All'angolo di via San Domenico e via
Piave, c'è la
chiesa del Santo Sudario. La notate solo facendo
attenzione all'angolo su via Piave, dove c'è una
facciata barocca
applicata all'edificio, con un doppio ordine di colonne e con i
'ricci' laterali che in tante facciate dell'epoca accompagnavano il
passaggio dalla navata laterale a quella centrale. Su via San
Domenico, invece, nessun segnale dell'esistenza di questa chiesa, ma
una facciata comune, di tre piani di finestre a volte aperte a volte
murate, chiusi dagli abbaini: una sorta di chiesa di San Lorenzo,
senza facciata, nel Quadrilatero Romano.
Dietro questo singolare
aspetto esterno, c'è un
piccolo tesoro inaspettato, una chiesa
barocca a
navata unica, coperta da una
volta a botte affrescata. Ed è
qui che la chiesa del Santo Sudario torna d'attualità, i suoi
magnifici affreschi settecenteschi, firmati da
Piero Alzeri e
Michele
Antonio Milocco, sono stati appena restaurati, grazie al contributo
di
Compagnia di San Paolo,
Fondazione CRT e
National Italian American
Foundation di Washington (NIAF). I lavori, durati alcuni mesi, dalla
scorsa estate, hanno restituito
i colori originari e permettono
adesso di ammirarne tutta la vivacità. Una vivacità che racconta la
vitalità del Settecento: la
Trasfigurazione di Cristo della volta
rimanda poi al grande
trompe l'oeil della parete di fondo del presbiterio, con putti, angeli, volute,
prospettive sorprendenti, illusioni ottiche, che raccontano la
meraviglia e la fastosità del Barocco avviato verso il Rococò. È
stata rivista anche l'illuminazione, adesso
artistica e
d'avanguardia, capace di valorizzare i colori tornati alla loro
bellezza settecentesca.
La chiesa del Santo Sudario è una bella
sorpresa nella Torino ortogonale del centro storico e, al di fuori
delle Messe, è visitabile
solo nel percorso di visita del Museo della
Sindone, ospitato nella sua cripta. Il legame tra la chiesa e la
Sindone è presto spiegato. Dopo aver portato il Sacro Lenzuolo da
Chambéry a Torino, il duca
Emanuele Filiberto fondò la
Confraternita del Santo Sudario, che aveva il compito di vegliare
sulla Reliquia. Dopo essere stata ospitata in diverse chiese
cittadine, nel 1728 la Confraternita ebbe in dono da
re Vittorio
Amedeo II una parte dell'isolato di Sant'Isidoro per fondare un
ospedale per i malati di mente, il cosiddetto
Ospedale dei
Pazzerelli. Venne in seguito acquistato l'angolo dell'isolato, dove i
confratelli decisero di costruire una
piccola chiesa; ci fu un
concorso e lo vinse
Ignazio Mazzone con il progetto di un'unica
navata dagli angoli arrotondati e un presbiterio più piccolo, su cui si affacciano i coretti. La ricchezza della chiesa è però
l'apparato decorativo: la volta affrescata e il trompe l'oeil, che
dialogano con
la pala dell'altare maggiore, in cui si trovano la
Vergine, con il Beatro Amedeo IX, la Sindone e l'Eterno in gloria.
Il
Museo della Sindone è in via San Domenico 28: l'
orario di
apertura è lunedì-domenica ore 9-12 e 15-19, solo nell'ultimo
weekend del mese, sabato-domenica ore 9-19. Il
biglietto d'ingresso
costa 6 euro, ridotto 5 euro (ovre 65 e studenti under 25), 3 euro
(bambini 6-12 anni). Il
sito web del Museo, con tutte le informazioni
è
sindone.it/
Le foto, a parte la prima,
dal sito che la Compagnia di San Paolo ha dedicato alle chiese del centro storico i cui restauri ha finanziato:
edificisacri.compagniadisanpaolo.it.
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