La pausa natalizia è una bella
occasione
per (ri)scoprire Torino e le sue offerte culturali. Se
avete tempo da dedicare alle visite alle mostre, che sono tante e
sono tutte di bella qualità, ve ne consiglio
cinque, davvero da non
perdere (un paio sono nella mia lista natalizia, le altre le ho
viste). L'ordine è del tutto casuale, per comodità logistica (le prime tre sono in centro, le altre due più in periferia).
Konrad Magi, La Luce del Nord
Una delle sorprese
più belle della stagione culturale, la più grande retrospettiva di Konrad
Mägi, il padre della pittura estone moderna, mai organizzata fuori dall'Estonia. In
mostra i quadri del periodo norvegese, con i colori dei paesaggi
nordici, i ritratti di persone possibilmente di etnie diverse, per
scoprire sfondi e tessuti da indagare, i quadri dell'ultima
ispirazione, in Italia, con pennellate di Venezia, Capri e Roma che a
volte hanno un'atmosfera metafisica. Un pittore tutto da scoprire,
che rimane in testa per i colori esplosivi dei suoi tramonti, per la
luce fredda del suo nord, per la determinazione con cui ha seguito il
suo sogno di dipingere. La mostra è a Palazzo Chiablese (piazzetta
Reale 1) ed è chiusa il giorno di Natale (aperta il 24 dicembre ore
10-14, 30 dicembre ore 10-19, 21 dicembre ore 10-16, 1° gennaio ore
11-19, 6 e 7 gennaio ore 10-19).
Andrea Mantegna. Rivivere
l'antico, costruire il moderno
A pochi metri da Palazzo Chiablese,
questa mostra di Palazzo Madama riporta tutto il fascino del
Quattrocento italiano, rendendo omaggio a uno dei suoi artisti più
significativi, Andrea Mantegna, pittore dei Gonzaga e non solo. Si
inizia subito con un colpo a effetto, l'affresco staccato della
Cappella Ovetari, mostrato in pubblico per la prima volta dopo il
restauro. Poi ci sono quadri di Madonne, appunti di rapporti
personali, ritratti, ancora affreschi e capolavori dell'intensa vita
di Mantegna, messi in relazione con i grandi del suo tempo, da
Donatello ad Antonello da Messina, senza dimenticare il rapporto
faticoso e appassionante con Isabella d'Este. Palazzo Madama, in
piazza Castello, è chiuso a Natale (aperto
il 24 dicembre ore 10-14; 26-30 dicembre ore 10-21; 31 dicembre ore
10-14; 1° gennaio ore 14-21).
Guerriere del Sol
Levante
Questa è una delle mostre che mi sono piaciute di più,
perché rende omaggio alle donne, spesso dimenticate dalla storia,
scritta dagli uomini, e perché richiede il suo tempo per essere
metabolizzata. Il MAO riprende testi di letteratura e teatro e
ricostruisce la storia delle guerriere giapponesi: le loro armi, il
loro codice d'onore, la loro preparazione, la loro abilità. Storie
di coraggio e di eroismo, guerriere che guidavano eserciti,
vincitrici di battaglie importanti, esecutrici di feroci vendette,
secondo il codice del loro tempo, capaci di entrare e di uscire dalla
storia, come ombre, immortalizzate dalle opere teatrali. Il
finale pop è divertente e spiega quanta influenza esercita su di noi
il Giappone, anche se non ci pensiamo. Il MAO (via San Domenico 11) è
chiuso a Natale (aperto il 24 e 31 dicembre ore 10-14, 1° gennaio
ore 14-18).
Hokusai, Hiroshige, Hasui. Viaggio nel Giappone che
cambia
Nella mia lista natalizia, questa mostra della Pinacoteca
Agnelli, che propone un centinaio di xilografie di grandi maestri
giapponesi come Katsushika Hokusai, Utagawa Hiroshige e Kawase Hasui.
Un viaggio attraverso due secoli, dal Settecento al Novecento, che
hanno visto la trasformazione straordinaria del Paese, sempre più
influenzato da canoni, codici e gusti europei. Un viaggio ancora più straordinario, perché si possono ammirare le opere di
Hokusai e Hiroshige, che tanto influenzarono la Parigi di fine
Ottocento, per poi vederne una rilettura giapponese, tra nostalgie e
tecniche innovative, attraverso le opere di Hasui. Proposta
irresistibile. La Pinacoteca Agnelli, in via Nizza 230/103 (sul tetto
del Lingotto) è chiusa il 24 e 25 dicembre (aperta il 31 dicembre
ore 10-15, 1° gennaio ore 15-19; 6 gennaio ore 10-19).
Me two
Al Museo Fico, è alle sue ultime battute, chiude il 26
gennaio 2020,
Me two, dedicata all'incredibile collezione di Ernesto
Esposito e articolata in due sezioni diverse,
Some people, che
propone un ampio percorso nella storia della fotografia, proponendo i
generi più diversi e gli autori più lontani (un viaggio divertente
e appassionante intorno a tutto quello che la fotografia può essere,
dal glamour alla denuncia sociale, alle oziose estati al mare), e
Brazil, incredibile percorso nell'arte contemporanea del Paese
sudamericano, con installazioni, quadri, sculture e proposte
derivanti dalle nuove tecnologie che raccontano gli ultimi 20 anni di
ricerca e storie del grande Paese sudamericano. Sorprendente, nessuna
delle due mostre lascia indifferenti (come sempre al MEF). Il Museo
Fico è in via Cigna 114 ed è chiuso a Natale e a Capodanno.
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