Il
14 marzo 1820 nasceva nel
Palazzo
Carignano di Torino (che ampiamente lo ricorda oggi nella sua
facciata),
re Vittorio Emanuele II d'Italia. 200 anni dopo,
le
poche celebrazioni, per lo più torinesi, come se l'Unità
d'Italia fosse cosa di Torino, testimoniano
quanto l'Italia non sia
ancora capace di fare i conti con il proprio passato monarchico e di
dare ai suoi sovrani il posto che occupano nella storia.
A
notare che per il
Bicentenario dalla nascita del primo Re d'Italia
non c'era
niente in programma, è stata
La Stampa,
con un articolo pubblicato nel web il 6 gennaio 2020. Un mese dopo, sempre dal web (e
dalla cronaca di Torino, non da quella nazionale, come se fosse, per
l'appunto, un evento locale e non nazionale),
il quotidiano torinese informa che grazie all'iniziativa della
presidente dell'Accademia
Albertina Paola Gribaudo, è nato un
comitato delle celebrazioni
"presieduto da
Gustavo Mola di Nomaglio del
Centro Studi
Piemontesi, con la collaborazione di
Francesco Paolo Tronca
dell'
Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, al quale
hanno aderito già diversi enti e che sarà aperto a tutte le realtà
pubbliche e private". Primo progetto,
un cioccolatino che si
chiamerà Vittorio 1820 e per il quale si sta preparando un
bando di
concorso, affinché i maestri del cioccolato possano dare sfogo alla
loro creatività per onorare il Re. Il nuovo cioccolatino verrà
presentato poi il 14 marzo 2020, nel giorno del compleanno del Re.
Una giornata in cui l'Accademia Albertina ospiterà
un convegno su
Vittorio Emanuele II, mentre, in serata, al
Castello di Moncalieri,
dove visse a lungo con la famiglia, verrà presentato un
libro.
""Le
iniziative avranno un profilo molto sfaccettato, spiegano dal
Comitato, ci saranno
approfondimenti culturali, promozione di
esposizioni, di
studi accademici e divulgativi, nonché eventi
teatrali e musicali". Il
17 marzo, anniversario dell'Unità
d’Italia, saranno
coinvolte le scuole presso il Monumento di corso
Vittorio, con un momento di educazione civica, e un nuovo
convegno
ospitato nella Biblioteca Nazionale Universitaria. Tutto è ancora
in
costruzione, ogni giorno il programma
cambia e si arricchisce. Presto
partirà la comunicazione, a partire dalla
pagina Facebook"
scrive ancora
La Stampa. In autunno, a
Venaria Reale,
due grandi
mostre: alla
Reggia, sarà dedicata alla vita politica del sovrano,
nel
Castello della Mandria alla vita privata, in una divisione dei
ruoli che rispecchia anche le inclinazioni di Vittorio Emanuele.
Oltre al comitato voluto da Paola Gribaudo, anche l'
Unione
Monarchica Italiana, ha preparato un programma di celebrazioni per il
Bicentenario dalla nascita del re. Ne dà notizia
Gianni Marocco, in
un lungo e bell'articolo su
www.barbadillo.it.
Il
Presidente Onorario del Comitato, il
Duca Amedeo d'Aosta, ha
scritto al presidente della Consulta dei Senatori del Regno
Aldo
Alessandro Mola, un
messaggio: "Questo 2020 sarà l'anno
dedicato alla figura del mio avo Re Vittorio Emanuele II, che vedrà
intellettuali, storici ed uomini politici sviscerare pro e contro del
momento storico in cui visse ed in cui si concretizzò l'unità
d’Italia. Spero che questo ricordo trovi spazio nelle scuole, sì
da fornire alle nuove generazioni una visione storica completa,
lontana dalla retorica per consentire di ritrovare il vero
significato di unità nazionale che ci ha resi una Nazione libera,
democratica, indipendente, cristiana". E a questo scopo è stato
organizzato
un convegno a Palazzo Chiablese, il
14 marzo 2020, alle
ore 17, dal titolo
14 marzo 1820 – 14 marzo 2020: i 200 del Padre
della Patria. Vittorio Emanuele II, l'Italia in eredità e con gli
interventi di Giuseppe Basini, Eugenio Capozzi, Alessandro Sacchi,
Salvatore Sfrecola, Andrea Ungari, Vittorio Sgarbi (
tutti maschi,
peccato); il
15 marzo, alle ore 11, sarà deposta una
corona d'alloro
al monumento di Vittorio Emanuele II, nel corso omonimo, e alle ore
12.30 verrà celebrata una
messa in memoria del Re nella chiesa di
Santa Cristina, in piazza San Carlo.
Tutti eventi torinesi, come
se re Vittorio Emanuele d'Italia fosse una questione locale e non
fosse
colui che ha guidato l'Unità d'Italia (e no, caro Duca d'Aosta, l'Italia unita non è solo
cristiana, è un Paese in cui tutti i suoi cittadini possono
professare la religione che ritengono opportuna).
Essendo il programma in fieri, ed essendo
ambizioso e promettente, se ne tornerà a parlare non appena ci saranno aggiornamenti.
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