Una
soffitta luminosa e colorata, di atmosfere contemporanee e post-industriali, in un
palazzo del primo Novecento torinese, in corso Verona, completamente
ridisegnata dallo studio Unduo, con l'architetto Andrea Zanero.
"Quando siamo entrati per la prima
volta, era un sottotetto dimenticato, senza muri interni, solo con le canne fumarie e senza
condizioni di abitabilità" racconta l'architetto
Angela
Tomasello. I clienti,
una coppia con due bambini, volevano un
appartamento con la
zona giorno open space e la possibilità
di dividerlo poi, eventualmente,
in due alloggi separati. Con l'unico
vincolo delle canne fumarie, gli architetti hanno così disegnato il
nuovo appartamento da 140 mq.
Sono così stati rifatti i tetti e le finestre, approfittando della vista: "Abbiamo realizzato otto porte-finestre, ognuna con un piccolo balcone decorato poi con piante, come un mini-giardino; da un lato la vista spazia verso l'arco alpino e dall'altro su buona parte del centro storico, dalla Mole Antonelliana alle cupole barocche".
A
colpire,
l'uso del colore e dei materiali, una delle caratteristiche di Unduo: il
tetto inclinato è stato dipinto di
bianco, per accentuarne la
luminosità e "rendere meno incombente la sua inclinazione",
le
canne fumarie sono
marroni, per ricordare il
loro uso passato; in
contrasto, in cucina, prevale l'
azzurro, uno dei
colori prediletti
dei padroni di casa, insieme al
beige; sull'isola della cucina e
sulla parete, le
coloratissime piastrelle della siciliana Made a Mano
portano allegria e ulteriore colore. In questo spazio, assume
protagonismo l'isola della cucina, che introduce anche
un materiale
all'epoca non molto conosciuto in Italia (il progetto è del 2013),
il
viroc, formato da
pannelli di legno cemento. "La
cucina è il
cuore dell'appartamento, perché alla padrona di casa piace molto cucinare e
ricevere" spiega
l'architetto Tomasello "Abbiamo disegnato
un'isola con doppia
profondità, con una parte verso la cucina vera e propria e l'altra rivolta verso la sala, per conservare piatti, bicchieri,
tovaglie e tutto il necessario per il tavolo. In quegli anni
c'eravamo appassionati a questo nuovo materiale, il viroc, e Casa Verona ci ha dato la prima possibilità di sperimentarlo. L'aspetto è quello di una
superficie resinata, anche se sono pannelli di legno cemento con una
grande resistenza. L'isola sembra
un grande monolite, più elemento d'arredo che cucina; a delimitarla e a sottolinearla, la fascia perimetrale del pavimento è
in
cemento lisciato a mano, di un colore simile a quello dell'isola,
mentre il resto del pavimento è in legno".
Lo stesso
materiale è stato utilizzato per i ripiani della libreria e per le
fasce decorative di uno dei due bagni. "Gli
arredi in ferro e
cemento danno
un'atmosfera un po' industriale, che ritorna anche
sull'elemento che abbiamo disegnato sull'isola della cucina,
una
struttura che regge l'illuminazione e che può essere utilizzata per
appendere attrezzi in uso in cucina"; la parete marrone delle
canne fumarie serve anche per
schermare la cucina dal
soggiorno, mentre il
taglio vetrato verso l'ingresso dà una sorta di
effetto sorpresa a chi entra.
A
separare la zona giorno dalla zona
notte, la
libreria, con struttura di ferro e ripiani di viroc, che
segue l'inclinazione del tetto e che, volutamente asimmetrica,
"invade" parte del passaggio con uno dei suoi moduli, come
una sorta di
filtro tra le diverse funzioni degli spazi. Nella zona
notte, le due camere da letto e uno dei due bagni. Sul lato opposto
c'è l'appartamento che in futuro potrebbe essere separato: "Sarebbe
formato da una cucina, una camera da letto e un bagno; attualmente la
possibile cucina è una
lavanderia e la camera da letto è stata
progettata come
camera giochi dei bambini, ma proprio in questi
giorni i bambini hanno deciso di avere ognuno una
propria camera, per cui uno dei due si è trasferito qui".
I
due bagni sono sui lati opposti, uno è più utilizzato da mamma e
bambini, l'altro dal papà; entrambi sono
ciechi, ma dotati di
luce
attraverso i lucernari. Il bagno tra le due camere ha il
lucernario
sulla doccia, che "dà l'impressione di
fare la doccia all'aria
aperta, è una cascata di luce che inonda il bagno e lo rende davvero
piacevole". Gli elementi caratterizzanti sono
due, le coloratissime
piastrelle Iris 1 di Ceramica Bardelli che
rivestono la doccia e la stessa
doccia, che "è enorme,
dotata
di un'ampia panca in muratura, molto apprezzata dai bambini e usata
con i loro giochi". Accanto,
doppi lavandini sospesi, su cui c'è
una fascia di mattonelle e uno specchio; l'
elemento a giorno tra i
due lavandini è stato
disegnato da Unduo.
L'altro bagno ha una
pianta irregolare, con una
nicchia in cui è stata incastrata una
doccia; il padrone di casa amava l'idea di un
lavandino appoggiato su
un mobile di recupero, "così ci siamo divertiti a girare per
rigattieri; abbiamo avuto la fortuna di trovare il tavolo in due
esemplari, uno lo abbiamo usato per il bagno, l'altro è diventato un
piano lavoro della cucina"; sui sanitari, una nicchia ricavata
dall'interno del muro portante e una fascia di viroc, perché "non
ci piace usare il rivestimento dei bagni in modo indifferenziato,
cerchiamo di rivestire solo dove serve, quindi sul lavandino e sui
sanitari, e
in modo decorativo. Cerchiamo di disegnare
elementi a parete, in questo caso
fasce a tutt'altezza".
La
camera da letto padronale ha una
nicchia costruita intorno
all'armadio, "una cosa che facciamo spesso per far sembrare
l'armadio parte dell'architettura e non "sporgente" dalla
parete, ci piace l'effetto, molto
più leggero". Qui si nota
come
le parti più basse della mansarda siano stati
sfruttate per
recuperare spazi: "Abbiamo inserito mobili di Ikea a giorno e
mobili chiusi, in modo da poterli usare come contenitori".
Una
soffitta che
a prima vista colpisce per i suoi colori e per le sue
atmosfere, ma che rivela poi un
interior design
sapientemente studiato, per regalare semplicità e qualità dell'abitare.
Le foto sono di
PEPE Fotografia.
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