Un
loft dalle atmosfere industriali in
un palazzo settecentesco, che è stato residenza familiare, quindi
convento e infine sede di eventi e ricevimenti. Siamo a
Castiglione
Torinese, sulla collina, a pochi minuti di auto dal capoluogo
piemontese e il
contrasto, tra la serenità olimpica della
facciata di
Villa Monfort, con i suoi colori chiari, le sue balaustre di pietra e il
suo giardino, e il loft dell'ultimo piano, giocato su ferro nero, legno e cemento e
sulle sfumature del grigio, non potrebbe essere maggiore. Ma è anche
la ragione del fascino di questo
nuovo progetto dello
studio torinese F:L Architetti (nel loro curriculum
anche Casa Y).
Il committente ha presentato una
richiesta, intorno alla quale è girato tutto il progetto: un
open
space per la zona giorno dal sapore un po' post industriale. A
definire lo spazio di quest'area, un grande
camino di ferro nero di
impronta contemporanea, slanciato come un pilastro, che si infila nel
tetto mansardato dell'appartamento, "una sorta di
scultura",
lo definisce l'
architetto Fabrizio Caudana. Da un lato la
cucina,
disegnata su misura, un
grande monolite in pietra blu del Belgio a
cui si appoggia, in continuità, un
lungo tavolo di ferro nero;
dall'altro lato un
divano a moduli sui toni del grigio e, poco oltre, un'area più informale, con il pianoforte e una
chaise longue di
Oscar Niemeyer. Oggetti di
design mescolati con elementi disegnati appositamente per il loft.
L'elemento caratterizzante l'appartamento è però la cosiddetta
lanterna magica, una sorta di
filtro tra l'open space e gli altri
spazi, in particolare l'ingresso e il corridoio che porta al
bagno
padronale e alla
sala-cinema; è stato realizzato in
policarbonato e
utilizza abilmente la sua trasparenza: grazie alle
strip led
nascoste, si illumina di colori diversi, cambiando così
l'atmosfera tutte le volte. Una delle due porte del filtro si apre su
un corridoio, si diceva, al termine del quale c'è la sala cinema,
formata da
gradoni rivestiti di noce, che possono essere aperti ed
essere utilizzati come
contenitori.
Una
scala alla marinara in ferro nero
porta a uno dei due soppalchi, indipendenti, della casa, quello
riservato ai
figli del padrone di casa. All'altro soppalco, in cui si
trova la
camera da letto principale, si accede dalla zona giorno,
attraverso una
scala in ferro nero sospesa alle travi lignee del
soffitto; la balaustra della camera, affacciata sulla zona giorno, è formata dalla parete di policarbonato,
sostenuta da una struttura in ferro nero.
Una delle particolarità
della camera da letto è la
parete a vetro che la separa dalla
doccia, attraverso la quale si entra nel piccolo bagno riservato.
L'altro
bagno, lungo il corridoio che porta alla sala del cinema, ha
un lavandino appoggiato su un lungo asse in Fenix nero, ma l'elemento
più affascinante è la
doccia, separata con una parete a vetro dal
bagno e
rivestita in pietra blu del Belgio, che ne accentua la
profondità.
La
palette dei colori dell'appartamento è tutta
giocata sulle
sfumature del grigio, dal
bianco dei tetti inclinati e
delle pareti perimetrali al
nero del camino-scultura e della cucina,
passando al
grigio delle pareti trattate in microcemento;
in netto
contrasto, a dare
calore, il pavimento in l
egno industriale di noce,
presente in tutta la casa; note di colore, in contrasto con
l'affermazione del grigio e delle sue sfumature, nella sala cinema,
con
i cuscini multicolor.
L'appartamento ha anche
due balconi
dalla diversa destinazione: "Quello della cucina ha una piccola
piscina a sfioro in pietra di Luserna, l'altro sulla sala-cinema ha
un aspetto un po' più informale con
panche in viroc"
spiega Caudana. Un appartamento che
sovverte le atmosfere algide del
Settecento, per sorprendente con uno
stile contemporaneo,
utilizzando "materiali naturali trattati in modo naturale".
Decisamente, non lascia indifferenti.
Le
foto sono di
Beppe
Giardino.
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