Un bell'appartamento in un
edificio
degli anni 30, nella Torino intorno a piazza Rivoli. L'impianto è
quello classico dell'epoca:
corridoio centrale e stanze distribuite
sui lati lunghi. "La differenza è che qui il corridoio era
piuttosto ampio e andava utilizzato in modo diverso" racconta
Francesca Diano, l'architetta che ha curato la ristrutturazione. Una
ristrutturazione che non ha abbattuto molte pareti e che però ha
trasformato completamente gli interni,
grazie alla luce, all'ampio
uso di nuovi assi visuali, e alla nuova interpretazione del
corridoio. Ma prima di raccontare questa trasformazione una premessa:
l'appartamento appartiene a una giovane professionista che
vi aveva
abitato da bambina: "Per lei c'erano i
ricordi familiari, la
voglia di tornare a viverlo e di non perdere completamente la memoria
di come era e, allo stesso tempo, il desiderio di
adeguarlo alle sue
esigenze. Lei è una persona che ama molto cucinare e organizzare
cene con gli amici, è dinamica, aveva anche molti mobili familiari
che potevano essere riutilizzati" spiega l'architetta.
Così, il
nuovo equilibrio si basa su
una trovata geniale, che caratterizza poi l'intera composizione
dell'appartamento: sono state abbattute le pareti della camera che
chiudeva il corridoio, in modo da lasciarlo aperto e creare nuovi
assi visuali. Dall'ingresso,
lo sguardo viene infatti catturato dal
tavolo rotondo e dalla luce al fondo del corridoio: non solo dalla
finestra in asse, ma anche quella proveniente dai lati, che fa
immaginare gli altri spazi. Il tavolo "è
simbolo di
convivialità e di ospitalità e, inondato dalla luce proveniente da
questa finestra, prima nascosta, fa immaginare l'esistenza di un
qualcosa oltre il nostro sguardo" dice l'architetta. A sottolineare questo
nuovo
fulcro, non solo visivo, ma anche quotidiano, vista la passione per
la cucina e le cene conviviali della padrona di casa, c'è la
reinterpretazione del corridoio.
"Era molto ampio, dava l'idea di uno
spazio in qualche modo sprecato, così, non volendo abbattere le
pareti esistenti per ridurlo, è stato
"ridotto" in modo
utile. Su un lato ci sono
armadi contenitivi, che in un appartamento
sono sempre necessari, sull'altro lato c'è
una libreria a giorno
continua, che si interrompe solo in corrispondenza delle porte. È in
ferro verniciato e in legno di tonalità chiara, l'ho disegnata su
misura ed è
uno degli elementi caratterizzanti dell'appartamento.
Prosegue per tutto il corridoio e poi piega verso la cucina,
diventandone il
piano bar e diventando anche la battuta per la porta
scorrevole a tutt'altezza, che separa la cucina dal soggiorno".
Il corridoio è come
una quinta teatrale, si succedono controsoffitti
e
differenti pavimentazioni, in legno o in resina blu, a segnalare
gli ingressi negli spazi laterali; in questo modo non solo si
interrompe la sua lunghezza con un nuovo ritmo, ma si crea
una scenografia che si chiude sul tavolo da pranzo. Un tavolo che ha
un proprio protagonismo
anche sull'asse perpendicolare, dalla cucina
fino al soggiorno, passando, per l'appunto dalla centrale sala da
pranzo, trasformata in una sorta di cubo, con il soffitto ribassato,
i pilastri e il pavimento che ne definiscono lo spazio. Un tavolo che appartiene alla famiglia della proprietaria e, dunque, porta con sé, parte del suo passato e dei suoi ricordi, aggiungendo
significato affettivo a quelli simbolici.
"Rispetto
all'appartamento iniziale abbiamo ricavato
un secondo bagno, cieco,
con la luce proveniente indirettamente dalla cucina, grazie a
un'apertura lungo tutta la parete in comune, che si ferma a 30 cm dal
soffitto, ribassato, ed è chiusa da vetro opalino; una
cabina armadio nella camera da letto principale e una
lavanderia, ricavata in una
nicchia della parete già esistente, e integrata nella parete cucina
che è stata realizzata su mio disegno" spiega ancora Francesca
Diano. La
luce gioca un ruolo essenziale nella ristrutturazione, "è
una delle caratteristiche della mia architettura, mi piace darle
protagonismo; ci sono tre tipi di luci, quella
tecnica, che serve per
fare le cose, la luce
diffusa, necessaria per l'ambiente, e poi la
luce
decorativa. Per la luce d'ambiente abbiamo usato soprattutto
corpi illuminanti come faretti incassati, profili led anch'essi
incassati. Gli
unici lampadari della casa, di
Vistosi, sono
sul
tavolo, una scelta ben precisa, pensando agli assi visuali e alla
nuova spazialità che si è creata.
Il tavolo è l'incrocio dei nuovi
assi e lì ci sono le uniche lampade. Per il resto della casa, ci
sono faretti, luci incassate, lampade da terra, applique. Nella
camera da letto della padrona di casa, dove è stata ricavata la
cabina armadio, c'è una
luce diffusa proveniente da questa cabina,
le cui parete terminano con una fascia di vetro e determinano anche
l'illuminazione della camera".
Un appartamento dall'impianto
tradizionale e completamente reinventato con
accorgimenti
intelligenti e brillanti, a cui contribuiscono anche la scelta dei
colori, la sapiente mescola di mobili appartenenti alla famiglia e
appositamente disegnati da Diano.
Le cose belle che si nascondono
dietro le facciate di Torino.
Le foto dell'articolo sono di
Marco Menghi.
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