La prima, importante novità del
32° Salone
Internazionale del Libro è che è salvo: il marchio è stato
acquistato dall'
Associazione Torino, la Città del Libro, presieduta
da
Silvio Viale, con il contributo di
Compagnia di Sanpaolo e
Fondazione CRT e abbiamo la certezza che la kermesse
non si muoverà
da Torino e che, come ha detto il pimpantissimo
Nicola Lagioia in
conferenza stampa, "torna a essere la casa della cultura di
tutti".
La seconda grande novità è l'ingresso dell'
Oval al
posto del Padiglione 5, al
Lingotto Fiere, cosa che consente di
organizzare una sala da 700 posti, una da 200 l'area della Lingua
Ospite e diversi spazi per gli editori. E arriviamo alla
terza grande
novità, la presenza non di un Paese, ma di
una lingua ospite, lo
spagnolo. Il Salone di Nicola Lagioia è
in lotta contro i confini
intesi come barriera e come chiusura in se stessi, usando
la cultura
come strumento per abbatterli: ricordate lo
splendido manifesto di Gipi di un paio di anni fa, con un libro messo a cavallo di un muro per
superarlo e osservare cosa c'era dall'altra parte? Questo è il
mood
del Salone guidato dallo scrittore pugliese. Lo si legge nella
maggior parte delle scelte, non solo la Lingua ospite, scelta perché
"i Paesi hanno un confine, ma la cultura no, e lo spagnolo lo
dimostra", ma anche il
filo conduttore,
Il gioco del mondo,
ispirato all'omonimo libro di
Julio Cortázar, "un invito alla
ribellione, alla fuga e all'avventura, perché costruito in modo
che chi legge possa scegliere dove andare attraverso le pagine, da
leggere oppure scartare"; un libro il cui titolo originale è
Rayuela, ovvero il gioco della settimana in spagnolo, il sassolino da
lanciare serve "a compiere il balzo, a superare il confine, per
accorgersi, giocando, che quel limite è evanescente e labile perché
disegnato solo con il gesso". Il manifesto, ispirato al libro è
dell'artista italiana MP5.
Per lo spagnolo
Lingua ospite
arriveranno autori da tutta Latinoamérica e dalla Spagna e all'Oval
ci sarà una
Plaza de los Lectores, con biblioteca, libreria, uno
spazio dedicato a istituzioni e rappresentanze dai Paesi e uno da 120
posti per gli incontri. A uno spagnolo sarà affidata la lezione
magistrale d'apertura: il basco
Fernando Savater, uno degli
intellettuali più ascoltati della Piel de Toro, succederà al
compatriota
Javier Cercas, che innamorò il pubblico del Salone lo
scorso anno, in un bell'italiano. Savater è uno dei pochi nomi già
noti tra gli ospiti più attesi; con lui ci sono anche la giornalista
e attivista di origine russa
Masha Gessen, il Premio Nobel per la
Letteratura 1986
Wole Soyinka, fuggito dalla sua Nigeria e adesso in
fuga anche dagli USA intolleranti di Donald Trump,
Matt Salinger, che
ricorderà i 100 anni dalla nascita di suo padre, J.D. Salinger.
Le
Marche sono la Regione ospite, a 200 anni dalla composizione de
L'infinito di
Giacomo Leopardi: sarà un'occasione per ricordare i
grandi marchigiani come Gioacchino Rossini, Raffaello Sanzio, Maria
Montessori, Silvia Ballestra; presenti anche le quattro Università
della regione, che contribuiscono al programma di incontri.
Sharja,
uno degli emirati degli Emirati Arabi,
Capitale Mondiale del Libro
2019 dell'UNESCO, è
Paese ospite e porterà la sua Sharjah
International Book Fair, una delle più importanti del mondo.
Confermati gli stretti rapporti con il
Premio Strega, che assegnerà durante il Salone il Premio Strega
Europeo, con il
Premio Letterario Internazionale Mondello, che
porterà il suo vincitore a Torino, e con numerosi Festival italiani
come il
Lucca Comics & Games e
Pordenonelegge. Ritornano anche la
Buchmesse e l'
Institut français, che porteranno al Salone i migliori
scrittori tedeschi e di lingua francese, mentre, grazie al rapporto
speciale con il
Bookselling Without Borders, si potranno seguire le
ultime tendenze raccontate dalle librerie indipendenti statunitensi.
Non mancheranno gli spazi professionali dell'
International Book Forum
e del
Book to Screen, che serviranno a comprare i diritti editoriali
dei libri e, nel secondo caso, anche i diritti dei libri per
trasformarli in opere audiovisive.
Da segnalare, infine, alcuni
progetti davvero interessanti.
L'Europa. Dove siamo vuole riflettere,
a 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino e a pochi giorni dalle
elezioni europee sulla nostra identità culturale europea, con autori
e autrici provenienti dall'intero continente.
Solo noi stesse, lo
spazio femminile curato da Loredana Lipperini e Valeria Parrella si
chiede cosa aspettarsi dal dopo #metoo e parla di
Generazioni, per
trovare risposta.
Anime Arabe si concentra sulle città: le
millenarie Aleppo e Mosul trasformate in città fantasma, mentre
Beirut e Algeri si interrogano sul loro futuro, dopo essere
sopravvissute alle guerre civili di pochi decenni fa; un racconto
delle città che non trascura le tecnologie di ultima generazione e
che conta sulla collaborazione della Fondazione Merz.
E poi ci
sono gli
anniversari, dai 100 anni dalla nascita di Primo Levi e J.D.
Salinger ai 50 anni dalla morte di Jack Kerouac e ai 30 anni dalla
morte di Leonardo Sciascia. Senza dimenticare che un Salone che non
ama confini vive anche
fuori dal Lingotto, nel
Salone Off, e anche
fuori Torino, con diverse tappe di avvicinamento alla città.
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