Il Molo Audace, con la retrostante
piazza Unità d'Italia, il Colle (e la chiesa) di San Giusto, il
Castello di Miramare sono i
tre posti da vedere della mia
Trieste (curioso che tutti siano legati al mare, più che al Carso,
ma sono una ragazza cresciuta in una delle poche regioni italiane
senza il mare, avendo legami di sangue con una delle isole più belle
del Mediterraneo e questo conta). Il Castello è poco fuori Trieste,
ma è
facilmente raggiungibile anche da chi, come me, viaggia senza
auto: alla
Stazione Centrale, su Viale Miramare, passa l'
autobus
della linea 6, che in circa un quarto d'ora porta fino al Castello
di Miramare (si può scendere alla
fermata Bivio e poi, con una breve
e panoramica passeggiata sul mare raggiungere l'ingresso oppure si
può arrivare
fino a Grignano, il capolinea, davanti a un porticciolo da cartolina, ed entrare da un'entrata secondaria del parco, ma, in
questo caso
fate attenzione: io ho trovato l'ingresso chiuso, per cui
meglio informarsi prima).
Come i lettori più fedeli di Rotta su
Torino sapranno, nei giorni in cui ho visitato
Trieste soffiava la bora, per la quale mi sono dovuta attrezzare. E meno male
che quando sono andata a Miramare ero già super attrezzata, così ho
potuto godere il
panorama tempestoso, le nuvole nordiche che si
riflettevano sul mare agitato, con
stupefacenti giochi di colore e di
contrasti. Ho avuto anche un regalo bellissimo e inaspettato,
probabilmente grazie alla bora: all'orizzonte, lontane, si vedevano
le Alpi innevate ed è stata la prima volta che ho potuto vedere le
montagne da Trieste.
Il Castello di Miramare era
la residenza di
Massimiliano d'Austria e Carlotta del Belgio, prima della
tragica
avventura messicana del principe asburgico, lo sappiamo tutti. Un
luogo
carico di romanticismo ottocentesco, la cui forza si sente sin
dalla prima apparizione del Castello, lungo la passeggiata, e che diventa intensa quando lo
si ha finalmente davanti,
nella sua eclettica bellezza.
All'interno,
tutto ricorda ancora Massimiliano e Carlotta, il loro
gusto, le loro passioni. Il principe austriaco dormiva in una stanza
che riproduceva l'elegante austerità di cabina di una nave, aveva
una biblioteca fornitissima, con intere pareti ricoperte di libri e
probabilmente amava fermarsi per ore a guardare il mare
dalle finestre del suo castello.
I suoi appartamenti confinavano con
quelli della moglie,
più colorati e più femminili, con grande
presenza di vasi, ceramiche, tavolini e poltroncine per conversazioni
leggere davanti a una tazza di tè.
Tanto legno, tante tappezzerie
colorate, tante decorazioni eleganti e ottocentesche, con quadri
degli antenati a tenere sempre presente il lignaggio, con immagini di
città e luoghi amati, da questo e dall'altro lato delle Alpi. Il
rosso sembrava essere un colore molto apprezzato, ritorna spesso
nelle tappezzerie, soprattutto al piano superiore, dove l'intimità
delle sale quotidiane lascia lo spazio ai
doveri di rappresentanza,
al
Messico foriero di speranze e tragedie, al
sogno di un regno in
cui realizzare i progetti liberali. Sono rosse le sale degli ospiti,
la piccola cappella e, soprattutto,
la Sala del Trono, che
Massimiliano non vide mai completata, per la quale continuò a dare
indicazioni dal Messico e che aspettò invano qualcuno che si sedesse
per ricevere ospiti e ambasciatori.
Miramare sa sempre di
sogno
spezzato, di quello che poteva essere e non è stato. Succede anche
negli appartamenti del Duca Amedeo d'Aosta, che occupò alcuni spazi
del piano superiore, ancora oggi decorati secondo il gusto del primo
Novecento da lui voluto (e che non raggiungono il fascino e
l'eleganza regale degli appartamenti di Massimiliano e Carlotta,
tutto sia detto); anche qui, i quadri che ricordano il lignaggio del
padrone di casa, gli oggetti di una
vita quotidiana lontana da ogni
lusso, i gusti tutto sommato borghesi e il magnifico panorama marino,
di Trieste e del suo Golfo, alle finestre. Il mare che anche per
Amedeo sarebbe stato
foriero di speranze e di tragedie.
Nessuno dei
suoi due abitanti più famosi, Massimiliano e Amedeo, è mai tornato
a Miramare, entrambi morti lontani dall'Italia, il primo n
el Messico
che non volle un principe straniero, il secondo in Africa,
vittima di
una guerra che non spezzò il suo orgoglio e la sua dignità regali e
personali. Anche questo, probabilmente, fa parte del fascino di
questo Castello, che entra sempre nel cuore. Sarà
la dolce
malinconia degli eroi romantici che l'hanno abitato, senza un finale
felice, così
in contrasto con la bellezza naturale dei dintorni: il
Parco voluto da Massimiliano, in cui
passeggiare senza fretta, per
godersi gli scorci, i fiori, le stagioni; il
mare, che ricopre tutta
la gamma delle emozioni umane e che nelle sue onde che vanno e
vengono è colui
che non dimentica mai: c'è ancora una
Sfinge, al
fondo del piccolo molo, che aspetta invano il ritorno di
Massimiliano.
Intorno al Castello
c'è una terrazza, quasi a picco
sul mare: percorretela senza fretta, ha
scorci bellissimi su Trieste
e su Monfalcone, sulle coste di fronte che sono già Slovenia, su
questo golfo carico di storia millenaria in cui tanti non sono
tornati; e poi c'è
il mare, proprio per se stesso, con i suoi
colori, le sue onde, i riflessi del cielo. Ho passeggiato su questa
terrazza in miti e serene giornate ottobrine e in una mattinata
ventosa, grigia e novembrina.
Non potrei scegliere quali siano state
le volte in cui l'ho amata di più: entrambe mi hanno regalato stati
d'animo, emozioni e sensazioni che mi hanno fatto sentire Miramare.
Perché c'è una cosa che penserete, lasciando il Castello e tornando
verso la strada Costiera: tornerò.
Lasciato il Castello, in direzione della strada
Costiera, se avete scelto l'autobus,
non prendetelo alla prima
fermata, ma percorrete il lungomare a piedi, fino a quando potete: il
Castello che mano a mano si allontana, Trieste che mano a mano si
avvicina, il viale (che io ho visto percosso dalla violenza della
bora), il mare colorato dai riflessi del cielo.
Tutto
vale la pena di essere visto con calma e, se possibile,
con affetto.
Regala belle sensazioni.
Il
Castello di Miramare ha un
sito web
in cui potete trovare tutte le informazioni utili per la visita
www.castello-miramare.it; l'
orario d'apertura è tutti i
giorni dalle ore 9-19, il parco è aperto da lunedì a domenica dalle
ore 8 alle 16 (ottobre-febbraio) e dalle ore 8 alle 19
(marzo-settembre); il
biglietto costa 8 euro, ridotto 4, gratuito
ogni prima domenica del mese, per gli under 18.
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