Atmosfere eleganti e raffinate tra
boiserie e specchi di fine Ottocento e mobili e oggetti di design
contemporaneo. L'incontro tra epoche e stili diversi è sempre
affascinante, ma nella
Suite Matteotti ha un tocco speciale, forse
perché tutto è stato pensato e realizzato su misura dall'architetta
Alessandra Siviero, appassionata
sostenitrice di incontri e
contaminazioni tra discipline diverse. Per questo progetto, ha un
affetto profondo, lo si capisce dalla conversazione, mentre guida tra
le diverse sale dell'appartamento. Un appartamento dalla
concezione
tradizionale: un piccolo atrio d'ingresso, le sale principali aperte
su corso Matteotti, a guardare facciate dal sapore un po' parigino,
un corridoio interno di collegamento, che porta al bagno e alla
cucina, da cui si sale a una piccola stanza da letto, al piano
superiore.
Le
due sale principali sono quelle che hanno
conservato stucchi, affreschi e pavimenti d'epoca. In una c'è la
camera da letto principale, con un solido mobile contenitore che
comprende anche il letto, un
curioso attaccapanni di tronchetti di
legno dall'effetto molto naturale e diverse cassettiere e
poltroncine. È una sorta di
prologo alla sala più grande e
comunicante:
tra specchi e stucchi dorati, è sia sala da pranzo che
soggiorno e colpisce immediatamente, non solo per l'
eleganza delle
decorazioni ottocentesche, ma per il loro
rapporto con il
contemporaneo, disegnato
su misura dall'architetta. "Non ho
toccato né smantellato niente dell'esistente, ho restaurato le porte
originali e ripulito gli stucchi in modo molto soft, perché
mi piace
l'idea di lasciare a vista la storia; ho utilizzato
la calce per
rivestire le pareti, perché secondo me
si sposa bene con gli stucchi,
e ho integrato con tappeti e mobili moderni". L'armonia che
risulta dal suo lavoro è sorprendente, come è sorprendente la sua
risposta quando le si chiede con quale criterio si selezionano i
mobili di una sala così importante: "Mi sono seduta qui, mi
sono guardata intorno e
ho cercato di sentire l'anima della casa; tutte le case hanno un'anima e mi piace tirarla fuori, affinché
possa vivere armoniosamente".
Nella Suite Matteotti, non ha
voluto "disturbare troppo l'anima della casa, quindi
ho evitato
i mobili e ho preferito
cassettiere e contenitori quasi sempre
disegnati da me. Nella sala, ci sono una cassettiera per la quale ho
alternato i cassetti a vecchie valigie d'epoca, che hanno la stessa
funzione; un contenitore è come un'opera d'arte sospesa, alle pareti
ci sono
quadri d'arte contemporanea dipinti da artisti apprezzati".
Il tavolo da pranzo è stato recuperato dalla stessa Alessandra, che
lo ha dipinto, le poltroncine, dalle forme tradizionali, sono state
reinventate con tessuti originali. Nella sua conversazione, tornano
spesso
i materiali e il loro uso contemporaneo, la passione per le
resine, per la sperimentazione, per gli artisti che contaminano tra
tessuti e disegno, mostra
quadri realizzati su lino resinato e spiega
le grandi potenzialità del tessuto, che rende meno banali spazi
comuni come i corridoi, le sale, persino i bagni.
Un grande
lavoro di ricerca, molta passione e anche un gusto elegante e
originale. Lungo il corridoio, ci sono
tavole di legno con
campionature geometriche e colorate delle calci, con la resina rossa
che colora il bagno o, addirittura con diversi tipi di tappezzerie,
una delle passioni di Alessandra Siviero, avvicinate
come tessere di un puzzle dal disegno fascinoso;
sembrano quadri di arte contemporanea e sono collocati con questa
funzione, ma in realtà sono campionature che le servono per misurare
effetti e risultati.
Nella parte più interna della casa,
il
corridoio ha la forma di una T, sul braccio principale, che parte
dall'atrio, si affacciano le due sale, quello perpendicolare unisce
la seconda porta della sala alla cucina. Sul corridoio principale,
quasi all'incrocio con l'altro,
una delle invenzioni più originali,
che permettono la convivenza di antico e contemporaneo. Per poter
ingrandire il bagno, senza toccare l'esistente, l'architetto ha
chiuso il corridoio
con due porte trasparenti, generalmente aperte,
con cui ha creato una sorta di anti bagno: su un lato del corridoio
il lavandino dorato ("L'ho comprato a
Marrakech, devono avermi
preso per matta, poi qui, gli ho costruito questi tocchi dorati
intorno, con gli oggetti per la toilette e lo specchio"),
sull'altro, il bagno vero e proprio, rivestito di
resina rossa e piastrelle di Fornasetti, dall'effetto insolito e allegro.
Anche
in cucina, si afferma
il gusto per la contaminazione di Alessandra: la
muratura originale a vista si alterna a tappezzerie e
ad ante dai materiali ed effetti molto naturali; il blocco della
cucina è "come un monolite" di
Valcucine ed è
senza formaldeide, un punto di forza per
un architetto che crede nella sostenibilità.
La Suite Matteotti è
una sorta di suo
manifesto dell'architettura: è uno
spazio ibrido,
che affitta ai turisti (qui
il link, se volete dedicarvi un weekend raffinato e insolito) e in cui si possono
organizzare eventi, l'ha
dunque arredato
secondo i suoi gusti e secondo quanto l'anima della
casa le ha raccontato. "Con i clienti è ovviamente più
difficile, perché bisogna
integrare i loro gusti e le loro esigenze,
ma è anche molto
appassionante, mi piace ascoltarli, seguire i loro
suggerimenti e le loro esigenze, per farli stare bene. L'architetto dev'essere
anche un po'
psicologo, per trovare anche una
chiave di futuro, che permetta di
stare bene in una casa per alcuni anni; poi, se possibile, ogni dieci
anni, si dovrebbero
rivedere gli assetti, perché si cambia e,
conseguentemente, cambia il nostro modo di vivere e di abitare"
teorizza.
Sedute nella sala principale, Alessandra Siviero si
dice soddisfatta del suo progetto per Suite Matteotti perché
"si respira il periodo storico e lo si
fa in modo molto contemporaneo". Quest'idea di fusione, di
contaminazione, di apertura dell'architettura all'arte, alla
curiosità, agli altri movimenti creativi, torna anche nel suo lavoro
di p
residente della Fondazione per l'Architettura / Torino: è stata
appena eletta, ha in mente progetti e incontri per valorizzare Torino, che ama con passione ("ha un'identità meravigliosa") e
per portare
l'architettura dove non ce l'aspettiamo, per mostrare la sua
versatilità e la sua importanza. Sarà bello non perderla di vista.
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