Verso
la fine dell'estate, questa foto al web su una stazione di Porta Nuova presa
d'assalto, che racconta una Torino di qualche decennio fa, pronta
alle vacanze. È cambiata tanto, Torino, in così poco tempo. Per
qualche decennio, alla fine del Novecento, la capitale dei Savoia è
stata la città delle grandi fabbriche, capace di attrarre milioni di
persone da tutta Italia, che qui hanno portato le loro famiglie,
hanno educato i loro figli, hanno costruito casa e valori. Tante
volte mi sono trovata a pensare che l'Italia è nata davvero un
secolo dopo la sua unificazione, nella stessa città del Nord che ha
dato il via al Risorgimento: qui si sono uniti il sangue del Sud, del
Nord Est (i veneti, dopo l'alluvione del Polesine!) e delle Isole e
si sono mescolati a quello piemontese (quanti sono oggi a Torino, i
torinesi con otto cognomi piemontesi?).
Una Torino che viveva al
ritmo delle grandi industrie, soprattutto la FIAT, perché negarlo, e
che al loro funzionamento aveva abdicato le sue ambizioni e vocazioni.
Sono cresciuta in quegli anni, in una famiglia monoreddito, come lo
erano quasi tutte quelle di allora, dagli anni Settanta in poi, che ha fatto i
sacrifici necessari per comprare una casa, garantire un'educazione
anche universitaria ai figli e offrire loro le vacanze estive al
mare, in una piccola casa di proprietà, comprata con ulteriori
sacrifici. E in questa foto, chissà quanti papà che corrono al mare
per vedere la famiglia durante il weekend (e durante la settimana, quante code davanti alle cabine telefoniche, al mare, per chiamare mariti e papà rimasti in città e per raccontarsi come si stava!). E chissà quanti, con le
valigie sono pronti per raggiungere i genitori rimasti nei paesini
del Sud, per trascorrere le vacanze con loro. I treni presi
d'assalto, la maggioranza assoluta degli uomini tra i passeggeri, la
folla. Siamo cambiati tanto davvero.
Oggi sono praticamente scomparse le
famiglie monoreddito, sono i nonni, più che le mamme, a trascorrere
le vacanze al mare con i bambini di casa. Se non ci sono case di
proprietà ereditate proprio dai nonni, si tende a non affittare un
mese in Riviera, visti i costi spesso proibitivi anche delle spiagge,
e si preferiscono le mete estere, Spagna e Grecia in primis. Le
automobili, più dei treni (che sono sempre meno e ci impiegano
sempre più tempo, tra l'altro), sono il mezzo di trasporto preferito
per le toccate e fughe in Liguria o per raggiungere le famiglie nel
Meridione (che sono sempre di meno, per ovvie ragioni anagrafiche). È cambiata persino la stazione di riferimento, non solo e non sempre Porta Nuova, ma sempre più spesso anche Porta Susa, su cui passano i treni che corrono da Nord a Sud della Regione, spesso senza più passare per Porta Nuova. È
cambiato tanto in così pochi decenni, chissà quanto cambierà
ancora e non basterà una vita.
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