Architetture Rivelate, il premio
dell'
Ordine degli Architetti di Torino, che intende
valorizzare le architetture che contribuiscono a migliorare la qualità dell'ambiente costruito, permette sempre di scoprire
le belle cose appena realizzate, ricordandoci che anche qui, nella
città barocca, dalle facciate e dai volumi omogenei e dagli isolati
squadrati, l'architettura contemporanea ha molto da raccontare.
47 i
progetti candidati, tra i quali sono stati scelti i
cinque vincitori per le
quattro categorie del Premio (c'è un
ex aequo); i progetti saranno presentati il
12 dicembre 2019, alle
ore 19, al
Museo dell'Automobile (corso Unità d'Italia 40).
Alcune
architetture mi sono note, ne ho parlato su Rotta su Torino e sono
felice del riconoscimento ottenuto, altre non le conoscevo o non le
avevo sufficientemente considerate e dunque ne parlerò presto. Bello
che ci sia un Premio che
riconosca il lavoro degli architetti locali
e che
stimoli la curiosità: un bel modo di scoprire Torino e le sue
novità!
Qui le
Architetture Rivelate delle diverse categorie,
con i nomi dei progettisti e le motivazioni della giuria composta da
Cherubino Gambardella, Elena Carmagnani, Giorgio Beltramo, Elisa
Enrietto e Alberto Lessan.
Masa House
Progetto di Raimondo Guidacci, 2018
Via
IV Novembre 24, Nichelino – TO
Vincitore ex aequo per la
categoria Nuova costruzione e riuso
Raramente s'incontra la giusta
miscela di armonia, finezza e leggerezza di mano. È il caso di
questa architettura dalle dimensioni obbligate ma dai grandi
contenuti in termini di rispetto del contesto, ritmo nelle
proporzioni e sapienza nell'uso dei materiali. Spicca la
controllata distonia che l'autore riesce a porre in essere tra la
doppia campata, caratteristica di schiere senza nome che segnano lo
spazio urbano su cui l'intervento insiste. Il retro, dominato dalla
giacitura irregolare della ferrovia, lavora attraverso un doppio
registro che vede nella soglia dell'interpiano un'espressione di
ombre piuttosto riuscita e il contenitore delle guide che oscurano le
finestre. Ci troviamo di fronte a un altro tema dell'architettura:
una facciata che si riallaccia alla tradizione italiana delle case
Borsalino di Ignazio Gardella ad Alessandria e alle tradizioni
spagnole di Coderch, Sostres, Moragas
Bernini2 – La villa e la torre
Progetto di Filippo Orlando, Silvano
Vedelago, Mariella Brero, Cinzia Curitti e Sara Musso, 2017
Piazza
Bernini 2, Corso Tassoni 2, Torino
Vincitore ex aequo per la
categoria Nuova costruzione e riuso
L'edificio interpreta, con intelligenza
e autografia, l'interrelazione tra piano basamentale e tipologie
abitative molteplici fino alla realizzazione di un blocco alto che
risolve brillantemente la facciata e il rapporto con l'esterno,
scavando delle profonde logge d'ombra dove il rivestimento in legno
minimizza l'impatto degli avvolgibili, disegna un'inattesa
profondità e valorizza la diversa partizione tra pannelli,
ringhiere, incisioni in un testo urbano condominiale che solitamente
viene risolto in modo piuttosto meccanico
Edit – A taste for sharing
Progetto di Michele Cafarelli, Marco
Ruffino, Luca Macrì, Sandro Rizzo, Silvio Tidu, Marco Nascosi,
Andrea Russo, Thomas Baistrocchi, Enrico Maglione, Elia Lamberti,
Cinzia Bongino, Cecilia Arata e Anna Oro (studio lamatilde),
2017
Piazza Teresa Noce 15/A, Torino
Vincitore per la categoria
Allestimenti temporanei e spazi interni
Interni molto accattivanti con l'uso di
arredi fissi e mobili di qualità e soluzioni coinvolgenti per l'uso
multiforme di materiali. Di particolare interesse il programma
funzionale che crea una nuova realtà ricettiva torinese all'interno
di uno spazio industriale sapientemente recuperato.
Lumen – Chiosco in piazza Gran Madre
Progetto di Vittorio Jacomussi, Osvaldo
Laurini, Agostino De Ferrari (Studio De Ferrari Architetti), Marco
Tobaldini, Lorenzo Rolle, Domenico Turrini e Dario Zanon, 2018
Corso
Casale 2, Torino
Vincitore per la categoria Spazi aperti,
infrastrutture e paesaggio
Funzionalità, ottimo inserimento
paesaggistico ambientale, garbato uso di colori, forme e materiali,
fanno di questo piccolo oggetto urbano un esempio di architettura
riuscita che si fa guardare e usare. La sua presenza notturna è tale
da evocare le atmosfere e le ambientazioni crepuscolari dei quadri di
Edward Hopper.
Italia '61 – Palazzo del Lavoro
Progetto di Pier Luigi Nervi e Gino
Covre, 1961
Via Ventimiglia 211, Torino
Segnalazione Opera
del secondo '900
L'opera sintetizza le inquietudini di
un International Style già in crisi, ponendole a reagire con uno
storicismo tutto italiano che utilizza la potenza figurativa dello
spazio ipostilo reinterpretato in chiave contemporanea come piano di
appoggio espresso. Tra i tanti esempi che la contemporaneità ci ha
consegnato di questo genere di spazi, questo edificio enfatizza un
carattere gentile del cemento armato a vista che riesce a renderlo
quasi più suadente dei Johnson Bax Administration Building di Frank
Lloyd Wright
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