La
riqualificazione dell'ex Tobler,
firmata da
De.Ga e dall'architetto
Franco Cucchiarati, mi è sempre
piaciuta, soprattutto per la realizzazione del
cortile, così
sorprendente con le grandi vetrate sui moderni bow window e con
la
concezione fluida tra pubblico e privato. Quando ho scoperto che la progettazione interna di uno degli appartamenti
portava la firma di
QBO Architetti, è stato naturale contattare lo
studio per saperne di più: come resistere a
un loft d'autore nel cortile contemporaneo più bello di Torino?
L'appartamento è su
due piani, l'ingresso cita le
case di ringhiera ottocentesche: si
arriva su un lungo balcone esterno affacciato sul cortile, su cui si
trovano le porte d'ingresso ai diversi loft, tutti su tre piani. Si entra nella
zona giorno, con soggiorno, zona pranzo e cucina, in un
unico ambiente, e con un bagno e una meravigliosa terrazza; da questa, con una
scala a chiocciola, si sale al piano superiore, dove c'è un
giardino. Al piano inferiore, a cui si accede da una scala
interna, c'è la
zona notte, divisa in due camere da letto e un
bagno. Quando i padroni di casa, una giovane coppia in attesa della
prima figlia, hanno acquistato l'appartamento, "era
grezzo,
erano definiti solo i bagni, il resto potevamo inventarlo; ci siamo
rivolti agli architetti per essere sicuri di fare le cose giuste a
livello tecnico" spiegano.
Dagli architetti anche tanti
suggerimenti per definire gli spazi. All'ingresso,
un muro quasi ad altezza d'uomo separa la cucina, definita anche dal muretto della scala; tutto rimane visibile, ma con
accorgimenti intelligenti, suggeriti
dall'esperienza di
Carlo Baudino, l'architetto dello studio torinese
che ha seguito il progetto; il muro tra l'ingresso e la cucina è
sufficientemente alto da
non far vedere a chi entra se nel lavello ci
sono i piatti da lavare (trucchi di progettazione che sono necessari
nella vita pratica di tutti i giorni, perché gli appartamenti,
lasciate le riviste, devono poi essere vissuti!). Intorno alla scala
uno degli elementi caratterizzanti del progetto: una
libreria di
legno appositamente progettata sul lato della zona pranzo e del
soggiorno, che contribuisce a dare calore e a "fare casa".
L'arredamento interno si basa su
elementi disegnati su misura come la libreria, alcuni
pezzi
appartenenti alla coppia e provenienti dalle loro case precedenti (la credenza e
il tavolo),
acquisti vintage effettuati per l'occasione e rimessi in
sesto dal proprietario (con un bell'effetto tra antico e moderno),
mobili Ikea per la cucina, che hanno l'okay dell'architetto, secondo
il quale "la qualità di Ikea è sottovalutata, fanno cose che
hanno una buona resa". Bella anche
l'illuminazione della cucina,
semplicissima ma di bell'effetto, realizzata su misura da
Creative
Cables, su scelta dei padroni di casa.
Un altro intervento che i padroni di
casa considerano essenziale riguarda il
bagno al piano d'ingresso: è stata disegnata una
parete interna che ha permesso di realizzare
uno spazio lavanderia e
un
piccolo spazio appendiabiti per gli ospiti; quelle cose pratiche che
servono sempre. "L'appartamento a noi è piaciuto subito, ma gli
spazi poi alla fine erano piccoli e
poco pratici" sottolinea la
padrona di casa.
Poco pratiche anche le bellissime vetrate del piano
inferiore: un'intera parete di vetro che illumina le due camere da
letto, ma rende
difficile l'arredamento interno, come sottolinea
anche Baudino. La
camera matrimoniale, che doveva contenere anche un
piccolo studio, è divisa da
un muro ad altezza d'uomo: da una parte
la camera da letto vera e propria, dall'altra una sorta di cabina
armadio che può ospitare anche la
scrivania per lo studio o, nei
prossimi mesi, la
culla della bambina in arrivo. "Riuscire a far
stare tutto in modo funzionale, considerando le grandi vetrate e le
superfici disponibili, è stato complicatissimo" commenta
Baudino, orgoglioso del risultato.
A caratterizzare l'appartamento due
materiali:
la resina e il rovere. La prima è stata scelta dalla
padrona di casa per i
pavimenti: "Volevo un materiale che avesse
una
bella resa, che fosse
resistente, dato che abbiamo un gatto, e
che non richiedesse un'attenzione quotidiana come, per esempio, il
parquet, che abbiamo scelto solo per le camere da letto" dice. "E' un materiale che ricorda anche
il
passato industriale di quest'edificio" aggiunge l'architetto. Ed
è stato lui a introdurre il secondo materiale di riferimento, il
rovere, perché "il
legno riscalda l'ambiente,
dà calore alla resina e al suo grigio, un colore freddo, senza
il legno". A tutto il resto
pensa la luce, che inonda i due
piani dalle grandi vetrate ed esalta i colori. Un appartamento
d'autore, che ha dato soluzione ai problemi pratici della
progettazione, in uno dei cortili più belli di Torino.
Resina e
Rovere aprirà le porte per
Open House Torino, l'
8 giugno 2019. Non
perdete di vista
www.openhousetorino.it,
per gli aggiornamenti!
Tutte le
fotografie dell'articolo, meno quella contrassegnata da @rsto, sono di
Fabrizio Cavallero.
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