Il progetto dello studio emiliano
Iotti + Pavarani Architetti ha vinto il concorso internazionale bandito dall'
Agenzia del Demanio e programmato dalla
Fondazione per l'architettura / Torino per trasformare la
caserma
Amione di Torino in una
cittadella della Pubblica Amministrazione. I
vincitori, proclamati al Castello del Valentino sei mesi dopo il
lancio del bando, hanno ottenuto un premio da 101.640 euro e
cambieranno l'immagine dell'intero isolato, delimitato da piazza
Rivoli, corso Lecce, via Rosolino Pilo, via Brione e corso Francia.
Il complesso militare è stato costruito
nel 1906, in stile
art
nouveau per ospitare la
Società Cerano Automobili Torino: la sua
successiva espansione verso l'intero isolato è stata dovuto
all'ampliamento dell'attività industriale (chi l'avrebbe detto, che
la caserma era stata una fabbrica?). Poi, una volta dismessa
l'attività industriale, la trasformazione in caserma.
E adesso,
lasciata anche la vocazione militare, l'intero complesso è stato
identificato come spazio per le attività del Comune, un
Federal
Building Torino, come lo ha chiamato il bando di concorso, in cui
trasferire
oltre duemila funzionari, adesso impiegati in uffici in
affitto sparsi nel territorio comunale, con un risparmio complessivo
di ben
8 milioni di euro all'anno. Il progetto vincitore lascia in
piedi
solo l'edificio storico dell'ex SCAT, affacciato su piazza
Rivoli e su corso Francia, tutelato dalla Soprintendenza, e
reinventa
l'isolato e il suo rapporto con il quartiere. Lungo il perimetro,
nuovi edifici per gli uffici riprendono
il ritmo delle lesene
dell'antica caserma e lo rileggono in modo più trasparente, con un
dialogo tra architettura novecentesca e contemporanea
piuttosto interessante, dato che vengono rispettati e ripresi
allineamenti e altezze dell'esistente.
La vera sorpresa del progetto,
però, è
la piazza interna dell'isolato, che apre
nuovi percorsi nel quartiere e che, in qualche modo, avvicina i
torinesi agli uffici del Comune. La piazza è
sistemata a verde, con
aiuole e alberi a fusto presenti anche negli altri parchi e
giardini torinesi, compreso il vicinissimo
Parco della Tesoriera.
All'interno della piazza, un sistema di
ampie gradinate, tutte a
verde, porta verso
una sorta di piattaforma, che distribuisce i
percorsi verso gli uffici aperti al pubblico. Il progetto sembra
dialogare con la città, un po' rispettandone il contesto, un po'
contestando l'idea dell'isolato chiuso su se stesso, come usa fare da
qualche tempo l'architettura contemporanea; il giardino interno apre tanti dialoghi possibili, tra passato e
presente, tra i cittadini e le loro istituzioni.
Il progetto di
Iotti + Pavarani, che conta anche sulla collaborazione di
F&M
Ingegneria S.P.A. e
F&M Divisione Impianti S.R.L., è stato
scelto in una cinquina finale, risultata dalla selezione dei
25
progetti partecipanti alla prima fase; la
giuria del concorso è
stata composta dall'architetto
Giacomo Leonardi, esperto in
pianificazione e progettazione urbana, dall'architetta
Luisa Papotti
del MiBAC, esperta in storia dell'architettura e dell'urbanistica,
dall'ingegnere
Carmelo Maricchiolo, esperto in progettazione
energetico-ambientale, dall'architetta
Guendalina Salimei, indicata
dall'Ordine degli Architetti di Torino, esperta in progettazione
paesaggistica, e da un rappresentante dell'Agenzia del Demanio,
l'ingegnere
Dario Di Girolamo della Direzione Regionale Veneto, in
qualità di presidente.
Le immagini, dalla Fondazione per
l'Architettura / Torino, che ha organizzato il bando di concorso di
idee.
Commenti
Posta un commento