Si chiama
Bottom Up! ed è la nuova
formula del
Festival dell'Architettura, che si terrà
dal 1° al 10
maggio 2020. Ricordate la settimana di eventi, mostre, incontri, che
ogni due anni portava al centro della vita culturale torinese
l'architettura? Be', dimenticatela. Bottom Up!, curata da
Maurizio
Cilli e Stefano Mirti, propone un
Festival molto più ambizioso, che,
partito in questi giorni, intende
generare
trasformazioni urbane dal basso, coinvolgendo non solo gli architetti, ma anche
i
cittadini, le associazioni, chi conosce il territorio e vuole proporre
nuove soluzioni per renderlo più piacevole e adatto all'uso.
Il
bando di partecipazione, sul sito
www.bottomuptorino.it,
è aperto a tutti, ma richiede l
a presenza di almeno un architetto
nel gruppo promotore del progetto. Dai gruppi partecipanti devono arrivare "
progetti di trasformazione reale del territorio urbano: proposte concrete su spazi interni, esterni, luoghi abbandonati o molto frequentati, luoghi pubblici, collettivi, ma anche privati, che trovano nuove vocazioni per aprirsi. Giardini, parchi, cortili, spazi residui, edifici sottoutilizzati, chioschi, negozi sfitti, coperture di edifici, solo per citare alcune delle tipologie possibili. Le proposte devono contenere il
racconto dell'idea, la
descrizione della trasformazione proposta e il riverbero sul suo contesto di riferimento, secondo
criteri di sostenibilità,
garanzia di qualità architettonica e le
relative ricadute sulla vita delle comunità che abitano e frequentano i luoghi prescelti".
Due appuntamenti con i
curatori della mostra (il
17 dicembre 2019, alle ore 17 al
Circolo
del Design, in via S. Francesco da Paola 17, e il
9 gennaio 2020 alle ore 18 in
Cascina
Roccafranca, in via Rubino 45), aperti a tutti, aiuteranno a
sciogliere eventuali dubbi di chi vuole partecipare al bando. Gli
elaborati dovranno essere consegnati
entro il 16 gennaio 2020, poi
una giuria, composta da Andrea Bartoli (Favara Cultural Park), Guido
Bolatto (segretario generale Camera di Commercio Torino), Maurizio
Cilli (curatore festival), Cristina Coscia (membro tavolo di
coordinamento festival), Massimiliano De Serio (regista, tra i
fondatori del Piccolo Cinema di Torino), Stefano Mirti (curatore
festival), Alessandra Siviero (membro tavolo di coordinamento
festival), Mario Spoto (segretario generale Città di Torino), John
Thackara (scrittore), selezionerà i
12 progetti finalisti, che
saranno annunciati il
6 febbraio 2020. E qui comincia il bello.
Bottom up! avvierà infatti
un percorso di formazione che aiuterà
i 12 progetti a perfezionare la propria proposta e a
renderla
fattibile anche attraverso
campagne di comunicazione e di
crowdfunding. Dunque
non architettura fine a se stessa, esteticamente
gradevole, magari un po' utopistica, ma chiusa poi in un cassetto al
termine del Festival, ma un'
architettura che possa essere davvero
costruita, trovando i finanziamenti e cercando di coinvolgere i
cittadini che la utilizzeranno.
Un'architettura dal basso, insomma.
Il percorso che porterà fino al Festival, a maggio, ha
date
concrete e stabilite:
dal 10 al 29 febbraio 2020, ci sarà il
percorso formativo dei progetti selezionati, articolati in quattro
moduli che forniranno gli strumenti per imparare a muoversi in temi
come la rigenerazione urbana, lo storytelling, il crowdfunding e la
comunicazione sui social media.
Dal 1° al 31 marzo 2020 ci sarà la
preparazione delle campagne di crowdfunding, lanciate poi il
1°
aprile e attive per tutto il mese. Si arriverà così al Festival
dell'Architettura, che per i suoi primi sette giorni,
dal 1° al 7
maggio, si muoverà in tutta la città, con
sette serate in sette
diversi luoghi, che racconteranno i progetti selezionati. Gli ultimi
tre giorni,
dall'8 al 10 maggio, sono dedicati ai luoghi dei progetti, all'incontro con le
persone che hanno sviluppato progetti analoghi, alla chiusura delle
campagne di crodfunding.
Cosa resterà di Bottom up! lo
scopriremo solo dopo il Festival, ma le persone che avranno
partecipato alla progettazione
avranno acquisito nuovi strumenti per
conoscere e vivere la città e per capire quanto sia complessa e
fattibile la sua trasformazione.
Un Festival dell'Architettura
diverso dai precedenti, la cui
filosofia è ben raccontata dai
curatori nel bando: "Stiamo cercando desideri. Idee capaci di
costruire legami fra i cittadini per i cittadini, reali intenzioni di
avviare dal basso progetti di condivisione. Raccontateci il vostro
tavolo di committenza: chi siete e in quanti siete. Spiegateci cosa
intendete fare. Perché intendete farlo. Argomentate le ragioni e il
grado di inclusione della vostra idea. Descrivete in quale luogo
intendete realizzarla e perché l'avete scelta. Cosa e per chi
intendete farlo: attivare un servizio, trasformare un giardino o uno
spazio pubblico abitare una porzione o un edificio nel suo complesso
etc... Con quali criteri avete scelto il vostro architetto o
collettivo di progettisti. Definite le fasi e i tempi del processo
con i quali intendete realizzare il vostro progetto. Programmate un
piano di reale fattibilità. Indicate le risorse umane e finanziarie
necessarie. Immaginate la durata temporale. Valutate se si tratta di
un'esperienza temporanea o con ambizioni di lunga durata. Chiedetevi
se il vostro è realmente un desiderio BOTTOM UP! STUPITECI".
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