In
via San Secondo 69, il
Pastificio Bolognese è uno dei
punti di riferimento della gastronomia torinese e, come tante eccellenze locali, ha una
bella storia da raccontare. Una storia che inizia
70 anni fa, con l'arrivo a Torino di
Alda e Giuseppe Muzzarelli, con il loro piccolo
Achille, in cerca di fortuna nella grande città
dalla natia Modena. Da buoni emiliani, si mettono subito al lavoro e Alda inizia a
produrre a mano i tortellini, pasta fresca che oggi è simbolo della sua terra (ma anche dell'Italia all'estero!), ma che all'inizio degli anni '50 era
sconosciuta ai torinesi.
In breve tempo, il
successo è tale che Giuseppe decide di introdurre
l'uso delle macchine per la loro
produzione e il giovane Achille, che inizia dal basso il suo cammino
nella piccola impresa di famiglia, effettua le consegne in bicicletta.
Sono gli
anni '50, il decennio in cui l'Italia si rialza dopo le
devastazioni della guerra e in cui tante famiglie gettano le basi per
la loro stessa
rinascita. I Muzzarelli si distinguono subito per le
capacità d'innovazione: non solo le macchine per soddisfare le
richieste di una
clientela sempre più numerosa, soprattutto
nell'alta ristorazione, non solo la qualità degli ingredienti, che è
indispensabile per affermarsi in un mondo sempre più competitivo. Ma
anche la capacità di
allargare l'offerta dei prodotti e di
rinnovarli continuamente.
Quando il giovane Achille
prende in mano le redini dell'azienda, introduce
nuovi ingredienti
come il basilico fresco, le erbe aromatiche, la borraggine, tutti
prodotti mai visti prima nella produzione della pasta fresca; è
ancora Achille a produrre la
pasta fresca trafilata, vista fino ad allora solo nella
versione secca, che permette ai
ristoranti di essere più veloci in cucina. I Muzzarelli ampliano
ancora le proprie attività, con l'arrivo della
terza generazione,
tutta femminile:
Cristina, Laura ed Elena, le figlie di Achille,
introducono il loro Pastificio Bolognese in un
mercato sempre più
veloce e competitivo, sapendo cavalcare abilmente le mode del
momento, dagli chef stellati alle ricette insolite, fino all'
apertura
di una gastronomia, per chi vuole portare a casa
piatti pronti e di
qualità. Qui, raccontano le sorelle Muzzarelli, sia le famiglie che
gli imprenditori "possono trovare la pasta, non solo in
versione classica, ma anche con farina integrale o kamut e, su
richiesta, senza uova. Sono
oltre 90 i tipi di pasta fresca prodotti
di diversi formati come garganelli, fusilli, calamarata, mezzi
paccheri, anche nelle varianti colorate al nero di seppia, al
pomodoro, allo zafferano o con farina di castagne. Tra le paste
ripiene sono prodotti di punta i plin di Langa e gli agnolotti
paesani, ma anche specialità che si discostano dalla tradizione
locale come, ovviamente, i cappelletti di Modena".
Con la
terza generazione alla guida, il Pastificio Bolognese festeggia
i
suoi primi 70 anni e lo farà con una
festa a inviti il 16 settembre
2019: "Siamo felici e orgogliosi di aver continuato a garantire
nel tempo, nella nostra città di adozione, Torino, un
prodotto di
qualità nato dalla passione nel mettere, ed è proprio il caso di
dirlo, le mani in pasta; la festa è per noi l'occasione di
ringraziare chi, in tutti questi anni, dai clienti ai fornitori,
dai ristoratori sino agli amici, ci ha dato piena fiducia e la
spinta per fare sempre meglio stando al passo con le richieste del
mercato" dice Achille Muzzarelli, adesso presidente del Pastificio Bolognese.
Non è una bella storia? Torino
città di immigrazioni e di accoglienza, che dà il posto che merita a chi ha
idee, lavora duro, ha come obiettivo
qualità e innovazione. Poi,
annotazione del tutto personale, tempo fa ho scoperto che
Achille
Muzzarelli è un tifoso del Torino, come me, e, per ricordare le sue
simpatie granata, il Pastificio Bolognese ha
contribuito al
crowdfunding con cui è stato ricostruito lo
Stadio Filadelfia, sponsorizzando la costruzione del
pennone che ricorda capitan Mazzola (leggete qui
la bella storia che lega Achille Muzzarelli al grande Capitano del Toro).
Grazie anche per questo!
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