Un piccolo edificio,
ai piedi della
Mole Antonelliana, custodisce
una delle ristrutturazioni più belle
del centro di Torino. Siamo all'angolo tra via Riberi e via Gaudenzio
Ferrari: da un lato c'è la Mole Antonelliana, dall'altro un edificio
a L che sarebbe dovuto diventare un palazzo di sette piani (accanto
alla Mole!). Meno male che lo ha visto l
'architetto Attilio
Giaquinto, che lo ha trasformato in
Riberi 6: "Quando sono entrato per la prima volta mi sono
trovato in un
giardino abbandonato con intorno una
casa diroccata e
la
vista sulla guglia della Mole. Una cosa strana e suggestiva, nel
centro di Torino. Me ne sono completamente innamorato. Era un
complesso in vendita, abbiamo fatto un'offerta e lo abbiamo
acquistato". Costruito tra fine '800 e inizio '900 come
opificio con appartamento dei proprietari ai piani superiori, è stato completamente reinventato.
La
ristrutturazione dell'edificio ha dovuto
tenere conto di
due vincoli: quello
paesaggistico legato alla
vista
della Mole e quello architettonico di tutela del
muro dell'antica
cinta daziaria romana, che taglia diagonalmente il piano interrato.
A questo, i progettisti hanno aggiunto la valorizzazione del cortile-giardino. Mantenute
intatti facciate e volumi,
gli spazi interni sono stati completamente ridisegnati, ricavando appartamenti con
doppio affaccio, sulla via e sul cortile,
distribuiti
intorno a due scale, rivestite di blu e con la zona centrale in
rete stirata color oro, dall'effetto raffinato e suggestivo.
"Agli appartamenti al piano terra abbiamo dato
in proprietà il giardino, mentre ai piani
superiori abbiamo garantito balconi, viste sulla Mole e particolarità
che li hanno resi unici" spiega l'architetto
Giaquinto "Per esempio, al primo piano c'è
una serra,
realizzata per il loft sottostante del piano terra. Su un balcone del
primo piano abbiamo voluto una
vasca adibita a orto-giardino, sproprietà di un alloggio del secondo piano, raggiungibile con
gradini di vetro, così da permettere
l'illuminazione del piano inferiore". Accorgimenti e idee
coerenti con l'idea del cortile-giardini. In qualche modo fruibile
non solo dal piano terra, ma anche dai balconi. Un'altra idea a suo
modo geniale, questa volta per v
alorizzare la vista della Mole, è
stata applicata in un appartamento del primo piano, sul lato di via
Riveri: "È proprio sotto la Mole Antonelliana, con bellissima
vista dal balcone, ma dalle finestre sulla via vede solo la base, per
cui abbiamo ricavato
una specie di cannocchiale, che attraversa
l'appartamento del piano superiore e permette di vedere la guglia
dalla camera da letto".
Il soggiorno di uno degli appartamenti (sin) - Il "cannocchiale" che permette di vedere la guglia della Mole Antonelliana (des)
Sulla superficie dei giardini
interni, ci sono
quattro oblò, che illuminano una
grandiosa sala
ipogea. La parte sotterranea di Riberi 6 è carica di storia, recente
e passata. L'ampio spazio fu probabilmente costruito come magazzino
dell'opificio, la sua parte sud-occidentale è delimitata dal muro
diagonale dell'antica cinta daziaria romana, che condiziona tutto lo
sviluppo del piano sotterraneo del progetto (a questo livello si
trovano infatti le
cantine). È probabile che durante la Seconda
Guerra Mondiale sia stata anche rifugio durante gli attacchi aerei.
La sala ipogea diventerà presto spazio d'arte di
Recontemporary, la
prima galleria d'arte italiana dedicata esclusivamente ai video, che
ha aperto pochi mesi fa proprio al piano terra di Riberi 6 (e sarà
davvero interessante vedere
l'uso artistico di questa bella sala
sotterranea, voltata e con mattoni a vista).
La
linea di gronda
dell'edificio passa davanti agli abbaini, che sono stati aggiunti
durante la ristrutturazione ("Il sottotetto era piuttosto alto,
così abbiamo abbassato il solaio dell'ultimo piano e ricavato un
nuovo piano mansardato, che nel punto più basso è alto 2 metri");
in questo modo tutti gli abbaini sono
dotati di un balconcino. La
particolarità delle facciate è il
tetto in zinco, una scelta che dà
un tocco contemporaneo e tecnologico a un edificio che utilizza la
facciata ottocentesca: "Di fronte a Riberi 6 c'è la
Bottega di
Erasmo, che usa un materiale simile allo zinco-titanio, poi ci sono
Palazzo Nuovo e la
Mole Antonelliana, tutta una serie di edifici che
non usano i coppi, tra i quali abbiamo voluto inserire il nostro"
spiega Giaquinto.
L'edificio è il primo ad aver ricevuto la
certificazione di Casa Clima nel centro di Torino, una certificazione
che riguarda
l'efficienza energetica e la sostenibilità ambientale,
garantite con particolari sistemi costruttivi. Riberi 6, per esempio,
conta su riscaldamento e raffrescamento a pavimento, impianti di
ricambio d'aria e deumidifazione, cappotto interno e cappotto esterno
in base alle facciate; si presenta, insomma, con un involucro
completamente isolato, che permette anche un importante risparmio
nelle spese di riscaldamento.
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