientati (uno è anche più alto dell'altro), le croci hanno
le
direzioni dei principali venti di Laigueglia, il maestrale e il libeccio, perché
siamo sempre in un borgo di pescatori. Quando sono arrivata io era
chiusa, per cui non ho potuto visitare l'interno, ma dalla strada su
cui si affaccia, poco sopra la stazione ferroviaria, c'è l'ennesima
vista imperdibile su Laigueglia, sulla
baia, sulla Gallinara. L'interno dev'essere altrettanto
prezioso, al leggere le descrizioni: conserva
numerosi capolavori dell'arte ligure, in particolare genovesi, acquistati grazie alle donazioni dei piccoli armatori, quando furono messi all'asta, dopo la chiusura di alcune chiese genovesi imposta dalle
leggi napoleoniche. Tra questi,
l'Assunta di Bernardo Strozzi, la
Pentecoste di Castello Castellino e diversi quadri di
scuola genovese del Seicento. Insomma, se si trova la chiesa aperta, la visita all'interno è doverosa.
Sono stata a Laigueglia per poco più di un
paio d'ore, in
un pomeriggio di fine agosto, quando l'aria ha già
i
colori del primo autunno, quanto i turisti sono già al termine delle
loro vacanze, quando ci sono insieme
la malinconia del declino
dell'estate e l'euforia delle promesse del nuovo inizio. Passare
poche ore in questo borgo di mare, diventato meta di
eleganti vacanze
torinesi e milanesi, in questo momento così strano dell'estate, è
stato
affascinante. Ero così impreparata alla visita che non sapevo
neanche quando ci sarebbe stato l'ultimo bus per tornare ad Alassio
(tranquilli, se non avete l'auto, potete cenare tranquillamente in
uno dei tanti locali davanti al mare di Laigueglia). Così mi sono
fermata
nella piazza del Bastione, mi sono seduta sul muretto e goduta
una focaccia ligure
acquistata al volo nella focacceria Tuchetin (1 euro a porzione) sulla piazzetta, guardando i movimenti di turisti, pescatori e bagnanti, e poi, in tutta tranquillità sono tornata
verso Alassio.
Godendomi
tutti i colori del mare al tramonto, ricordando Dante, la
sua
ora che volge il disio e
chi me lo citava sempre, quando la
distesa azzurra diventava madreperlacea e suscitava questa
dolce
malinconia che fa bene al cuore. E con una certezza: la prossima
volta che andrò al mare, ci sarà
una giornata tutta per Laigueglia.
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