Nel
Seicento, il lungo
Canale d'Ercole del Parco Basso della Reggia di Venaria Reale era affiancato da
due viali simmetrici: costituivano l'
Allea Centrale, una passeggiata
che conduceva
dalla Fontana d'Ercole al Tempio di Diana. Questo era
costruito all'interno di un lago, "in cima ad uno 'scoglio'
fatto di pietre, al cui interno
due canali incrociati consentivano il
passaggio delle
barche, sorgeva il tempio, edificio a
pianta
circolare, con copertura a
cupola. Marmi, colonne, sculture e
decorazioni murarie di conchiglie e madreperla lo impreziosivano"
scrive
il sito della Reggia di Venaria Reale "All'interno c'era
una
fontana con le statue di Diana e di otto ninfe, dalla quale
l'acqua usciva in un rivolo che, attraversando la bocca di diversi
'mostri', rompendosi tra le punte dello scoglio e scendendo lungo le
scale, creava
effetti ottici e sonori atti a destare 'meraviglia'.
Soggetti classici e imitazioni di elementi naturali, sculture e
architettura si integravano nell'opera e
l'acqua aveva fondamentale
valore estetico".
Nel Settecento, il gusto cambiò e
Michelangelo Garove, architetto di Corte impegnato alla Venaria, fece
demolire sia
la Fontana d'Ercole che il Tempio di Diana, per recuperare la
vista
all'infinito che si impose nei nuovi giardini. Del Tempio sono
rimaste le
fondamenta, che sono sempre una
meta spettacolare per chi
visita la Reggia: siete mai andati fino al fondo del canale, fino ai
resti del Tempio di Diana, per vede la Reggia, come magnifica
chiusura del canale? Passeggiata lunga, mai noiosa e con
chiusura
piacevolissima. Ancora più piacevole da alcuni giorni, grazie alla
realizzazione del
Giardino del Tempio di Diana. Citando lo scopo
iniziale del Tempio, "luogo di quiete e di meditazione", le
fondamenta dell'edificio, ritrovate durante gli scavi archeologici,
sono protagoniste di un nuovo giardino, che ha l'obiettivo di aggiungere "
curiosità botaniche e piacevoli luoghi
di sosta in uno dei luoghi più appartati e paesaggisticamente
apprezzabili dei giardini"; sono state così impiantate
"alcune delle più
scenografiche varietà di graminacee" e piante perenni. Un
disegno scenografico ambizioso, che
incornicerà la
Reggia dal fondo dell'antica Allea e che, allo stesso tempo, esalterà
la visione delle Alpi, dai Giardini Alti. Un bel modo di citare un
edificio che il cambiamento del gusto ha cancellato dal Parco della
Reggia,
ma non dalla sua memoria.
E a questo proposito, due
considerazioni. Il Giardino del Tempio di Diana è stato realizzato
grazie al
contributo della Compagnia di San Paolo, che nel comunicato
stampa sottolinea di essere "socio del Consorzio delle Residenze
Reali Sabaude a cui riconosce 2 milioni di euro annui (la Fondazione 1563
affianca la Compagnia con un contributo di 1 milione di euro annuo)".
Ancora una volta, riflettiamo su quanto Torino e il Piemonte debbano
alla
capacità di visione, oltre che di finanziamento, delle sue
fondazioni bancarie. L'altra considerazione è sull'
ammirazione che
merita chi sta lavorando
nell'enorme cantiere della Venaria Reale,
considerando il fatto che non esiste un disegno "definitivo"
della Reggia e del suo Parco, essendo sempre stato tutto in fieri,
seguendo mode e tendenze del momento, gusti e ambizioni del sovrano
sul trono. Riuscire a
sintetizzare tre ricchissimi secoli di storia,
fino all'abbandono, è
lavoro titanico, che merita tutta
l'ammirazione e anche di essere raccontato.
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