Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam
Le meraviglie e le anteprime dei Musei Reali di Torino in Closed in, su youtube
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Spero che tutto quello che i Musei
torinesi stanno facendo, adesso che sono chiusi per la quarantena, non
vada perduto, non appena riapriranno. Grazie a direttori, curatori e
ricercatori, finalmente con un volto e con un protagonismo
che ne valorizza il ruolo e il lavoro, stiamo scoprendo le meraviglie
e i tesori conservati al Museo Egizio, nella Fondazione Torino Musei,
nei Musei Reali, in tante grandi e piccole realtà, raccontati da chi
se ne prende cura quotidianamente.
Oggi mi soffermo sui Musei
Reali di Torino, che comprendono Palazzo Reale, l'Armeria Reale, la
Galleria Sabauda, il Museo d'Antichità, la Biblioteca Reale e la
Cappella della Sacra Sindone. Su youtube, architetti e curatori
raccontano progetti, curiosità, tecniche di restauro e di
costruzione e mostrano autentiche meraviglie che spero davvero
possano essere in futuro eccezionalmente aperte e mostrate al pubblico. Qui ve ne indico qualcuna, ma la serie Closed in, nella pagina dei Musei Reali di Torino su youtube, mostra tanti capolavori nascosti e sconosciuti ospitati anche al Museo d'Antichità e nell'Armeria Reale.
Nei
Giardini Reali, dove i lavori di restauro sono proseguiti fino alle
ordinanze che hanno decretato la chiusura di tutti i cantieri,
l'architetta Barbara Vinardi presenta il progetto dei Giardini del
Duca, che prevede la collocazione dei vasi di ghisa lungo il perimetro del parterre;
alcuni sono già in loco, altri verranno aggiunti e saranno appena
diversi da quelli originali, per renderli distinguibili. Sono
vasi che affascinarono anche Vittoria di Sassonia
Coburgo, moglie di Federico III (e figlia della regina Vittoria
d'Inghilterra), che li vide in un'immagine del Salone degli Svizzeri
di Palazzo Reale e volle replicarne quattro modelli per la sua
residenza di Kronberg. Nel progetto di restauro, anche la messa in
posa delle citroniere lungo le facciate di Palazzo Reale e della
Galleria Sabauda, mostrate in anteprima nel video. E anche qui, non
viene voglia di vedere l'effetto finale, non appena i lavori saranno
terminati?
Quando si pensa all'arte orientale e alle sue
influenze, si pensa generalmente al Gabinetto cinese, piccolo
gioiello che lascia già intravedere la scenografica galleria
dell'Armeria Reale. Invece al secondo piano di Palazzo Reale sono
custoditi sei stipi giapponesi in lacca, databili alla fine del
Seicento, arrivati a Torino grazie alla frenesia che prese un po'
tutte le Corti europee tra il XVII e XVIII secolo, per avere oggetti orientali. La restauratrice Linda Lucarelli mostra un
magnifico esempio di queste lacche giapponesi, in stile pittorico,
con decorazioni dorate su fondo nero. La tecnica di realizzazione era
davvero complessa e lunga, con l'applicazione di vari strati di
lacca, ognuno dei quali levigato con polveri diverse, fino
all'effetto finale. In questo video di 5 minuti, Linda Lucarelli
spiega in modo molto chiaro tutte le tecniche e ditemi se poi, una
volta visto il video, non avete voglia di andare a scoprire questi
meravigliosi stipi non appena Palazzo Reale riaprirà.
Marina
Feroggio, che ha diretto il cantiere dei restauri della Cappella della Sindone,
accompagna in una delle sue camere di luce, ovvero quegli spazi
costruiti ai lati della Cappella vera e propria con una duplice
funzione. Una, spiega l'architetta Feroggio, era strutturale, per
nascondere archi e contrafforti necessari per la stabilità della
struttura, alla vista dei visitatori, e per consentire un tamburo d'impostazione della cupola che potesse renderla più alta di quella del Duomo, come
richiesto dai Savoia. L'altra funzione riguarda la luce e il suo uso
scenografico: all'interno della Cappella, infatti, grazie
all'esistenza di queste camere la luce arrivava in modo indiretto e
illuminava morbidamente i marmi e le altre decorazioni. La prossima
volta che si entrerà nella Cappella, tutti gli sguardi a cercare le
camere di luce (e speriamo che ci siano poi visite tematiche, per
scoprire queste meraviglie d'architettura che rimangono nascoste allo
sguardo e che contribuiscono, però, all'effetto finale).
Per i Musei torinesi, un grande sforzo comunicativo,
per mantenere il rapporto con i visitatori, ma anche una bella
occasione di divulgare il proprio patrimonio che speriamo non venga
poi perduta, terminata la quarantena.
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