FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

TorineSÌ: Maurizia Rebola, i sì che mi rendono una cittadina felice

Maurizia Rebola, nata a Carignano (TO), 49 anni, laureata in Lettere Moderne,
è Direttore della Fondazione Circolo dei Lettori

Sì allo sviluppo, al futuro, agli orizzonti da scoprire; No allo sconosciuto, all'incertezza, alla novità. Se n'è parlato tanto in questi mesi e, guardando le piazze e ascoltando i discorsi, mi è venuto in mente un magico verso di Dante Alighieri, che ha definito l'Italia il Bel Paese dove il sì suona. Mi è sempre piaciuta l'idea di una terra allora divisa in tanti Stati, rivalità e avversioni e unificata dal suo monosillabo più ottimistico, agli albori del volgare. Così è nata l'idea di questa sezione, TorineSÌ, per scoprire quando i torinesi dicono sì, uscendo dalle loro zone comfort, e con quali forze ed energie accettano le sfide di quei sì. Le domande sono uguali per tutti gli intervistati e grazie a tutti i torinesi, nati qui o arrivati per scelta, per le loro risposte.

- Pensa che sia più facile dire sì o no?
Per me è più facile dire sì, sempre. Per la mia indole e propensione a cercare di anticipare i tempi e guardare avanti, il sì è molto più facile. Il no mi pesa molto.

- Il sì più folle, quello che ha detto senza pensarci, e quello più faticoso?
Il sì più folle è stato quando mi hanno proposto di andare a fare il giro del Monviso in giornata e io sono andata, senza essere allenata; sono tornata stanca morta, ma felice. Il sì più faticoso non riesco a identificarlo, dire di sì non mi costa fatica, altrimenti non lo dico.

- Un sì di cui si sente orgoglioso e uno che, ripensandoci, non direbbe? Quali sono?
Il sì di cui sono più orgogliosa è quello che ho detto a mio figlio, dopo aver saputo in gravidanza che sarebbe nato disabile. Il sì che oggi non direi... di nuovo non riesco a ricordarlo, proprio perché se non ci credo non lo dico e i sì che magari poi hanno avuto gestazioni più lunghe e più complicate, hanno avuto però soddisfazioni. No, non trovo un sì che non direi di nuovo.

- Ha mai identificato in cosa consista la sua zona comfort? Cosa ha implicato uscirne, le volte che l'ha fatto?
Ho un perimetro di zona comfort piuttosto ampio. Per di più adoro i cambiamenti, sono la mia linfa vitale. Uscire dalla zona comfort è necessario, non mi costa fatica né sacrifici

- Ci sono dei sì detti da Torino, durante la sua storia, di cui si sente orgoglioso e in cui si riconosce?
Il sì alle Olimpiadi, assolutamente. Sono nata negli anni 70, quindi ho visto Torino cambiare in quegli anni, con le Giunte di Castellani e Chiamparino. I sì detti in quegli anni, alla cultura, alle Olimpiadi, alle trasformazioni, al reinventare una città che stava irreversibilmente cambiando, sono i sì che fanno di me una cittadina felice.


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