Arata Isozaki ha ottenuto il
Premio
Pritzker, il più prestigioso premio dell'architettura, perché, tra
le altre ragioni, "possedendo una
profonda conoscenza della
storia e della teoria architettonica e abbracciando le avanguardie,
non si è mai limitato ad applicare lo status quo, ma la sua ricerca
per un'architettura significativa si è riflessa nei suoi edifici,
che, fino a oggi
sfuggono alle categorizzazioni stilistiche, sono in
costante evoluzione e sempre freschi nel loro approccio" (su
www.pritzkerprize.com
le
motivazioni complete dell'assegnazione del premio).
87 anni,
in cerca di rapporti tra Oriente e Occidente, nella seconda
parte della sua carriera Isozaki ha lavorato in tutto il mondo,
anche
a Torino. Suo è il
Pala Alpitour (chiamato anche
PalaIsozaki), il Palazzo dello Sport costruito
accanto allo Stadio Grande Torino in occasione delle
Olimpiadi
Invernali 2006. È
una delle
architetture più belle lasciate dai Giochi a Torino,
costruita pensando al
suo uso successivo e per questo estremamente
versatile. All'esterno si presenta come un
grande parallelepipedo largo
100 metri, lungo 185 e alto 20, appoggiato, come sospeso, su un
nastro di vetro e cemento. La sua facciata è rivestita di
pannelli
in acciaio inossidabile con effetto bugnato, movimentata da
sottili
finestre di vetro; l'effetto è
rigoroso, ispirato, aveva detto
all'epoca l'architetto giapponese, all'impianto ortogonale di Torino,
e allo stesso tempo
dinamico, grazie agli effetti della luce, mai
uguali, sui pannelli di acciaio. All'interno, l'edificio è composto
da
quattro livelli, a cui si ha accesso da una
grande hall
caratterizzata da una
parete inclinata specchiata, che riflette chi
entra; le pareti delle tribune e il piano delle strutture orizzontali
sono
mobili, così da adattarsi agli eventi che devono ospitare,
quello che è certo è che si entra a metà altezza, così da poter
raggiungere facilmente il proprio posto, salendo o scendendo dalle
scale delle tribune.
Un edificio di
grande versatilità, che ha
arricchito di
fascino una zona in cerca di vocazione, riqualificata
grazie alle Olimpiadi (davanti al PalaIsozaki, la risistemazione di
corso Sebastopoli, diventata pedonale in quel tratto, e
dell'antistante piazza d'Armi), e che si è inserito facilmente
nell'architettura del quartiere. Adesso un
fiore all'occhiello
riconosciuto anche dall'architettura internazionale: congratulazioni
ad Arata Isozaki per il suo premio.
PS Curiosità: per il
Pritzker a Isozaki è in festa anche
Barcellona, per anni punto di
riferimento urbanistico di Torino, anche lei rinata grazie alle
Olimpiadi: l'architetto giapponese ha costruito lì il
Palau Sant
Jordi, Palazzetto dello Sport di
Barcellona 92.
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