Arrivando da Sud, il
Castello di
Moncalieri avverte il viaggiatore dell'imminenza dell'arrivo a
Torino. Si trova
su un'altura che domina l'ansa con cui il Po si
infila poi ai piedi delle colline torinesi, per entrare in città: lo
si vede da lontano, arrivando sia in auto che in treno, e,
nell'ambito di quel
controllo del territorio caro ai Savoia, nelle
giornate più chiare è visibile dal Castello di Rivoli (TO) e,
addirittura, dalle torri del Castello di Racconigi (CN).
È entrato
nella storia per il
Trattato di Moncalieri, firmato nel XV secolo, e
per il
Proclama di Moncalieri, con cui il giovane re
Vittorio
Emanuele II, appena salito al trono dopo la sconfitta di Novara,
durante la Prima Guerra d'Indipendenza, chiedeva ai piemontesi e ai
sardi di votare una maggioranza che avesse permesso
la firma della
pace con l'Impero austro-ungarico. Ma, nonostante queste premesse
storiche, il Castello di Moncalieri è
una residenza soprattutto
femminile: fu prediletto dal duca Emanuele Filiberto, da re Vittorio
Amedeo II, che qui fu trattenuto in prigionia dopo aver tentato di
riprendersi il trono, dopo aver abdicato, da Vittorio Emanuele II,
che vi trascorse lunghi periodi con la moglie Maria Adelaide, ma
furono le regine e le principesse a trasformarlo in quello che è
oggi. In particolare,
la stessa regina Maria Adelaide, principessa
d'Asburgo Lorena,
la figlia Maria Clotilde, che fu data in sposa a
Gerolamo Bonaparte, e la di lei figlia
Maria Letizia Bonaparte,
che fu una delle principesse più libere che i Savoia potessero
immaginare.
La storia del Castello è
lunga e intensa, con
altrettante, prevedibili, trasformazioni. Oggi si presenta con una
forma a U e quattro torrioni angolari, nella facciata centrale ci
sono anche due piccole torri cilindriche centrali, risalenti alla
struttura quattrocentesca, alle sue spalle ci sono un
Giardino
all'inglese e un
Parco che il Comune di Moncalieri intende
valorizzare, aprendoli al pubblico anche con progetti didattici e di
intrattenimento. Il Castello è sede di una
Caserma dei Carabinieri
e, il fatto che come Residenza Reale sia
Patrimonio dell'Umanità
dell'UNESCO e che i Carabinieri intendano farne conoscere
il valore
artistico e storico, fa sì che sia
aperto al pubblico nei weekend.
Di qui il consiglio e l'articolo: ho visitato questa magnifica Dimora
Sabauda qualche settimana fa, grazie
a un invito di Turismo Torino e
del Comune di Moncalieri, non avevo aspettative particolari e ne sono
rimasta affascinata; se potete, approfittate di una mezza giornata di
un fine settimana e
andate a Moncalieri (è raggiungibile anche con
tutte le principali linee del
Sistema Ferroviario Metropolitano e
dalla Stazione al Castello sono circa 15 minuti di passeggiata, anche
nel delizioso centro storico della città). Non perdetevi la vista
sulla città, sulla grande pianura e sulle Alpi dal giardino
dell'ingresso, è un bel modo di predisporsi ad ammirare le sale
interne.
Un Castello soprattutto di donne, si diceva, e infatti
la visita inizia dall'appartamento di
Maria Letizia, che a Moncalieri
visse buona parte della sua vita, prima da ragazza, con la madre Maria
Clotilde e i suoi fratelli, dopo da vedova di suo zio, il
duca Amedeo d'Aosta, con il
figlio e finalmente libera nei suoi amori a volte improbabili. Nel
suo appartamento, gli arredi originali e il gusto ottocentesco,
più
borghese che aristocratico, in particolare i salottini, raffinati e
deliziosi, con la carta da parati dell'epoca e i mobili appositamente
realizzati o acquistati, tra Settecento e Ottocento, tra Torino e
Parigi, le due città della vita della principessa. Già nelle sale
di Maria Letizia si nota una delle caratteristiche che più mi hanno
colpito nel Castello: la raffinatezza dei soffitti dipinti, ora con
motivi decorativi, in cui non mancano i simboli sabaudi, ora con
scene mitologiche. Sono parte essenziale del fascino della Dimora.
Al piano superiore, gli appartamenti della madre di Maria
Letizia, la principessa
Maria Clotilde, figlia prediletta di Vittorio
Emanuele II, data in sposa a Girolamo Bonaparte per sancire
l'alleanza tra il Regno di Sardegna e la Francia in vista delle
Guerre d'Indipendenza.
Non potevano essere più diverse, madre e
figlia. Tanto Maria Letizia era vivace, libera e indipendente, tanto
Maria Clotilde era religiosa, silenziosa e seria: eppure vissero
insieme per buona parte della loro vita. Nei loro appartamenti, però,
non si notano le differenze caratteriali. Anche Clotilde si muoveva
in
sale eleganti e raffinate, si fece addirittura costruire un
ascensore per salire al proprio appartamento, uno dei primi ascensori
privati costruiti in Piemonte, quando l'età e gli acciacchi non le
consentirono più di salire agevolmente le scale; fece anche
sostituire i camini dalle ampie
stufe, provenienti da
Castellamonte (siamo in un periodo storico affascinante, in cui arrivano le
comodità che hanno poi caratterizzato il Novecento, dal
riscaldamento alla luce elettrica). La sua camera da letto, tutta
giocata
sui toni del verde, è dotata anche dei necessari spazi per la
toilette e di inginocchiatoio per le sue preghiere: sembra, a volte,
di violare la sua vita privata, tanto tutto è stato lasciato come
era.
L'
appartamento di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide è
un susseguirsi di stanze di gusto solenne, mi è entrato
nel cuore
il salotto della regina, con tavolini per il gioco, magnifici servizi di
porcellana, salottini per le conversazioni: un mondo al femminile,
appartato e sofisticato, in cui la politica e l'attualità entravano
con chissà quali filtri. Per accedere all'appartamento dei sovrani,
un grande scalone che fa pensare ad analoghi ingressi barocchi, a
Torino. Le sale in cui vissero Vittorio Emanuele e la sua regina sono
stati devastati da un incendio, nel 2008, e offrono
un'interessante
chiave di lettura dei restauri conservativi possibili.
Alcuni ambienti portano infatti i segni
dell'incendio e il restauro non ha previsto tanto una loro
ricostruzione, oltre alla messa in sicurezza, quanto
l'uso del
Barrisol, un materiale con cui è stata realizzata la
serie di
pannelli trasparenti su cui sono state
riprodotte le decorazioni
perdute; un
suggestivo gioco di luci permette di apprezzare ora le
pareti distrutte dagli incendi ora le decorazioni perse. L'incendio
ha fatto crollare le volte, ma, nella devastazione, la fortuna: i
calcinacci hanno
salvato molte pavimentazioni; danni non solo dal
fuoco, ma anche dall'acqua, che ha rovinato tessuti. Le sale
visitabili permettono di ricostruire
la vita dei sovrani lontani
dalla Corte: questo era il regno di Maria Adelaide, regina
silenziosa, ma anche intelligente e determinata, madre amorevole per
i suoi figli, che la persero giovanissimi (aveva solo 36 anni quando
morì, dopo l'ottavo parto), e sposa paziente di un marito infedele e
un po' rozzo, per la sua educazione di principessa asburgica. Forse è
l'unica residenza sabauda in cui la presenza dell'ultima Regina di
Sardegna è visibile e dà un'impronta personale alle sale.
Oltre
agli appartamenti di regine e principesse, si visitano anche
gli
spazi di servizio: i guardaroba in cui si conservavano tessuti e i
vestiti, le stanze in cui dormiva la servitù, anche in letti
nascosti in armadi, per essere pronta a eventuali necessità dei
padroni di casa. Una bella occasione per conoscere
il Downtown Abbey
dei nostri Castelli (che potrebbe essere anche un'idea di
possibili
itinerari di visite guidate: non solo come vivevano i sovrani, ma
anche
dove si muoveva la servitù, per non essere vista, e quale
stile di vita poteva avere).
La visita termina
nella Cappella
Reale, ancora oggi utilizzata dai Carabinieri. E
diversi sono i pensieri
all'uscita: in primavera, quando fiorirà il
Giardino delle Rose,
bisogna tornare! Ma
quanti sono i tesori artistici che custodiamo
alle porte di Torino e che neanche noi torinesi conosciamo? Ma quanto sarebbe
tutto più bello e più apprezzabile se gli scuri fossero aperti e le grandi sale fossero illuminate dalla luce naturale? Speriamo possa succedere presto! In una
giornata libera,
Moncalieri merita una visita, tra Castello e
grazioso centro storico di sapore un po' medievale (al sabato c'è
anche il mercatino). Se ne riparlerà.
Il
Castello di Moncalieri
è aperto al pubblico il venerdì, sabato e domenica dalle ore 10
alle ore 18. Le
visite sono solo guidate e a prenotazione
obbligatoria al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude (tel 011
4992333); l'ingresso è gratuito,
la visita guidata costa 7 euro,
gratuita per gli under 12. Tutte le info su
polomusealepiemonte.beniculturali.it.
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