Alla sua terza edizione,
Open House
Torino si consolida nei suoi quartieri storici, come il centro,
Barriera di Milano, San Salvario o zona Vanchiglia, ed esplora nuove
zone cittadine, in cui la sua presenza era minore, come la collina o
Mirafiori. A
San Salvario e
intorno alla Gran Madre, itinerari
intriganti, soprattutto pensando alle
new entries, che, come già
sapete, quest'anno sono circa la metà delle
152 architetture aperte.
Casa Pollon e C'era una volta
Dietro le facciate liberty di San Salvario, Open House Torino
rivela universi inaspettati. Potremmo iniziare da corso Massimo
d'Azeglio: dietro a una delle sue imponenti facciate, c'è l'
Istituto
Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM), l'ex Istituto Galileo
Ferraris, che guarda il Valentino (dove è aperto l'
Orto Botanico):
si entra nel suo atrio monumentale di marmo e si scopre la
biblioteca, ristrutturata da poco, per poi finire in un terrazzino
che guarda alla collina. In via campana, in un bell'edificio liberty, il
Consolato del Vietnam: non solo uffici e biblioteca, ma anche un'intensa vita culturale aperta al quartiere e un bel caffè nel giardino di bambù.
Consolato del Vietnam e INRIM
Infilandosi in via Berthollet,
Casa Pollòn
mostra la ristrutturazione di un appartamento di un edificio
ottocentesco, che mescola elementi del passato, ricordi familiari e
tendenze contemporanee, senza dimenticare oggetti curiosi come le
sedie di legno dei vecchi cinema, con un risultato singolare e
originale. Poche traverse più a sud,
Rolling Stairs Duplex propone
una ristrutturazione che esalta la doppia altezza di un duplex,
sottolineata anche dal protagonismo della scala che li unisce; i colori
accesi dell'arredamento interno e un nuovo abbaino, che guarda il
cielo di Torino e le Alpi fanno il resto. Ancora una
ristrutturazione, non lontano da qui, in via Saluzzo, offre un bel
contrasto tra l'arredamento minimal e i colori chiari, studiati per
esaltare gli affreschi appena scoperti sui soffitti e per ascoltare
la lunga storia che essi raccontano:
C'era una volta, per l'appunto,
al piano nobile di un palazzo ottocentesco.
Synesthesia e Rolling Stairs Duplex
Le facciate di
San Salvario nascondono
piccoli gioielli d'architettura,
stili di
vita contemporanei che si sono adattati, e hanno adattato,
appartamenti e sale costruiti nel passato. Ma non solo. In un palazzo
liberty, in corso Dante, c'è la
factory di
Synesthesia,
partner
tecnologico di Open House Torino (suo lo sviluppo della app che
potrete utilizzare nei giorni della manifestazione, per non perdervi
edifici e aggiornamenti): nelle sue sale, la
grafica racconta il
salto temporale tra l'architettura e l'attività che ospita, con un
mural di Hu-Be e triangoli colorati che ridisegnano lo spazio;
liberty e grafica digitale, chi l'avrebbe detto? E anche, perché
no?
Sempre nel quartiere alcuni degli
evergreen di OHT:
25 verde e
Molecolar Biotechnology Center, l'architettura contemporanea
declinata tra residenziali facciate verdi (la prima facciata con gli
alberi in Italia!) e centri di ricerca d'avanguardia e firmata da
Luciano Pia, e il
Duparc Contemporary Suite, che nei pressi del Parco
del Valentino, unisce l'architettura degli anni 70 al design
contemporaneo in suite tutte diverse.
Dust Museum e Centro Paideia
Intorno alla Gran Madre,
Open House Torino apre
spazi inaspettati. Per esempio, sapevate che
in via Martiri della Libertà, a pochi minuti a piedi dalla Gran
Madre, c'è il
Dust Museum? Si trova in una palazzina dell'inizio del
Novecento, in quelli che furono uffici e abitazione del proprietario
della prima fabbrica italiana di bianco di zinco; oggi, trasformata in
un Museo, ospita centinaia di oggetti realizzati da
Piero Livio: "Una
lama di sole, milioni di intangibili oggetti emergono dal nulla: un
polveroso universo, una ricchezza celata di differenti nature,
colori, misure, tensioni, attrazioni, pulsioni; un pacato caotico
vortice, un parabolico andare in cerca di pace dove pace non c'è. Un
rumore inudito, il ribollir silenzioso del fiato terreno presente,
impalpabile, assente, trasporta la vita, la fortuna, il destino, un
granello piccino, l'intero universo che porta con sé" scrive la
pagina web del Museo, riportando le parole dell'artista per definire
il suo universo. Pochi isolati più a est, salendo verso Villa della
Regina, c'è il
Centro Paideia, un complesso tutto dedicato ai
bambini con disabilità e spazi di condivisione dedicati a loro e ai
loro genitori, per attività sportive corsi e laboratori; c'è anche
un terrazzino aromatico, affacciato sulla collina. E bisogna
inoltrarsi nella collina per scoprire altri edifici aperti da Open
House Torino, come il
Convitto Principessa Felicita, in Val Salice,
che è come un frammento di Settecento in collina: un complesso
pensato per accogliere gli anziani e per fornire loro i comfort per
una vecchiaia serena, compresi il paesaggio e un'architettura
elegante.
Convitto Principessa Felicita e Above/Below Inside/Outside
Davanti al Borgo Medievale, sempre sull'altra riva del
Po, in strada San Vito, le
villette Derossi sono un complesso
plurifamiliare firmato da
Petro Derossi, che segue i dislivelli del
terreno e si ispira alle serre e alle limonaie per le sue forme.
Costruite negli anni 60, raccontano il passaggio dalle ville
familiari a quelle a schiera. Ancora trandosi nella collina, c'è una
villa di cui ho già parlato (si vede che mi incuriosisce parecchio):
Above/Below Inside/Outside è un edificio degli anni 70 recentemente
ristrutturato, con un interessante trasformazione del piano
sotterraneo, prima adibito a garage e cantina e adesso "aperto"
all'esterno e al paesaggio, con nuove destinazioni d'uso.
Ricordate
che
le visite alle architetture aperte da Open House Torino sono
gratuite, ma da quest'anno bisogna
registrarsi nel sito web della
manifestazione (
www.openhousetorino.it).
Perché? Non è niente di diverso rispetto agli altri anni, quando
dovevate lasciare i vostri dati ai volontari, all'ingresso dei vari
siti: per velocizzare,
ci si registra nel sito web, si riceve via
email
un codice identificativo e poi, durante le visite,
si inquadra
con il proprio smartphone il codice QR presente all'ingresso di ogni
sito, e si viene
automaticamente registrati,
evitando le code causate
dalle registrazioni (e dovessero esserci problemi con il codice, ci
sono i volontari a cui chiedere aiuto). Alcuni edifici, ovvero Nuvola
Lavazza, Palazzo Novecento, Ville Derossi, Above/Below Iside/Outside,
Villa Nuytz Antonelli Mosso, Passive House, Casa Y, Clinica Fornaca,
Campanile di Santa Zita, oltre alla registrazione richiedono
anche la
prenotazione; per cui, se intendete visitarli, ricordatevi che, dopo
esservi registrati, dovete prenotarvi; le registrazioni sono già
possibili,
le prenotazioni inizieranno domani, 4 giugno, alle ore 13.
Tutte le info, sul sito web, al link già indicato; dal sito di Open House Torino, anche le
fotografie utilizzate in quest'articolo.
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