Il
rapporto tra Torino e i suoi fiumi è
uno degli elementi più affascinanti della storia millenaria della
città. In particolare il rapporto con il Po, così importante da
permettere la costruzione di
una via "inclinata" rispetto
allo scacchiere romano, per raggiungere
l'unico ponte che lo
attraversava: via Po, che da piazza Castello, centro del potere
sabaudo, porta fino al ponte Vittorio Emanuele I.
Il Po è stato
per secoli una vera e propria
fonte di lavoro per centinaia di
persone. Non pensate solo agli immaginabili
pescatori, considerate
che è stato un'importante
via di trasporto di merci e persone, tra
la capitale, la Granda e i territori più a nord. Pensate a mestieri meno nobili e però indispensabili,
come quello dei
lavandai, che usavano le acque del fiume per lavare i
panni sporchi della città e stendevano poi il bucato al sole sulle
rive, biglietto d'ingresso alla capitale dei Savoia. La presenza di
un solo ponte rendeva altrettanto indispensabile il mestiere dei
barcaioli, che portavano merci e persone da una riva all'altra del
Po;
imbarcazioni snelle e veloci, che solcavano le acque del fiume e
che consentivano commerci e scambi. Era
un Po diverso da quello che
viviamo oggi, era
fonte di lavoro e di sostentamento, al contrario di
oggi, che è soprattutto
fonte di relax: in passato i panni al vento,
oggi le passeggiate e i parchi, in passato le imbarcazioni dei
pescatori e dei trasporti, oggi le canoe di chi si allena per le
competizioni o vuole tenersi in forma.
E indicava anche
le
profonde differenze sociali che dividevano la città e di cui si
parla raramente.
Il fiume del lavoro e il fiume del loisir. Sul web, girano stampe, quadri e foto delle
antiche imbarcazioni di trasporto da una riva all'altra: non
hanno il fascino delle
gondole, con cui ci si muove ancora oggi a
Venezia, ma danno un'idea di
come doveva essere attraversare il
fiume; imbarcazioni di legno, affusolate, con una sorta di copertura
per riparare i passeggeri dal sole e dalle intemperie.
Fanno pensare
a come sarebbe
se ci fossero ancora oggi,
per turismo e per
divertissement (chi, non solo tra i turisti, ma anche tra i torinesi,
non avrebbe voglia di provarle?), ma fanno pensare anche
all'opulenza
del Bucintoro dei Savoia,
esposto oggi alla Reggia di Venaria Reale. È un vero e proprio gioiello d'arte,
uscito dai cantieri veneziani e oggi
unica peota al mondo del Settecento
veneziano (qui
la storia del suo lungo viaggio sul Po e sulle sue rive, da Venezia a Torino); si muoveva
sfarzoso nelle acque del Po tutte le volte che
i sovrani avevano voglia di navigare sul loro fiume, testimoniava la
loro ricchezza, il fascino del loro stile di vita, la forza del loro
potere; guidava le manifestazioni e i cortei lungo il fiume, era il
segno della monarchia assoluta. Il Bucintoro e le imbarcazioni di
trasporto dei torinesi,
due immagini della stessa città e delle sue
enormi differenze sociali.
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