In una città che non intende più
consumare suolo e che ha tante costruzioni da reinventare, diventa
sempre più comune la
riqualificazione di palazzi storici per
destinarli a uso residenziale. Una delle operazioni di maggior
successo è quella che ha trasformato
Palazzo Valperga
Galleani in
The Number Six, per mano del Gruppo
Building. Siamo
all'angolo di via Alfieri e via XX settembre, in un edificio
costruito
nel 1663 da
Maurizio Valperga e ampliato poi
nel 1781 da
Michele Luigi Barberis, che, sull'impianto seicentesco, realizzò una
serie di
appartamenti da reddito. Lo si legge anche
nell'elegante facciata: il
ritmo delle finestre scandito da lesene, il piano nobile
enfatizzato
dalle decorazioni triangolari sulle finestre, da
una fascia
marcapiano e da
tre balconi, di cui, quello
centrale, sopra il grande
portone, diventa il
focus degli sguardi, grazie anche alle due lesene
che lo affiancano e alla decorazione arcuata. Il piano nobile era abitato dai proprietari, gli altri piani, con finestre più piccole, erano occupati dagli appartamenti degli affittuari.
La riqualificazione
voluta da Building non ha tradito la
vocazione residenziale e l'ha
anzi rilanciata, realizzando
36 appartamenti di lusso, ognuno dotato
di box auto; negli spazi comuni,
una Spa con sauna, bagno turco e
doccia emozionale, e una
palestra attrezzata.
Tre le fasi del
recupero dell'edificio: prima
la realizzazione dei box, con un
parcheggio interrato di ben sei piani, con una movimentazione dei
veicoli automatizzata ("L'intervento, di alta
levatura ingegneristica dovuta alla particolarità del centro storico
e all'esigenza di garantire la sicurezza durante la realizzazione e
nella fruizione quotidiana, tutelando il fabbricato e le sue
preesistenze artistiche, ha consentito di poter abbinare agli
appartamenti anche la comodità di una collocazione per l'auto che
permettesse di non uscire dal Palazzo" spiegano da Building);
poi
la sistemazione delle facciate interne e il recupero del cortile,
che ha permesso di ritrovare un'uniformità perduta nei secoli
passati, "attraverso l'inserimento dei balconi e il recupero dei
serramenti esterni originali; il tutto impreziosito dalla
valorizzazione della corte interna attraverso l'intervento
artistico di Richi Ferrero"; quindi, il
restauro degli spazi
aulici del piano nobile, d'accordo con la Sovrintendenza, che ha
permesso di ritrovare colori e atmosfere del Seicento, "valorizzando
lo Scalone e gli ambienti con i loro affreschi".
Gli
appartamenti, di
diverse tipologie, dai 60 ai 200 mq, sono dotati di
tutti i comfort contemporanei, con uso di materiali pregiati e
distribuzioni degli spazi adeguate al vivere dei nostri giorni e con
una
ricerca del risparmio energetico e dell'efficienza domotica che
fa sì che distribuzione dell'acqua e dell'elettricità, riscaldamento e condizionamento, sicurezza,
contatti col personale e prenotazioni del centro benessere siano
gestiti da una
rete di comunicazione informatica interna. Ed è
questo
uno degli elementi più suggestivi di The Number Six: spazi di
grande fascino aulico che fanno da
sfondo a design contemporaneo e a
stili di vita urbani, spesso esclusivi, certamente di alto target,
nel cuore di Torino, praticamente alle spalle di piazza San Carlo.
Ci sono altri
due elementi altrettanto
fascinosi, che hanno permesso a The Number Six di diventare
l'Edificio dell'Anno 2015 per le Ristrutturazioni di ArchDaily per le Ristrutturazioni. Building ha fatto un'operazione di
restauro
filologico, che hanno restituito tutta l'aulicità disegnata da
Barberis: il piano nobile, l'androne d'ingresso, l'atrio e il grande
scalone, con le sue due rampe a due ordini sovrapposti riportano
all'eleganza dei palazzi settecenteschi. Sono stati
recuperati anche
gli affreschi del Settecento di diverse sale del piano nobile, con un
intervento complesso, che ha salvato anche le
Storie di Susanna del
Mizzoni: "Nel corso dei secoli ha subito numerosi
rimaneggiamenti: una pulitura troppo aggressiva ha portato alla
perdita delle finiture a secco e di parte dei volumi originali poi
riproposti con ritocchi grossolani che hanno coperto il disegno e le
cromie originali. Analisi chimiche di laboratorio eseguite in
corrispondenza di un panneggio blu hanno confermato la natura del
pesante ritocco (eseguito con blu di Prussia il cui uso è posteriore
al 1800, mentre il colore originale era smaltino, molto in uso nel
Seicento)".
L'altro elemento di The Number Six che
non
lascia indifferente è la
convivenza di queste strutture barocche con
le installazioni artistiche appositamente studiate da
Richi Ferrero.
Una collaborazione, quella tra il Gruppo Building e l'artista
torinese, che ritorna in diversi interventi di riqualificazione, ma
che qui forse
raggiunge il suo apogeo.
Aperto anche ai torinesi e ai
turisti, il percorso artistico studiato per Palazzo Valperga Galleani
valorizza il cortile, un tempo giardino settecentesco, con
Giardino
Verticale,
Giardino Barocco,
Come se a Torino ci fosse il mare e
La
maschera. Magari il giardino originario non c'è più, ma le
installazioni lo richiamano, lo ricreano
in uno spazio quasi onirico,
e giocano con la sua memoria, attraverso la luce. L'albero
ricostruito in acciaio e sospeso in aria, con tutti i rami
illuminati; le fioriere aromatiche illuminate dai led e sospese lungo
i balconi; i pesci in vetroresina opalina che giocano a diverse
altezze con una cupola vetrata preesistente e con la vegetazione che
li circonda, opportunamente illuminati. Installazioni che fanno un
uso suggestivo della luce, facendo dialogare il cortile con il cielo
di Torino, l'arte contemporanea con l'architettura barocca.
Un intervento
non banale, che
restituisce a Torino uno dei palazzi più eleganti del suo centro
storico e che ha dato un
nuovo modello di convivenza tra edifici
aulici e vivere urbano contemporaneo, tra architettura barocca e arte
contemporanea. Su
www.thenumber6.it, una bella gallery dell'intervento, oltre a tutte le informazioni sul palazzo e i suoi appartamenti in affitto.
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