Il Piemonte come una Food Valley e
Torino come sua capitale. L'idea è del Comitato Promotore
Torino-Piemonte World Food Capital, che intende trasformare le
eccellenze enogastronomiche della regione in una risorsa da cui
ripartire e con cui guardare a un futuro sostenibile. I numeri
sembrano essere dalla parte del progetto: 50.600 aziende agricole
coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico; quasi 4.390
imprese, pari al 7% del totale nazionale, operano su questo
territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e
ristoranti, per un totale di 242.000 addetti; 55 istituti
professionali e alberghieri, 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5
master, capaci di produrre più di 5.500 pubblicazioni scientifiche
internazionali. Senza dimenticare che in Piemonte è nato Slow Food,
il più importante movimento internazionale per la tutela dei
prodotti della terra e della buona tavola, che i paesaggi
vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato sono stati i primi a
essere riconosciuti Patrimonio Mondiale dell'Umanità, che sempre in
Piemonte sono stati fondati il Salone del Gusto e la prima Università
di Scienze Gastronomiche.
Insomma, le basi per realizzare in
Piemonte e a Torino un progetto innovativo intorno al cibo ci sono.
Ma come fare? Guidato dal presidente Federico Francesco Ferrero, e con la campionessa di sci Marta Bassino come prima Ambasciatrice, il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food
Capital intende "coinvolgere gli abitanti delle otto province
piemontesi per dare voce ai singoli territori, creando un dialogo che
tocchi tutti gli ambiti in cui opera il food – dal design alla
nutraceutica, dall'innovazione nel packaging alla creazione di
percorsi museali dedicati, dallo studio di un'agricoltura più
sostenibile ai più importanti congressi mondiali
sull'enogastronomia, dalla ricerca scientifica alla ristorazione" spiega il comunicato stampa.
L'obiettivo è creare una Fondazione "che possa mettere il food
al servizio dello sviluppo economico e sociale del territorio
piemontese. Questo consentirà, infatti, di porsi obiettivi
specifici, come creare nuove opportunità di investimento per le
aziende, sostenere l'imprenditoria giovanile in campo agricolo e
alimentare, attraendo talenti da altre parti di Italia e dall'estero,
garantire la salvaguardia della biodiversità agricola e delle
eccellenze artigianali alimentari". Tra gli obiettivi del
progetto, anche l'attenzione alla ricerca e la protezione
dell'ambiente, per " ridurre il consumo di risorse e promuovere
pratiche di produzione e consumo più consapevoli secondo
gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle
Nazioni Unite".
Un progetto a tutto tondo intorno al cibo e
alle sue filiere, che ha bisogno di grandi risorse, anche
finanziarie. Per questo il Comitato Promotore ha attivato una
petizione su change.org per chiedere alle istituzioni locali e
nazionali che almeno il 10% dei fondi europei assegnati al Piemonte
attraverso Next Generation UE, siano destinati a finanziarlo.
Tutte
le info, per saperne di più, su
https://www.ilfuturoeilfood.it
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