La posizione, bisogna ammetterlo, non
era delle migliori:
in via XX settembre all'angolo con via Santa
Teresa. Eppure,
nel 1906, la
Fontana del Candelabro (o
fontana di Genta, dal nome del suo autore) fu eretta su richiesta dei
cittadini, che lamentavano la mancata sostituzione di una
fontanella, che li aveva lasciati senza una fonte d'acqua nelle
vicinanze.
Per realizzare la fontana furono presentati ben
95
progetti, tra questi, fu scelto quello di
Alfieri Genta, che costò
4250 lire (siamo all'inizio del Novecento!). Poco più di
tre metri
d'altezza, "la
vasca è in
granito, ha come forma di rosa con ornamenti in ferro
battuto. L'acqua zampilla da otto getti principali e dodici minori,
e tutti escono
dalle teste di piccoli delfini. I quattro
superiori sono come stretti fra la sommità dei capitelli e collegati
fra loro da un anello circolare. Verso la sommità porta la
turrita
corona dello stemma di Torino ed in alto reca un fascio di fiori
lacustri" scrive il sito
www.bdtorino.eu.
La
posizione della fontana non era felice, come si è detto: oggi
sarebbe
in mezzo a via XX settembre, a poca distanza dall'edicola sul
marciapiede.
A causare la sua scomparsa furono i tram: piazzata lì,
in mezzo alla strada, in un incrocio molto frequentato, ostacolava il
loro passaggio. Spiega l'utente
Censin su skyscrapercity.com: "
per
scansare la fontana, i binari su via XX Settembre (allora ancora due
di andata e ritorno: il senso unico in direzione Nord, con ritorno su
via Arsenale, come è attualmente, arrivò solo dopo la guerra, nel
1951) dovevano compiere
una curva piuttosto stretta; curva che le più
vecchie vetture a due assi, potevano affrontare senza problemi, mentre
con l'entrata
in servizio delle più lunghe 600 e 2000 cominciarono le
difficoltà;
quando a inizio anni 30 entrarono in servizio le prime vetture a
carrelli (2500 e 2200), si dimostrarono del tutto inadatte al
transito! Venne pertanto decisa la
rimozione della fontana, attuata
quasi in contemporanea con l'inizio dei lavori di demolizione della
vecchia via Roma".
Nonostante il suo bel disegno,
non fu
montata in altre parti della città, dove avrebbe fatto bella figura
e sarebbe stata meglio apprezzata. "Negli anni Ottanta, quando
alcuni resti della fontana riemersero sotto la polvere dei magazzini
municipali" scrive
Torino Storia nel numero di novembre 2018
"parve che l'Amministrazione fosse interessata a recuperarli e a
far rinascere la deliziosa fontana di inizio Novecento". Non fu
così e si diffuse la voce della solita leggendaria villa in collina
in cui sarebbero finiti alcuni dei suoi pezzi.
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