Uno degli edifici
più emblematici
dell'architettura contemporanea torinese si trova in collina, a Pino Torinese, appena
fuori città. È
Casa Y, residenza dell'architetto
Luca Maria Gandini
di
F:L Architetti, che l'ha anche disegnata. Facile per un architetto
disegnare la propria casa? Si è più liberi di manifestare la
propria idea di architettura e l'idea dell'abitare di Gandini è una
delle più interessanti della Torino di inizio XXI secolo.
Il progetto della sua casa si
adatta alle curve della collina e si basa su
un
parallelepipedo semi-interrato, su cui appoggia, in
direzione
perpendicolare, un altro
parallelepipedo, proteso verso la valle. In quest'ultimo si trova la
zona giorno, in
cui il soggiorno, l'area pranzo e la cucina convivono in un unico
spazio, approfittando, i primi due, della
magnifica vista sul
paesaggio offerta dalla
grande vetrata a tutta parete. Sullo stesso
piano, collegata da un
corridoio illuminato da un lungo lucernario,
si trova la
zona notte, composta da tre camere, ognuna con un proprio
spazio toilette; si affacciano su un prato, l'unica parte
pianeggiante del lotto in cui è costruita la residenza e hanno una
piccola
terrazza privata. Sul lato incassato
nella collina, tutti i
servizi che non hanno bisogno di luce: la
lavanderia, le cabine armadio, i bagni.
Al
piano inferiore,
seminterrato, il box per l'auto, lo studio, la biblioteca e lo spazio
relax dei figli, illuminati da una
finestra a nastro. In tutti gli
spazi il
cemento è a vista e diventa
parte essenziale del progetto
decorativo; al piano inferiore si presenta
liscio, perché è stato
gettato in casseforme di acciaio, mentre al piano superiore si nota
rustico, con le tracce delle
casseforme in legno facilmente
leggibili. A dargli
calore, c'è il
legno dei pavimenti e delle
porte, realizzate con le casseforme spogliate. La
palette dei colori
dell'interior design gioca sul
contrasto tra i due materiali, un po'
assecondandolo, sulla scala dei grigi, e un po'
sfidandolo, con
colori puri come il giallo o il rosso, che illuminano a sorpresa
diversi ambienti.
Cemento, legno e acciaio sono i materiali con
cui il progetto raccoglie la s
fida del rapporto con la natura
circostante e della stessa sostenibilità. Le grandi vetrate che si
affacciano sulla valle filtrano la luce attraverso
frangisole di
cor-ten, che permettono così di adattare la luminosità dell'interno
secondo le esigenze stagionali e delle stesse diverse ore del giorno;
soprattutto nella sezione delle camere da letto costituiscono anche
un
elemento decorativo esterno dall'effetto molto naturale. L'ampia
vetrata del soggiorno, aggettante sulla valle, si apre su una
terrazza coperta,
pavimentata con assi di legno recuperate, ancora
in legno riciclato, i gradini che portano verso la
piscina, che ha un
fondo
mobile attraverso il quale si può regolare la profondità.
Un
edificio che colpisce a prima vista grazie a questo
grande occhio
quadrato rivolto verso la città e che poi, analizzato nelle sue
parti interne, rivela
una studiata complessità nei rapporti con il
paesaggio, con la natura e con la stessa architettura. Il suo rigore
geometrico e l'abilità nella gestione dei materiali, anche in
rapporto alla sostenibilità (l'impianto per il recupero dell'acqua
piovana e l'uso dei pannelli fotovoltaici), lo rendono davvero
una
delle rappresentazioni d'architettura più fascinose di questo primo
XXI secolo torinese.
Le fotografie, da
www.archdaily.com
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