Qualche giorno fa, sono stata invitata
alla prima tappa del
Craft Valley Tour 2019, che, organizzato dal
Gruppo Giovani Imprenditori dell'
Unione Industriale di Torino,
intende presentare a un pubblico di presidi e docenti, giornalisti e
opinion maker, alcune eccellenze del tessuto industriale del Torinese.
La prima tappa del Tour è stata la
Reynaldi srl di Pianezza. È una
delle più importanti aziende italiane di cosmetica, la
prima in
Europa per la produzione per conto terzi. Pensate a un marchio
mondiale di cosmesi, di quelli grandi, grandissimi: è probabile che
alcune delle sue linee siano prodotte a Pianezza. Ci sono linee di
prodotti pensate per i mercati arabi, asiatici e americani, che in
Europa non si vedranno mai; ci sono bottiglie di profumi da 1500
euro.
Il mondo in una vetrina di un laboratorio di Pianezza,
praticamente.
"Abbiamo iniziato occupandoci
solo della produzione di alcune linee, adesso ci viene assegnato
tutto il processo di produzione, dalla ricerca alla realizzazione" spiega Marco Piccolo, figlio della
dottoressa Reynaldi, fondatrice dell'azienda. È lui che racconta
come sia nato tutto: "Mia madre è stata
la prima donna italiana
a laurearsi in Farmacia con una tesi sperimentale sulla
chimica dei
prodotti cosmetici. Diventata mamma, da casa ha iniziato a produrre
per sé shampoo e creme. Piano piano il giro si è allargato fino a
quando ha aperto il
suo primo negozio-laboratorio, in corso Monte
Cucco. Era il 1980". Il successo è stato tale che poi sono
arrivati il negozio di via Gramsci 10 e, soprattutto, nel 2016, lo
stabilimento di via Torino 21/1, a Pianezza,
oltre 7500 metri
quadrati in cui lavorano una trentina di persone.
Visitare lo
stabilimento con Marco Piccolo è un'esperienza nell'esperienza, la
prova ulteriore che
la passione è il più importante motore della
vita. I grandi spazi per conservare le materie prime, tutte
certificate e approvate con un sistema di codici a barre; i grandi
contenitori, che lavorano le creme, gli shampoo e i diversi prodotti,
con un
rigoroso sistema di controllo della qualità e della quantità
delle materie prime, reso possibile da
industria 4.0: i codici a
barre forniscono informazioni, che, se non sono quelle richieste
dalla lavorazione, bloccano la macchina ("Anche il giorno in cui
l'operatore preposto al controllo si distrae, non è possibile
sbagliare, la tecnologia aiuta l'industria in modo semplicissimo"
commenta Piccolo "Questo significa risparmi e sicurezza reali:
quest'anno
meno dell'1% dei nostri prodotti è risultato
non conforme
nei controlli finali di qualità!").
Tutte le tappe della produzione sono seguite da personale specializzato,
formato in
azienda, quale che sia il loro titolo di studi.
Circa
il 13% del
budget è investito in ricerca, la media italiana è dello
0,87%:
"Investiamo tanto, ma fa la differenza: le grandi aziende ci
scelgono non solo per la produzione, ma anche per affidarci la
ricerca avanzata. La capacità di fare ricerca è un
vantaggio
competitivo. Sui mercati internazionali si compete in due modi: o si
lavora
a basso costo o si compete
sulle competenze. Il 10% del nostro
personale, oggi, si occupa di ricerca". Reynaldi è attiva anche
nell'economia circolare, che permette di riutilizzare gli scarti di
produzione di altre industrie per valorizzarli nella cosmesi:
"Abbiamo tanti progetti con l'Environmental Park e con diverse
Università europee. Da
Eataly abbiamo diverse linee realizzate con le uve di
Fontanafredda, con la birra di Baladin, con il chinotto di Lurisia,
con materie prime che hanno
principi attivi utili nella cosmesi e che sono tecnicamente interessanti. La tecnologia
cosmetica proporrà prodotti sempre più naturali".
Reynaldi
ha anche un
sistema di recupero dell'acqua di produzione (un esempio della sua importanza: Garnier per
fare uno shampoo usa oltre 9 litri di acqua!) e in breve conta di
diventare
una delle prime aziende europee la cui produzione è a
impatto ambientale zero. "Un vantaggio competitivo altissimo. E
sapete un'altra cosa? Nel giro di 7 anni, la spesa per quest'impianto
sarà
ammortizzata e noi ci guadagneremo: fare le cose bene non costa
di più; le politiche sociali, economiche e ambientali danno
vantaggio all'azienda, se si usano innovazione, tecnologie,
attenzione. Abbiamo una
responsabilità nei confronti della società
e del mercato: oggi i consumatori sono molto attenti alla
sostenibilità, un imprenditore che vuole stare sul mercato non può
dimenticarlo". La
dimensione umana del lavoro torna spesso nel
discorso di Piccolo, che è appassionatissimo e si ascolterebbe per
ore. La Reynaldi
chiude gli uffici alle ore 17, "perché tutti
dobbiamo poter passare il tempo con le nostre famiglie o dedicarci a
quello che amiamo" (e infatti quando noi siamo andati via, le
luci degli uffici erano già spente);
le donne costituiscono il 63%
dei dipendenti e il 70% è in posti di responsabilità; la
media delle retribuzioni è superiore del 37% rispetto a quelle del
settore. Un sistema di fidelizzazione dei dipendenti, che, accompagnato a
una conduzione familiare (Maria Grazia Reynaldi è
coadiuvata dai figli Marco e Andrea e dalle nuore Grazia e Laura),
rende l'azienda all'avanguardia anche nei rapporti con il personale.
Alla fine, immancabile la
visita al negozio aziendale. Da amante
dei profumi fruttati, sono tornata a casa con un'acqua profumata allo
zenzero e mandarino, contenta di aver conosciuto una realtà
aziendale piemontese, nata
dal genio di una donna e capace di stare
sul mercato internazionale.
Le eccellenze che non conosciamo e di cui
dovremmo essere
orgogliosi, a Torino.
Commenti
Posta un commento