Lo
zafferano è una
spezia essenziale
anche per la cucina italiana ed è preziosissimo, date le difficoltà
della produzione e i benefici per la nostra salute (migliora l'umore ed è un ottimo integratore di magnesio). Se n'è parlato a Torino qualche sera fa, da
Casa
Amélie, dove è stato presentato lo zafferano
Krokos Kozanis DOP,
considerato uno dei migliori del mondo. Viene prodotto
nella regione
di Kozani, nella Macedonia (Grecia settentrionale), dove
39 paesini si sono riuniti in una
cooperativa, la
Cooperativa dei Produttori di Zafferano di Kozani,
che controlla la
qualità della produzione dei 1600 soci e ha il
diritto esclusivo di raccogliere, confezionare e distribuire lo
zafferano di Kozani. Il prodotto che non supera gli standard
richiesti, viene distrutto, in modo che non possa essere distribuito
e ci sia
la sicurezza che lo zafferano con marchio Krocus Kozanis sia
davvero il migliore. La produzione avviene
su 300 ettari, la semina
avviene d'estate e in autunno si raccolgono gli stigmi del fiore,
facendoli essiccare finché non diventano sottili filamenti rosso
scuro, quindi vengono consegnati alla Cooperativa.
Grazie a un
progetto di promozione finanziato dalla Commissione Europea, per
facilitare l'ingresso dei produttori agricoli nei mercati
internazionali, la Cooperativa dei Produttori di Zafferano si sta presentando nel continente e
in Italia ha fatto tappa solo a Torino
e a Milano. A Casa Amélie, oltre all'incontro con i dirigenti della
Cooperativa, anche una
bella sfida sull'uso dello zafferano nella cucina
italiana e greca, grazie a due fantastici chef, il padrone di casa,
Guido Perino, proprietario di Casa Amélie, e
Kostantinos Mouzakis,
presidente dell'Acropolis Chef Club dell'Attica e Vicepresidente per
la Grecia del Conseil Européen des Confréries oenogastronomiques.
Sono stati loro due a mostrare
l'estrema versatilità dello
zafferano: Kostantinos ha preparato tagliatelle greche tradizionali
al nero di seppia, con colori e sapori del Mediterraneo e aroma di
zafferano, Guido ha risposto con una piadina allo zafferano, oca
marinata, erbe selvatiche e ananas (l'unico piatto di cui ho fatto il
bis). Poi, a cura del padrone di casa, una
cena in piedi che ha
compreso diversi piatti, tra cui, cito non perché migliori degli
altri, una focaccia con gambero rosso e pistilli di zafferano, un
panino con hamburger di lenticchie allo zafferano e peperoni gialli
alla brace, i ravioli allo zafferano ripiedi di ricotta di bufala e
pistacchio con burro all'arancia (non si può dire i miei preferiti,
data l'estrema varietà delle proposte, ma davvero delicati e
armoniosi!). C'erano anche calamari allo zafferano, formaggio vegano,
broccoli, stracotto di manzo con olive taggiasche e salsa di
zafferano e aneto, per una chiusura con cubo di cioccolato e crema di
mandorle allo zafferano.
Una tale
varietà di proposte,
un'attenzione discreta per una cucina, quella vegana, che tendo a non
frequentare (non per ideologia, semplicemente perché non mi capita),
una tale
mescola insolita di sapori, che, oltre ad aver apprezzato lo
zafferano in tutte le sue possibili declinazioni, sono arrivata anche
a un'altra conclusione:
una cena a Casa Amélie, in uno di questi
giorni d'autunno. Tanta passione per la cucina merita un'ulteriore
visita! E
anche la location: quando si esce dal locale si è accanto
alla Consolata, che alla sera è sempre una rassicurante presenza
amica!
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