Immaginate di
affacciarvi dalla porta-finestra e di avere davanti, in tutta la sua altezza e
maestosità,
la meraviglia della Mole Antonelliana. E, sul lato
opposto dell'appartamento, la serenità di
un cortile torinese dalle atmosfere quiete e
atemporali. Come non valorizzarle? Di qui è partito il lavoro
dello studio torinese
Fattore Q, guidato da
Nicoletta Carbotti, per ristrutturare
l'appartamento
di una coppia, con due figli già adulti e in procinto di lasciare la
casa dei genitori in un futuro prossimo.
Casa Cos, il nome dell'appartamento ristrutturato.
Situato
in un edificio ottocentesco, l'appartamento originario è
stato ridisegnato, in modo da trasformare la terrazza in una sorta di
prolungamento del soggiorno nella
bella stagione e da godere
la vista della Mole Antonelliana
affacciati alla finestra della
cucina, magari con il primo caffè
della giornata dalle mani. Intorno allo spostamento del soggiorno e
della cucina, è nato l'intero appartamento.
"In origine l'
ingresso si apriva direttamente in quello che era allora il
soggiorno, di qui si entrava in un
corridoio
stretto e buio tra le camere, per raggiungere poi, al fondo, la
cucina, collocata, con la
sala da pranzo, dove adesso c'è il
soggiorno. Nella ristrutturazione abbiamo scelto di
dividere il
soggiorno originario, in modo da creare sul lato cortile
un luminoso
e breve corridoio che introduce all'attuale soggiorno, mentre sul lato più interno abbiamo ricavato
la cabina-armadio, al servizio dei figli, e
uno dei due bagni
(l'altro è al servizio della camera padronale). Mi è piaciuta
l'idea di questo piccolo corridoio dall'ingresso al soggiorno perché
apre l'asse visuale su quello che aspetta entrando in casa, con un
effetto che preferisco all'ingresso diretto" spiega
l'architetta Carbotti.
La
cucina è stata spostata verso la strada "perché
volevamo
un luogo pubblico della casa in cui fosse visibile la Mole
Antonelliana, altrimenti visibile solo dalle camere da letto";
in questo modo si sono "separati soggiorno e cucina, che prima
erano sostanzialmente insieme, e in quest'ultima, che non è grandissima, tutto è a vista e
mensole e ripiani
sono i protagonisti. La portafinestra conduce ad un balcone che si
affaccia davanti alla Mole Antonelliana. Un piccolo tavolo consente
di pranzare o prendere il caffè guardando proprio questo spettacolo
presente fuori dalla finestra". L'arredamento senza pensili, per
scelta della proprietaria della casa, contribuisce a rendere
l'atmosfera contemporanea, luminosa e leggera.
Negli interventi nelle case storiche,
Nicoletta Carbotti ama "la
ricerca della bellezza
nell'imperfezione", ovvero nei muri che non sono realizzati
perfettamente, nelle nicchiette che si aprono sulle pareti e che possono trovare nuovi usi. E poi c'è quello che è davvero
bello, in questo caso, per esempio,
il camino, che aveva una canna fumaria
funzionante: "Lo abbiamo abbellito con una cornice, il controcuore, e abbiamo inserito la lastra di pietra,
per impedire il contatto diretto con il parquet".
Realizzare
lo spostamento degli ambienti non è stato semplice, per le
difficoltà tecniche presentate dalla struttura ottocentesca, tipo la
pietra enorme sistemata dove non ci si aspetta, che costringe a
trovare nuove soluzioni per aggirarla (e permette di inventarsi una
nicchia). Ma, realizzati gli impianti e i nuovi spazi, si è passati
finalmente alla
decorazione degli interni. E qui il lavoro di
Nicoletta è stato soprattutto di
equilibrio e armonia: "I
proprietari avevano tanti bei pezzi nella loro vecchia casa, erano
parte della loro memoria di coppia e familiare; anche questo ha
aiutato a scegliere cosa portare nel nuovo appartamento, cosa realizzare su
misura, cosa comprare".
Colpisce la
convivenza di epoche e oggetti diversi: "L'ingresso, finestrato,
è impreziosito da mensole in legno realizzate con
tavole antiche
acquistate dai rigattieri al Balon. Dal Balon arriva anche il banco
da lavoro che campeggia nell'ingresso. Il
tavolo del soggiorno era
verniciato, adesso la vernice si è consumata, lasciando questo
effetto del tempo che apprezzo molto; la
grande lampada situata sopra
di lui
ne accentua la centralità, tra i due archi rinvenuti durante
i lavori, mentre
le sedie DSW di Eames fanno da contrappunto
contemporaneo alle modanature del tavolo e al disegno ottocentesco
delle porte" spiega Carbotto. E a sottolineare la centralità
del tavolo, anche
le scelte cromatiche della parete tra i due
archi. Il soggiorno è lo spazio in cui meglio si leggono questi
rapporti con tanti elementi diversi: "Le librerie e il mobile tv
dal taglio industriale sono stati realizzati su disegno mentre il
tavolo, i tappeti e gli imbottiti facevano già parte dei 'pezzi' di famiglia e sono stati reinseriti con grande garbo e
attenzione".
Quando si hanno elementi di storia e provenienza
così diverse, sottolinea Carbotti, "l'importante è
evitare
l'effetto catalogo, trovo siano più belle le case in cui
convivono
storie; bisogna essere misurati,
individuare i pezzi a cui dare
protagonismo, in modo da focalizzare l'attenzione su di loro".
Uno dei due archi del soggiorno porta alla cucina, l'altro alla
zona notte, in cui ci sono anche i bagni , la cabina-armadio dei figli e la lavanderia. Qui prevale
il bianco con piccoli inserti di colore. "Gli arredi di recupero
si alternano a quelli più contemporanei. Il bagno principale è
giocato su forme pulite, lineari, contemporanee, mentre il bagno più
piccolo
strizza l'occhio al passato con l'inserimento di una
base lavabo ricavata da
un mobile per una macchina da cucire"
racconta ancora Nicoletta Carbotti.
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