Il
cavolfiore di Moncalieri diventa
Presidio Slow Food, il 36° in Piemonte. La cerimonia di ingresso si
terrà il
4 marzo 2019 alle ore 18.30 nel
ristorante La Cadrega, in piazza
Vittorio Emanuele II 5 a Moncalieri, con un
aperitivo alla presenza
di produttori e autorità.
I Presidi Slow Food aiutano a
difendere le
piccole produzioni tradizionali, riconoscendone il valore per
l'economia locale e per la tutela dell'ambiente; soprattutto, salvano
dall'estinzione razze autoctone e varietà locali di frutta e
ortaggi.
Diventare un Presidio Slow Food non è semplice: il prodotto
deve infatti "rispettare canoni di
sostenibilità ambientale: la
tutela della fertilità della terra e degli ecosistemi idrografici,
l'esclusione delle sostanze chimiche di sintesi, il mantenimento
delle pratiche tradizionali di coltivazione e gestione del
territorio. Ma deve anche essere
sostenibile da un punto di vista
sociale: i produttori devono avere un ruolo attivo e una totale
autonomia nella gestione dell’azienda, devono collaborare, decidere
insieme le regole di produzione e le forme di promozione del
prodotto, possibilmente riunendosi in organismi collettivi"
spiegano da Slow Food.
Il cavolfiore di Moncalieri viene
coltivato intorno alle colline a sud di Torino, "la parte
centrale ha tante cupolette appuntite avvolte a spirale, proprio come
il romanesco, ed è completamente avvolta da foglie di colore verde
chiaro. Il colore è avorio tendente al
giallino, diverso sia dai
classici cavolfiori 'palla di neve' (bianchi), sia di romaneschi
(verde chiaro)" spiegano da Slow Food. Di
origine francese, è
arrivato in Piemonte probabilmente al seguito dei Savoia e dagli orti
reali si è diffuso nella pianura intorno alla capitale. La sua
coltivazione, diffusa fino agli anni '70, è andata riducendosi fino
a quasi scomparire, per questo l'intervento di Slow Food, che intende
c
oinvolgere nuovi coltivatori e diffondere la sua conoscenza tra
ristoratori e consumatori. "Il cavolfiore di Moncalieri
può
essere mangiato fritto, bollito, abbinato alla bagna cauda (tipica salsa a
base di acciughe, aglio e olio extravergine di oliva). In bocca è
sapido e ha una consistenza compatta e croccante, anche dopo la
cottura. Rispetto ai più comuni cavolfiori ha un odore più
delicato, è più facile da digerire ed
è possibile degustarlo anche
crudo in insalata, con olio, parmigiano, pepe e sale. Sono molto
buone (sia crude, sia cotte) anche le foglie che lo avvolgono"
spiegano ancora da Slow Food.
Il 4 marzo, a Moncalieri, una bella
opportunità per conoscerlo. L'
aperitivo è gratuito fino a
esaurimento posti.
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