Il primo appuntamento
sarà l'anteprima del 27 novembre, alle ore 18.30,
Myth
and reality in the Jewish Culture - Coscienza
storica e mito nell'identità
del popolo ebraico, una riflessione dello scrittore israeliano
Abraham B. Yehoshua sull'importanza dei
miti nella costruzione dell'identità religiosa, politica e
nazionale; introduce alla lezione, Elena Loewenthal, direttrice del
Circolo dei Lettori.
Poi, da sabato 28
novembre, sarà tempo di Ulisse, Achille ed Ettore, di Iliade e Odissea,
di Amore e Guerra, nell'Olimpo e tra i mortali, con un occhio speciale al rapporto dell'antichità delle pandemie e al primo degli immigrati clandestini del Mediterraneo, Enea in fuga da Troia in fiamme. Gli appuntamenti sono
tanti e appassionanti e, da ragazza che ha dimenticato l'aoristo
tempo fa, ma ricorda sempre la lezione di Antigone sulle leggi che ci
sono state prima degli dei e continueranno dopo di loro, sto cercando
di districarmi, perché i temi che mi piacciono e non voglio perdere
sono tanti. Qui vi lascio una mia piccola guida, per gli appuntamenti
giorno per giorno c'è
il calendario sul sito del Festival del Classico.
Uno degli eventi che non intendo perdere è
La notte
degli eroi, il 28 novembre dalle ore 22.30. Condotto da Neri Marcorè, è
costituito da diversi segmenti, tutti imperdibili, dagli eroi dei
canti epici alle donne che li aspettavano, dal responsabile della
bellezza del mondo, l'Imperatore Adriano, descritto da Marguerite
Yourcenar, al destino di Enea, clandestino in fuga dalla guerra,
fondatore di un nuovo impero. La Notte più appassionante
dell'autunno. Ecco i diversi segmenti:
Forza passioni e lacrime degli
eroi, con Matteo Nucci (Abituati a contrapporre Ettore e Achille, i
due eroi che si sfidarono sotto le mura di Troia, dimentichiamo la
parola degli antichi. Sono Odisseo e Achille i due poli opposti, gli
eroi che rappresentano, con le loro azioni, due paradigmi di umanità
agli antipodi. Ma in che senso? Due intelligenze, certo. E
soprattutto due stili di vita. Due modi di spendere la più grande
ricchezza a disposizione dei mortali: il tempo);
Ogni essere che ha
vissuto l'avventura umana sono io, con Chiara Valerio (Memorie
di Adriano, per come lo conosciamo oggi è un doppio romanzo. Il
primo, evidente, dichiarato, è la vita dell’imperatore Adriano
raccontata da lui medesimo, il secondo implicito, ctonio pure, è la
storia di Marguerite Yourcenar scrittrice, l’opera al nero di
Yourcenar che dopo essersi dissolta, si ricrea tanto da dire "Ecco
che cos’è questo romanzo, non solo l’ho scritto, ma te lo
spiego");
Le donne e la guerra, la guerra delle donne, con
Melania Mazzucco (Non solo fanciulle rapite
e madri caritatevoli, i testi antichi sono ricchi di donne che le
guerre non le fanno scoppiare ma le combattono e, spesso, le vincono.
A volte le perdono, tante volte le subiscono, alcune imbracciano armi
e coraggio e si buttano nella battaglia. Ci sono le Amazzoni, c’è
la dea Athena, e Lisistrata, che combatte con le parole. Ma anche
Andromaca, sposa di Ettore fedele e affettuosa, e ovviamente Elena di
Troia. E oggi? Che ruolo hanno le donne nelle guerre? Anche adesso ci
sono sia vedove tristi che capi di Stato, sia orfane
che ufficiali sul campo. Pure in questo caso, i classici raccontano
storie eterne);
La lezione di Enea, con Andrea Marcolongo, (Se in
tempo di pace e di prosperità chiediamo a Omero di insegnarci la
vita, a ogni rivolgimento della Storia dovremmo deporre Iliade
e Odissea e riprendere
in mano l'Eneide. Il canto di Enea,
infatti, è destinato al momento in cui si sperimenta l’urgenza di
raccapezzarsi in un dopo che stordisce per quanto è diverso dal
prima in cui si è sempre vissuto. Perché Enea è
l'eroe che vaga nel mondo portandosi sulle spalle anziani e bambini,
è colui che viaggia su una nave senza nocchiero alla ricerca di un
nuovo inizio, di una terra promessa in cui ricominciare. È l'uomo
sconfitto, colui che non ha più niente tranne la capacità di
resistere e di sperare. Un personaggio quanto mai attuale);
Odisseo,
uomo moderno contro le avversità, con Roberto Vecchioni (Odisseo è
"colui che è odiato", che è preso in giro dal destino. Ma
il destino lui lo affronta, lo sfida, perché non ha paura di nulla,
si butta a capofitto contro qualsiasi avversità. Incarna pienamente
lo spirito dell'Illuminismo, secondo cui l'uomo è più
forte di ogni cosa. Spartiacque tra una cultura di favole mitiche e
la conquista dell'
anthropos, è
comunque pieno di dubbi e paure, ma questo - tratto tipicamente
umano, del resto - non gli impedisce di andare a sbattere contro ciò
che non conosce. E di vincere sempre. Perché non ha timore di
inventare la vita).
Tra le altre lezioni da non perdere del
Festival del Classico, il 29 novembre 2020, alle ore 10,
Storia della
guerra e storia della pace: la lezione tucididea - Dall'Iliade
all'imperialismo bellico moderno, con
Luciano Canfora, filologo classico e storico, presidente onorario
Festival del Classico. Il 1° dicembre alle ore 18,
Pacique imponere
morem: Enea lo straniero "Da genti diverse hai fatto un’unica
patria", con il grecista Giulio Guidorizzi, perché già
l'introduzione del comunicato stampa è un invito alla riflessione
sull'attualità: "I Romani scelsero come loro eroe fondatore uno
straniero. Enea fugge dalle rovine di una città in fiamme portando
con sé un vecchio e un bambino; ci sono emigranti che partono
mettendosi in tasca un pugno della loro terra natale: Enea partì
portandosi dietro i Penati, che rappresentano la memoria della sua
gente. Non sa dove andrà, ma sa che da qualche parte c’è una
terra che lo aspetta. Così i suoi discendenti fondarono Roma. Mille
anni dopo Romolo, un altro straniero, che nel frattempo era diventato
imperatore, celebrò le feste per il millennio della città: si
chiamava Filippo l'Arabo ed era nato in Mesopotamia. Il senso
storico della civiltà romana lo esprime un poeta della tarda
antichità, Rutilio Namaziano: "da genti diverse hai fatto
un'unica patria".
Potrebbe, anzi dovrebbe, essere il motto
dell'Europa". Sempre il 1° dicembre, ma alle ore 21, un
conflitto eterno, sulle due rive del Mar Egeo, ancora attuale, anche
in questi giorni:
Aspettando i barbari. Scontri di civiltà tra
Oriente e Occidente - Dalle guerre persiane in poi, con lo storico
Gennaro Carillo, la giornalista Francesca Mannocchi e la docente di
Diritto Romano Laura Pepe (Le guerre persiane: primo scontro di
civiltà tra Oriente e Occidente e nascita dell'entità
europea per contrasto con il mondo altro, barbaro, della grande
regalità persiana. Dallo scontro tragico delineato da Eschilo nella
tragedia
I persiani tra Greci e Barbari, tra ordine e caos, tra
limite e
hybris agli scontri di civiltà
che si rinnovano nel nostro tempo con il ritorno di una nuova guerra
fredda che ripropone le tesi di Hungtington nel nuovo dis/ordine
mondiale).
Segnalo poi due appuntamenti che aprono uno squarcio
sull'universo femminile, in un mondo totalmente misogino come era
quello greco (più di quello romano). Il 3 dicembre alle ore 21, le
letture di Chiara Francini, su testi scelti dalla grecista Olimpia
Imperio, dal titolo
La guerra non ha un volto di donna – Soffrire
invano per una nuvola (Una breve selezione dal testo di Svetlana
Alecsjevic, premio Nobel per la letteratura del 2015, precede la
lettura di passi dalle tragedie di Euripide, Elena, Ecuba, le Troiane. Protagoniste delle ultime due sono le donne troiane, simbolo
dei vinti della storia, testimoni di un eccidio etnico e culturale,
colpite pesantemente dalla guerra e dalle sue conseguenze. Ecuba
rappresenta il dolore assoluto, senza catarsi, e denuncia nella sua
disperata solitudine l'insensatezza della guerra in ogni sua forma,
principio disgregante dell'universo. Nelle Troiane prevale una
dimensione corale, ma la denuncia della guerra non è meno forte.
L’antimilitarismo traspare anche nella rivisitazione del mito di
Elena: la guerra di Troia è stata un inutile spargimento di sangue,
perché la vera Elena non era in quel luogo. Quando il servo viene a
saperlo, dice a Menelao: "Vuoi dire che abbiamo sofferto invano
per una nuvola?". In questa domanda è racchiuso uno dei significati
più autentici dell'opera: spesso gli obiettivi che si vogliono
raggiungere tramite la guerra sono solo pie illusioni; proprio come
era un'illusione Elena, che sembrava una donna e invece era solo "un
vuoto miraggio").
E, soprattutto, l'appuntamento dedicato ad Athena, la dea nata adulta dalla testa di
Zeus, che "sfodera l'esercizio del pensiero e, da sola, decide
e agisce. Dea amata e temuta, protagonista assoluta della mitologia
greca, è una delle prime rappresentazioni del femminismo
occidentale" spiega il comunicato stampa (e nella sua
solitudine, come quella di Artemide, altra dea abituata a pensare da sola
e a rifiutare l'amore per mantenere la propria indipendenza e
libertà, testimonia quanto il mondo classico temesse, in fondo, la
libertà delle donne).
Greek to me. L'universo
mitologico femminile - Dalla glaucopide Athena in poi è il titolo
dell'evento, con Mary Norris
del
New Yorker. Il 4 dicembre alle ore 21, è l'ultimo evento del
Festival del Classico. Sia permesso dirlo: geniale che il Festival, dopo aver tanto parlato di eroi e guerre, chiuda con un
evento dedicato alla più sfuggente e più astuta delle dee, omaggio
finale alla donna e alla sua sapienza (erano misogini, i greci, ma
avevano intuito che il sapere non può prescindere da una mente
femminile).
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