Una bella sorpresa attende il pubblico,
quando i Musei Reali apriranno finalmente le loro porte (la zona
rossa continuerà fino a dopo Pasqua, speriamo Torino possa entrare
subito dopo in zona gialla, per vedere di nuovo aperti i suoi luoghi
di cultura). Nella Rotonda dell'Armeria Reale, ci sarà la carrozza
di Vittorio Emanuele II, in arrivo in prestito dalle Collezioni
Presidenziali del Quirinale: l'annuncio, oggi, per celebrare i 160
anni dall'Unità d'Italia. La carrozza rimarrà a Torino per tre
anni, collocata a pochi metri dalla loggia da cui il padre di
Vittorio Emanuele, re Carlo Alberto, annunciò il 4 marzo 1848
(questo marzo fatale, nella storia del Risorgimento!) la
promulgazione dello Statuto, che avrebbe reso il Regno di Sardegna
faro di libertà per i liberali e i patrioti dell'Italia e
dell'Europa.
Denominata Mylord, la carrozza,
racconta il comunicato stampa dei Musei Reali, "era uno dei
mezzi di trasporto preferiti da Vittorio Emanuele II per le sue
uscite private a Roma. È un modello aperto e basso, privo di
portiere, a quattro ruote e a due sedili con cassetta di guida per il
cocchiere, realizzata dalla ditta romana dei fratelli Casalini. Oggi
la carrozza fa parte del nucleo più antico e prezioso della
Collezione Presidenziale". Secondo una nota manoscritta trovata
nell'inventario, questa fu l'ultima carrozza usata dal re prima della sua morte.
In Armeria Reale, oltre a questo
prezioso manufatto legato al primo re d'Italia, anche il nuovo
allestimento
Le armi del re, "una selezione di 21 oggetti di
notevole pregio e importanza storica, recentemente restaurati, che
facevano parte delle ricche raccolte personali di Vittorio Emanuele
II. Oltre alle armi, la collezione comprende bandiere, uniformi,
onorificenze e altri oggetti strettamente personali: alcuni si
collegano al ruolo pubblico del sovrano, come i doni diplomatici o le
armi che ricordano le battaglie del Risorgimento, altri sono da
mettere in relazione con gli interessi personali di Vittorio Emanuele
II, primo fra tutti la caccia, documentata da una spettacolare
collezione di fucili e coltelli."
Ci sono anche due armature giapponesi,
donate al sovrano dall'imperatore Meiji nel 1869 e nel 1871, a pochi
anni di distanza dalla firma del trattato di amicizia e commercio che
apriva le relazioni diplomatiche tra il Regno d’Italia e l'Impero
giapponese.
Storie e reperti preziosi, ci aspettano
alla riapertura dei Musei Reali, speriamo presto.
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