Svetta da piazza Castello nel cielo di Torino, con il suo stile
razionalista, ancora oggi chiamata grattacielo e ancora oggi, a quasi
80 anni dalla sua costruzione, amata e odiata allo stesso modo. Per
qualche tempo intorno alla Torre Littoria sono fioriti progetti poi
non realizzati (ricordate il bar agli ultimi piani e l'ascensore
panoramico esterno?), poi sono arrivati questi due progetti appena terminati, una riqualificazione dei suoi spazi esterni firmata dallo Studio
Pomero, di cui parlerò presto, e una ristrutturazione di alcuni appartamenti curata dallo studio di Benedetto Camerana.
Foto di Fabio Oggero Realizzato per
Reale Immobili, il restyling ha dotato gli appartamenti di servizi e
atmosfere contemporanee, in contrasto con le magnifiche viste sulla
città e sul suo paesaggio circostante. "Abitare tra le
scenografie barocche del Theatrum Sabaudiae" suggerisce il
comunicato stampa, sottolineando il legame di quest'edificio di 19
piani, "il primo in Italia a essere costruito con struttura
portante metallica elettrosaldata", con il suo intorno di origine
e ispirazione seicentesca.
Foto di Marco Schiavone
La riprogettazione voluta da Reale
Immobili, società del gruppo Reale Group, trasforma gli appartamenti
dei piani 7-8 e 10-11 in duplex con un piano notte costituito da tre
camere, di cui quella padronale con bagno proprio, palestra e sauna,
e con un piano giorno dotato di balconi da cui si ammira il panorama
cittadino, dalla sottostante piazza Castello fino allo skyline
barocco e giù, via verso le Alpi e il Sud. "Gli interni sono
collegati da scale elicoidali in acciaio e rovere progettate con la
ditta Fontanot. Ai piani 14, 15 e 18 gli appartamenti sono dotati di
vista panoramica e bolla cucina vetrata. Alla sommità della torre,
tra il piano 19 e il nuovo piano 20, ricavato nell'ex locale impianti
e nell'area esterna, si sviluppa un duplex dotato di terrazzo con
vista spettacolare, sul quale si affacciano una camera con bagno e una
mini cucina apribile e accessibile anche dall'esterno" racconta
il comunicato stampa. Tutti gli appartamenti sono dotati di impianti
all'avanguardia per garantire l'isolamento acustico e termico, con
"un progetto illuminotecnico con led multicolor programmabili".
Foto di Marco Schiavone Gli arredi sono stati studiati su misura, "per ottimizzare e
valorizzare gli spazi dei diversi ambienti, coinvolgendo artigiani
del territorio e affermate aziende italiane, tra cui Cogno, Garofoli,
Graniti Fiandre, Irinox, Mcd, Miserere, Rostagno e la torinese Ilti
Luce, con cui è stata sviluppata una lampada da tavolo sospesa con
calandratura a doppia curvatura a partire dal modello Lexus. Le
cucine sono dotate di cantinetta integrata e abbattitore domestico e
sono collegate alla zona giorno tramite pareti trasparenti
scorrevoli, per garantirne la massima apertura o la chiusura
funzionale".
Protagonista del progetto è il
rapporto continuo con l'esterno, in particolare con l'intorno
barocco: la Torre Littoria svetta su Palazzo Madama e su Palazzo
Reale, sentinella dell'intera piazza Castello, da sempre la piazza
del potere torinese (lo è ancora oggi, grazie alla presenza della
Prefettura e della sede della Giunta Regionale), e guarda allo
skyline barocco delle cupole guariniane e delle diverse espansioni
della città, fino alla collina. Il paesaggio urbano è portato
all'interno "attraverso l'utilizzo di superfici vetrate e
riflettenti, moltiplicate dall'eliminazione delle pareti interne e
l'apertura di una grande zona giorno open space", ma non solo.
"Gli equilibrati interni sono animati da un gioco di riflessioni
sulle superfici interne vetrate, lucide o specchianti, che
moltiplicano e sovrappongono le vedute degli edifici simbolo di
Torino generando una sorta di caleidoscopio barocco. Un gioco che ha
il suo apice scenico nella bolla vetrata della cucina, volume
cilindroide che si ispira alle installazioni riflettenti di Dan
Graham. La cucina è un epicentro funzionale e scenografico intorno
al quale ruota la zona giorno, un vero e proprio allestimento per lo
showcooking e la teatralizzazione del rapporto tra chi invita e gli
ospiti, anche grazie a pareti trasparenti scorrevoli che ne
garantiscono la massima apertura o la chiusura funzionale". Si
può dire che siamo in interni in cui torna la
meraviglia, che ha
regolato l'architettura torinese e i rapporti esterno-interno per
secoli?
Foto di Fabio Oggero (sin) e di Marco Schiavone (des) Il progetto ha una valenza decisamente
personale e in qualche modo intima per Camerana: da anni vive in uno
degli appartamenti della Torre, di cui è appassionato cultore da
anni. E questo ha ispirato buona parte del suo lavoro di
riprogettazione degli spazi: "Il progetto dei nuovi appartamenti
rielabora i temi che avevano già ispirato la ristrutturazione del
piano 13 della torre che nel 2003 ho trasformato nella mia
abitazione, un luogo di elaborazione e di esposizione dei miei
progetti per la città. Tra le suggestioni alla base del progetto ci
sono molte mie memorie personali, come il primo volo in aereo, a New
York, con l'atterraggio su Torino proprio passando sopra piazza
Castello, le modernità del Jumbo jet, con la scala elicoidale
interna e le superfici in poliestere, e le sinuosità di Saarinen
all'arrivo al terminal TWA, ma soprattutto le impronte progettuali
del passato e le visioni del Theatrum Sabaudiae, un progetto di
marketing urbano ante litteram voluto da Carlo Emanuele II di
Savoia nel 1682 e stampato ad Amsterdam per presentare alle Corti
Europee la città di Torino in 145 vedute a volo d'uccello"
sottolinea nel comunicato.
E mi piace come il Theatrum Sabaudiae
sia presente nell'immaginario e nell'idea di Torino, ben oltre 300 anni dopo
dalla sua elaborazione.
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