Quando vado alla
Reggia di Venaria
Reale, ci sono due visite immancabili, abbia o meno tempo: la
Galleria Grande, splendida sotto qualunque luce, per respirare il
senso del barocco e della sua
maraviglia, e il
Bucintoro, nelle
Scuderie Juvarriane. Come sanno già i lettori più fedeli di Rotta
su Torino, e tutti coloro che hanno visitato la Reggia, il Bucintoro
è
l'unica peota del Settecento, imbarcazione veneziana da parata,
arrivata fino a noi.
Non ce ne sono altre al mondo.
L'allestimento
alla Venaria Reale permette di ammirarne
la forza e la sfarzosità,
sottolineando la
maraviglia che doveva suscitare tra i sudditi che lo
vedevano passare dalle rive del Po. Il Bucintoro era infatti
un'imbarcazione che i sovrani utilizzavano per le loro
feste sul
fiume, per farsi vedere
in tutto lo splendore del proprio potere, e
per vedere da una prospettiva insolita la loro capitale. Fu costruito
a
Venezia, per volere di
Vittorio Amedeo II, tra il 1729 e il 1731.
Il
2 agosto 1731, l'imbarcazione lasciò per sempre Venezia e iniziò
la risalita del Po da Chioggia, per arrivare a Torino. Lo
accompagnavano due piccole imbarcazioni, una
burchiella, che serviva
per il trasporto degli arredi interni, e una
gondola, che era una
sorta di tender della peota. "Il comando del convoglio è
affidato al veneziano
Antonio Corrin e con lui sono il frate
agostiniano
Antonio Brunello, responsabile del viaggio, un
carpentiere e quattro barcaioli" scrive uno dei pannelli
informativi della Reggia di Venaria.
Il viaggio è
tutt'altro che
agevole: non solo il piccolo convoglio deve rispondere alle dogane e
ai
controlli degli Stati rivieraschi, che richiedono persino
ispezioni a bordo, come succede a Brescello, nel nome del Duca di
Modena, ma
naviga controcorrente, con tutte le difficoltà e
implicazioni immaginabili. "La risalita del fiume prevede
l'ingaggio degli alzaroli, compagnie di conduttori di cavalli e buoi
che garantiscono
il traino delle imbarcazioni lungo gli argini
rialzati (alzaie) del fiume e dei canali, con cavi fissati alla
sommità dell'albero delle imbarcazioni e l'aiuto di remi, e rampini"
prosegue ancora il pannello alla Venaria Reale.
Per ordine dei Savoia, il Bucintoro e il suo seguito
viaggiano solo di giorno, si
fermano sulle rive di notte e l'equipaggio
dorme a bordo. Il 13
agosto 1731 arrivano a
Cremona, il 14 sono alla
confluenza con il
Ticino, qui la
burchiella viene venduta e il suo carico trasferito su
due imbarcazioni più piccole e più agili, mentre il frate Brunello
ne approfitta per raggiungere
Pavia con il Bucintoro e visitare la
tomba di Sant'Agostino, protettore del suo Ordine. Ormai
in vista
della frontiera del Regno di Sardegna, il drappello continua il suo
viaggio, servendosi soprattutto del traino dei buoi, e il 28 agosto è
finalmente a
Frassinetto, il porto di Casale Monferrato. In
territorio amico, gli uomini del Bucintoro possono
dormire
in letti messi a disposizione dagli uomini dei Savoia e il
2
settembre, superate altre difficoltà legate alla conformazione del
letto del Po tra Casale e Torino, entrano nella capitale del Regno.
La consegna avviene al
Castello del Valentino, dove è stata
predisposta un'apposita tettoia.
Lasciata la splendida peota, lungo il percorso espositivo preparato dalla Reggia di Venaria, non
perdete le
belle stampe d'epoca che ricostruiscono il viaggio da Venezia, con la meraviglia che suscitava
il suo passaggio e
le fatiche degli uomini che lo trasportavano. Dietro a tanta
magnificenza, c'è sempre
il duro lavoro di chi non passa alla Storia.
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