La
Reggia di Venaria Reale è una delle residenze sabaude del
loisir,
del piacere dei sovrani, utilizzata per il tempo libero e, in
particolare, per la caccia. Qui i grandi architetti di Corte che si
succedettero diedero libera prova del loro talento e del gusto
raffinato del Seicento e del Settecento. Non solo i fascinosissimi
spazi del complesso, recuperati dal grandioso restauro di inizio
secolo (pensate alla Galleria Grande, alla chiesa di Sant'Uberto,
alle Citroniere o alle Scuderie Juvarriane!), ma anche i magnifici
giardini, ricostruiti in parte secondo i disegni dell'epoca e in
parte ripercorrendo idealmente la storia della Reggia.
Tra i
complessi più belli dei giardini, c'era la seicentesca Fontana dell'Ercole,
ideata e realizzata da Amedeo di Castellamonte ai piedi del Giardino
Alto, quasi a raccordarlo con il Giardino basso. Grandi nicchie e
grotte, coperti di mosaici di conchiglie, coralli e cristalli,
"nascondevano" il dislivello tra i giardini, e reggevano le
due morbide scale curvilinee che scendevano simmetricamente verso i
giardini. Al centro di questa struttura, una grande vasca, in cui
l'acqua arrivava da diverse fontane, con gli immaginabili effetti
estetici e sonori. Il fulcro di tutti gli sguardi erano una grande
statua di Ercole, scolpita da Bernardo Falconi (nelle nicchie altri
complessi scultorei rappresentavano le fatiche del semidio).
La Fontana di Ercole ebbe vita molto breve: il gusto del
Settecento era piuttosto diverso e i nuovi architetti di Corte, da
Filippo Juvarra a Michelangelo Garove, avevano altre idee circa lo
sviluppo dei giardini. Così il complesso fu mano a mano spogliato e
privato delle sue decorazioni, riutilizzate altrove, fino alla sua
totale demolizione, intorno al 1751.
Quello che rimane della Fontana di Ercole verso la Reggia di Venaria (sin) e guardando verso il Giardino e l'Allea (des).
Foto scattate nel 2017 e nel 2019
Con i grandi lavori di
restauro di inizio secolo, la Fontana di Ercole è tornata alla luce.
Grazie al sostegno della Consulta di Torino, insieme a Fondazione
Compagnia di San Paolo, Intesa Sanpaolo, Società Reale Mutua di
Assicurazioni, Iren, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, AVTA-
Associazione Venariese Tutela Ambiente-Amici della Reggia di Venaria,
il progetto di recupero, firmato dall'architetto Gianfranco Gritella, permetterà di ricostruire, in parte, il fascino di questo complesso
perduto. Era un "luogo di piacere dove si svolgevano spettacoli
arricchiti da giochi d'acqua, musiche e intrattenimenti", spiega il comunicato stampa, e sarà idealmente riproposto grazie alle nuove tecnologie. Uno dei
passaggi più importanti del restauro è stato la ricollocazione della
statua di Ercole nel suo luogo originario, centro e fulcro della sua
fontana. Realizzata nel 1670 in marmo di Frabosa, la statua è stata
a lungo conservata nei depositi di Palazzo Madama, per essere poi
ceduta dalla Fondazione Torino Musei in comodato d'uso alla Reggia di
Venaria Reale ed essere esposta dal 2015 nei Giardini Alti.
Lo
spostamento dai Giardini Alti alla sua collocazione originaria è
stato realizzato qualche giorno fa, grazie a un complesso lavoro di
imbracatura e trasferimento tramite gru. Adesso Ercole è tornato nel
luogo per il quale è stato scolpito, mentre tutt'intorno continuano
i lavori per il recupero della sua Fontana, un vero Teatro d'Acque
tutto da riscoprire, per avere un'idea di quello che dovevano essere
le feste, i piaceri e le meraviglie del Barocco. I lavori di restauro
sono stati interrotti per due mesi a causa del coronavirus, sono
stati ripresi non appena è terminata la quarantena e procedono
regolarmente. Tutto lascia pensare che l'inaugurazione della Fontana
di Ercole e del suo Teatro d'Acque avverrà il prossimo anno, entro
l'estate 2021. Imperdibile già da adesso.
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