Meno mediatici dei Savoia-Aosta, i
Duchi di Savoia-Genova sono stati anche
più legati a Torino di quanto lo
siano stati i primi. La loro storia inizia una generazione prima:
Ferdinando è il secondogenito di
re Carlo Alberto, che gli concede il
titolo di
Duca di Genova, anche per
consolidare il legame della
dinastia con la città appena entrata nel territorio del Regno di
Sardegna. I Duchi di Genova iniziano con il botto: la figlia di
Fernando, la bella
Margherita, diventa
la prima regina d'Italia,
sposando il
cugino Umberto, figlio di
Vittorio Emanuele II. Ma è
stato un fuoco d'artificio che si è presto spento: il ramo cadetto
non avrebbe più raggiunto tali vertici di prestigio.
Tommaso è
colui che eredita il Ducato, nel suo curriculum una
brillante
carriera nella Marina, con tanto di
giro del mondo, compiuto a bordo
della corvetta Vittor Pesani, e relazione del viaggio pubblicata nel
1881. In pochi anni il principe diventa
ammiraglio, uno dei più
brillanti che ha l'Italia alla viglia della Prima Guerra Mondiale.
Poco prima della guerra, Vittorio Emanuele III nomina Tommaso
luogotenente generale del regno, carica prestigiosa ma
sostanzialmente onorifica, che testimonia però la considerazione che
aveva il re per il brillante cugino.
Tommaso e Ferdinando di Savoia-Genova
Nel 1883, nel Castello
di Nymphenburg, a Monaco di Baviera, Tommaso aveva sposato la
principessa
Isabella di Baviera. Un matrimonio allietato da
sei figli
di cui ben
quattro maschi: per la continuità dinastica davvero un
bel risultato. Ma i Savoia-Genova, non sono stati così fortunati e,
nonostante i quattro principi, si sono sostanzialmente estinti. Il
primogenito di Tommaso,
Ferdinando, nasce a Torino nel 1884 e da buon
principe sabaudo inizia presto la
carriera militare; come il padre
sceglie la Marina e realizza il
giro del mondo a bordo
dell'incrociatore Calabria, per il quale tiene il giornale di bordo.
Durante la Prima Guerra Mondiale ottiene
due Medaglie d'Argento al Valor Militare, quindi guida una
commissione di guerra italiana negli USA, per discutere del futuro
del mondo dopo la guerra. Tornata la pace, si dedica ancora alla
carriera militare nella Marina ed è tra i
fondatori della
Federazione Italiana Motonautica; ultra 50enne, nel 1938 sposa a
Torino
Maria Luisa Alliaga Gandolfi dei conti di Ricaldone, dalla
quale non avrà figli; con la proclamazione della Repubblica,
Ferdinando, tornato in Italia dopo un breve esilio nel Portogallo, va
a vivere a
Bordighera, dove muore nel 1963, senza figli.
Il
titolo passa così al fratello
Filiberto, il Duca di Pistoia. Nato
nel 1895, anche Filiberto si dedica alla carriera militare, fino a
diventare
Comandante Generale della 7° Armata nel 1940. Il suo
successo più grande è la
conquista dell'Amba Aradam, in Etiopia,
per la quale ottiene una
Medaglia d'Argento e il cavalierato
dell'
Ordine Militare di Savoia. Si pensa anche a lui per la
corona di
Croazia, nel 1941, ma alla fine Vittorio Emanuele III punta sulla
prestanza di Aimone di Savoia Aosta, che però non occupò mai il
trono. Nel 1928, Filiberto aveva sposato
Lydia d'Arenberg,
appartenente a uno dei più antichi casati belgi e con lei aveva a
lungo vissuto, prima della guerra, a
Bolzano, per consolidare
l'"italianità" del Sud Tirolo. Terminato il conflitto e
diventata l'Italia una Repubblica, la coppia si trasferisce
in
Svizzera, in una proprietà di Lydia, ma l'unione fallisce; Filiberto
e Lydia si lasciano ufficiosamente, come succede a tante coppie reali
che non divorziano. Lui torna in Italia, a
Torino, che è un po' la
Itaca della dinastia. Per trent'anni vive con il fratello
Adalberto,
Duca di Bergamo,
nell'Hotel Ligure.
Filiberto e Adalberto di Savoia-Genova
E le figure di questi due
Duchi di sangue reale, che nell'Italia repubblicana vivono in albergo
per trent'anni,
conducendo una vita riservatissima e discreta, sono
rimasti
nella storia dell'Hotel Ligure e di Torino. Alla chiusura
dell'albergo, Filiberto torna in Svizzera, nella proprietà lasciata
da Lydia, già scomparsa, e lì muore, 95enne, nel 1990. Nel 1982 era
già morto
Adalberto, anche lui con una vita passata nell'esercito
fino a diventare
comandante generale dell'8° e della 7° armata. Re
Vittorio Emanuele III pensò a lui per la
luogotenenza dell'Albania,
dopo l'occupazione del Regno, ma non se ne fece niente. Curioso come
i Savoia-Genova siano
sempre stati candidati a corone e ruoli di
prestigio per la dinastia sabauda e come poi ne siano sempre usciti a
mani vuote. Magari anche per la
scarsa stima di cui, nonostante
tutto, i Savoia-Genova godevano presso il sovrano.
Galeazzo Ciano
riporta nel suo diario che il re si fosse lamentato della forzata
inattività militare dell'erede al trono Umberto, per scelta di
Benito Mussolini, dicendo: "Hanno il comando quei due imbecilli
di Bergamo e Pistoia, ben può averlo mio figlio". Alla chiusura
dell'Hotel Ligure, Adalberto
si trasferisce in collina e qui muore
nel 1982, senza essersi mai sposato né aver avuto figli: le cronache
parlano di
un lunghissimo amore con una dama della nobiltà
piemontese, che non ricevette l'approvazione di re Umberto II e che,
dunque,
non si tradusse in matrimonio.
Eugenio di Savoia-Genova
Il titolo passa dunque
all'ultimo figlio maschio di Tommaso:
Eugenio, nato a Torino nel
1906, e anche lui, ovviamente, dedicato alla
carriera militare. Nel
1938, sposa in Germania
Lucia di Borbone Due Sicilie, da cui ha la
figlia
Maria Isabella,
unica discendente dei quattro principi di
Savoia-Genova. E, siccome in Casa Savoia vige la
Legge Salica, con
Eugenio la linea dinastica si esaurisce. Curiosamente, mentre per gli
altri fratelli Torino rimane un punto di riferimento, nonostante i
viaggi intorno al mondo, le guerre e gli amori, per Eugenio la fine
della guerra è una
rottura con l'Italia: dopo la proclamazione della Repubblica, infatti,
si trasferisce in Brasile, dove inizia
un'attività agraria e vive fino alla morte, avvenuta a San Paolo nel
1996. Con lui
si esaurisce una dinastia cadetta che ha dato
grandi
soldati, ma che è stata
poco mediatica, forse perché i suoi
componenti dopo la guerra hanno
preferito tornare a casa e vivere in
modo riservato e discreto. I Duchi di Genova sono
sepolti nella Cripta Reale, a Superga.
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