Se
Palazzo Madama è la
sintesi della
storia laica millenaria di Torino, il
Santuario della Consolata
potrebbe essere considerato la
risposta religiosa. Sull'antica chiesa
paleocristiana, si sono via via sovrapposte una chiesa romanica,
dedicata a Sant'Andrea e costruita nell'XI secolo, la chiesa
guariniana di età barocca su cui sono intervenuti poi altri
architetti di Corte come Filippo Juvarra. Si dice la Consolata e si
pensa al suo
fasto barocco, alle cappelle che si succedono intorno
all'altare, in un 'disordine' che testimonia i cambi di asse apportati
dagli architetti che si sono succeduti. La chiesa più
amata dai torinesi sta però riportando alla luce
il suo passato medievale. Studi
iniziati nel 2009, in collaborazione con le
Soprintendenze del
Piemonte e il
Cento Conservazione e Restauro La Venaria Reale, hanno
riscoperto
gli affreschi romanici conservati nella Cappella
del Convitto, uno dei pochissimi spazi della chiesa romanica arrivati
al XXI secolo (l'unico elemento coevo oggi visibile e riconoscibile è il
campanile, il più antico di Torino).
Gli affreschi riportati alla luce sulla parete nord (sin) e sud (des)
Qui, rimossi con
cura intonaci e colori più recenti, sono apparse grandi ed
emozionanti figure romaniche:
sulla parete sud, una figura maschile
protende una mano verso l'alto, mentre con l'altra regge un
cartiglio, dalla cui scritta si può dedurre che l'uomo in questione
sia
Abramo. Di fronte,
sulla parete settentrionale, un affresco un
po' più grande e più leggibile mostra altre
due figure con
cartigli;
nelle fasce colorate, ci sono due volti, entrambi con
grandi occhi, quello maschile potrebbe essere san Benedetto, quello
femminile non è chiaro. La
volta dell'abside porta decorazioni
floreali, con ghirlande e motivi vegetali, probabilmente
di origine
seicentesca, il periodo di costruzione della struttura. Sono
affreschi non sempre leggibili per i profani, di colori antichi, che
emozionano per come sono stati ritrovati e riportati con cura alla
luce, dopo secoli di oblio, dietro intonaci che raccontavano altre
storie.
Gli affreschi sulla volta seicentesca dell'abside
E questa
riscoperta, con restauro e valorizzazione
annessi, è il risultato di
un'altra bella storia, tutta torinese e
tutta contemporanea. I restauri sono stati finanziati dalla
Fondazione CRT, che è una sorta di fata madrina del Santuario della
Consolata ("Abbiamo finanziato restauri per 4 milioni di euro e
continueremo a mettere a disposizione le risorse economiche e le idee
progettuali necessarie per valorizzare e tutelare questo meraviglioso
gioiello" ha detto il
Presidente Giovanni Quaglia). Non appena
le prime
ricognizioni stratigrafiche hanno accertato la presenza di
un cuore romanico della Consolata, la Fondazione non solo ha
coinvolto la
Soprintendenza Archeologia Bella Arti e Paesaggio,
l'Università e il Politecnico di Torino, il Centro Conservazione
Restauro La Venaria Reale e la Curia Arcivescovile, affinché la loro
collaborazione garantisse la valorizzazione
delle opere scoperte, ma ha anche avviato
un progetto di fundraising
innovativo,
raddoppiando con le proprie risorse le donazioni
ottenute. Nell'iniziativa, ha coinvolto
Talenti per il Fundraising, con
cui prepara i giovani per questa nuova professione,
sempre più necessaria in un futuro di tutela dei beni culturali: uno
dei professionisti formati ha infatti coordinato il fundraising per gli
affreschi romanici.
Il risultato sono
278 donatori, che
dal 1
dicembre 2016 al 31 dicembre 2018 hanno donato
67.195 euro,
raddoppiati da Fondazione CRT per un
totale di 134.390 euro, con i
quali sono stati riportati alla luce gli affreschi romanici.
Fondazione CRT ha anche fatto una
piccola e curiosa statistica, che
testimonia quanto la Consolata abbia saputo
attrarre l'attenzione
anche da fuori regione e persino dall'estero: 174 donatori sono di
Torino, 58 della provincia, 8 donatori sono della provincia di Asti,
6 della provincia di Cuneo, 32 si suddividono tra le altre province
piemontesi, Lombardia, Liguria, Lazio, Sicilia, Sardegna, Puglia e
persino dagli Emirati Arabi.
Le nuove frontiere del fundraising, che
permette ai comuni cittadini di essere protagonisti in interventi e
progetti di così alto profilo culturale e storico. Saranno i 278
donatori
i primi a visitare gli affreschi riportati alla luce: un
privilegio ben meritato.
Le
fotografie sono di
Delmastro Distefano Architetti
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