La considero
la più bella chiesa di
Torino dopo
San Lorenzo, in piazza Castello, ma era da tempo che non
entravo nella
chiesa del Santo Volto, sul lato occidentale del
Parco
Dora. L'ho fatto in una giornata d'inverno, di quelle con la luce
lattiginosa di febbraio. E ogni volta che entro in questa chiesa
rimango affascinata.
All'esterno ha la forma di un
ingranaggio,
per rendere omaggio al
passato industriale di Spina 3, ed è
rivestita di laterizi, secondo il gusto del suo autore,
Mario Botta,
e di nuovo in omaggio a Torino (si pensi a
Palazzo Carignano, al
Palazzo dell'Accademia delle Scienze, sede del
Museo Egizio, e ai
Quartieri Militari, con le loro nobili facciate in mattoni). Le alte
torri si alternano ai vuoti, senza dare una vera e propria
facciata
all'edificio e senza lasciare immaginare
la sorpresa dell'interno.
Perché l
a parte più bella della chiesa del Santo Volto è la sua
sala interna. Dalla freddezza dell'"ingranaggio" alla
luce
morbida e avvolgente dell'interno. Il rivestimento in legno dà
subito un'immediata sensazione
di calore e di accoglienza; l'immagine
dell'
Uomo della Sindone, sul fondo dell'altare, ottenuta con una
sorta di tessitura di pietre "pixelate",
commuove e
coinvolge sin dall'ingresso. E poi questa luce, che arriva dalle
torri svuotate e che illumina
indirettamente l'altare e le cappelle a
esso vicine. La
metafora della salvezza che arriva dall'Alto e della
Luce che illumina i cuori per salvarla è la stessa della
chiesa di
San Lorenzo, ma diversa è l'immagine della condizione umana, non sono
passati invano tre secoli. In San Lorenzo, Guarini immagina un
uomo
avvolto dalle tenebre, che solo attraverso Dio può trovare la
salvezza: la luce piove su colori e marmi scuri, illuminati dalla
Luce. Botta vede la Luce anche come
metafora dell'accoglienza, del
calore, un Dio
più paterno e più gentile, probabilmente, che ci fa
sentire amati sin dall'ingresso. Perché una cosa bella della chiesa
del Santo Volto è che
invita davvero alla preghiera, al
raccoglimento, al rapporto con
questo Dio che tutto avvolge.
A
rendere straordinaria l'atmosfera interna del Santo Volto è anche
la
volta, l
a più bella di un edificio religioso torinese, secondo me,
insieme alle cupole di
San Lorenzo e della
Cappella della Sacra Sindone, entrambe di
Guarino Guarini. I pieni e i vuoti che si alternano all'esterno ritornano anche all'interno, con
spicchi pieni
e vuoti: dai vuoti scende la luce indiretta delle torri, dai pieni si
formano le
sette grandi costole che corrono verso il
tamburo
centrale. Una volta che ha richiesto una costruzione complessa, a
causa delle spinte: "Il tamburo centrale è stato costruito e
gettato per primo in modo che potesse esercitare da subito la sua
funzione di perno d'appoggio per le
solette inclinate a loro volta
base di appoggio delle torri. La costruzione delle torri è avvenuta
in seconda battuta proprio per evitare le
spinte eccentriche che il
loro appoggio avrebbe creato. Le torri sono state realizzate due a
due in opposizione l'una con l'altra" spiega
www.archimagazine.com. L'effetto
finale è di grande impatto e contribuisce alla magia di questa
chiesa.
Siate torinesi o turisti,
vale davvero la pena che inseriate la chiesa del Santo Volto nei vostri itinerari in città.
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