Una
delle piazze torinesi che hanno subito maggiori
trasformazioni, e
chissà se l'attuale è quella definitiva, è
piazza Castello, la
piazza più importante della città. Il
cuore politico di Torino da
secoli: vi si affacciano
Palazzo Reale e
Palazzo Madama, residenze
dei sovrani sabaudi, e, un tempo, le
Regie Segreterie di Stato, che amministravano il Paese; attualmente al posto delle Segreterie
c'è la
Prefettura e, nel Palazzo all'angolo con via Garibaldi e via
Palazzo di Città, ha sede la
Giunta Regionale. Sembra strano che
proprio questa piazza non abbia trovato quella sistemazione che
sostanzialmente ha sempre avuto
piazza San Carlo (con o senza
traffico, ha sempre mantenuto l'aspetto immaginato da
Carlo di
Castellamonte), l'unica in grado di rivaleggiare con lei per affetto
dei torinesi e per importanza.
Attualmente la piazza presenta al
suo centro, Palazzo Madama,
isolato dagli edifici che lo circondano.
Ma non è sempre stato così. Palazzo Madama, come ho già scritto
varie volte su Rotta su Torino, è una
sintesi millenaria della
storia di Torino: al suo interno ci sono la
porta romana che guardava
al Po, la
fortezza medievale degli Acaja, la residenza prediletta
delle
due Madame Reali (di qui il suo nome), che governarono nel nome
dei figli; ed è stata proprio l'ultima Madama Reale,
Maria Giovanna
Battista di Savoia-Nemours a volere la facciata barocca firmata da
Filippo Juvarra, che ha dato l'aspetto definitivo al Palazzo.
Ci
sono diversi quadri e incisioni che raccontano l'evoluzione della
piazza nei secoli e di quanto sia irriconoscibile per noi quella che
fu nei secoli della monarchia assoluta. Uno di questi, un'acquaforte
di
Tasnière su disegno di
Cortella e
Recchi, è stato recentemente
pubblicato dall'
Archivio di Stato di Torino su Twitter. Rievoca il
solenne funerale di Carlo Emanuele II, marito di Maria Giovanna
Battista, e permette di leggere una piazza Castello molto diversa
dall'attuale. Un alto
muro la divideva da piazzetta Reale, rendendo
più lontana (in senso fisico e metaforico) la residenza dei Duchi di
Savoia. Palazzo Madama era
parte integrante degli edifici del potere,
unito a Palazzo Reale da una
manica andata perduta in età
napoleonica, in una delle tante demolizioni che caratterizzarono il
dominio francese; eppure doveva essere davvero affascinante, una
sorta di
passeggiata coperta trasformata in Pinacoteca, con i
tesori raccolti dai Savoia grazie alla loro passione collezionistica.
Nell'immagine di Trasnière,
Palazzo Madama si distingue
dall'architettura omogenea che lo circonda grazie alle
lesene giganti
che scandiscono la sua facciata (e che sono state riprese da Juvarra
nel suo fastoso disegno barocco); al piano terra si notano ancora
le fortificazioni e il ponte levatoio, poi demolito con il
rifacimento juvarriano e la trasformazione dell'edificio in residenza
reale. È già leggibile
la scelta dell'architettura omogenea per
definire l'identità della piazza, una scelta
mai tradita nei secoli
successivi, neanche dopo le distruzioni dei bombardamenti della
Seconda Guerra Mondiale, tutto il resto è testimonianza di una
Torino perduta, che a volte
è peccato non aver visto (anche se
chissà se ci sarebbe piaciuta come quella in cui viviamo).
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