Il titolo energico,
Bastarde di
Francia, annuncia una storia romanzesca, nella Francia dei
moschettieri. Nel 1630, i destini di Madeleine Pidoux, giovane nipote
del Cardinale Richelieu, che i giochi di potere vorrebbero trasformare
in favorita del duca Vittorio Amedeo I di Savoia, e di Cécile de La Baume, che
paga con la prigionia un atto di disobbedienza della sua famiglia al
sovrano, si stanno per incrociare. E attraverso loro e le loro
ribellioni, la Francia di Luigi e del Cardinale, dei moschettieri
immortalati da Alexandre Dumas, appare per la prima volta da un punto
di vista femminile. Il libro, in uscita il 25 maggio 2021 (primo
suggerimento per l'estate imminente!), è il romanzo d'esordio della
torinese Alessandra Giovanile (blogger di
Ricette di cultura) e della milanese Virna Mejetta. È Alessandra a
raccontare questa nuova avventura.
Alessandra Giovanile (sin), la copertina di Bastarde di Francia, suo romanzo d'esordio con Virna Mejetta (des)
- Una a Torino e l'altra in
giro per il mondo. Come vi siete conosciute?
In un sito di
fanfiction sui
Tre moschettieri, una serie della BBC. Stavamo
entrambe scrivendo una storia ambientata in quel contesto e abbiamo
iniziato a leggerci e a parlare dei nostri racconti, poi abbiamo
iniziato a sentirci anche al di fuori ed è nata l'idea di unire le
due storie. Stesso periodo storico, stesso contesto, entrambe con
donne protagoniste, ci siamo dette perché non farle incontrare? E
poi, ma perché non raccontare la storia dall'inizio? Il mio
racconto, incentrato su Madeleine, aveva possibili sviluppi in
Savoia, perché volevo raccontare della Torino dell'epoca, il
racconto di Virna, con Cécile come protagonista, era molto legato
alla Francia, anche se Cécile è di madre italiana, una Orsini,
lontana parente di Maria de' Medici. Di lì è partito tutto.
-
Lavorare a un romanzo a quattro mani, come si dividono i ruoli?
Non
c'è stata una divisione vera e propria, ma uno scambio continuo di
informazioni e opinioni. Ovviamente Madeleine l'ho diretta di più io
e Virna ha diretto di più Cécile, ma ci sono tutta una serie di
personaggi comuni che abbiamo costruito insieme, sentendoci
tantissimo. Abbiamo avuto entrambe una visione molto cinematografica
della storia, questo ha facilitato anche gli scambi che abbiamo
avuto. Se abbiamo immaginato eventuali attrici per le protagoniste?
No, onestamente, mi sono resa conto che con le tue creature diventi
molto perfezionista e diventa difficile immaginare chi possa
interpretarle.
- Piacere e difficoltà di un romanzo storico
scritto in due
Il piacere è la costruzione del mondo in cui si
muovono i personaggi. All'inizio era solo un'ispirazione data dalla
serie che abbiamo visto e da altre cose viste o lette di quell'epoca,
poi, mano a mano, ci sono stati gli approfondimenti, io mi sono
appassionata alla Parigi dell'epoca, attraverso le mappe, con cui
verificavo che tutto fosse plausibile. La cosa bella era leggere le
parti scritte da Virna e vedere quel mondo immaginato raccontato da
un'altra persona, c'era come la percezione che fosse vero. La
difficoltà è stata la distanza geografica: Virna ha vissuto molto
all'estero per il lavoro del marito ingegnere di grandi opere; mentre
scrivevamo era in Colombia. Potevamo vederci solo nei suoi ritorni in
Europa e non poterci confrontare di persona, non poter fare insieme
gli schemi dei personaggi secondari, per stabilire le loro linee
narrative, è stata la cosa più difficile.
Virna Mejetta (sin) e Alessandra Giovanile (des)
- Qual è la cosa che
ti ha divertito scrivere e quale passaggio, se c'è stato, ti ha
tolto il sonno, per trovare la soluzione adeguata?
Mi ha divertito
raccontare i giochi di potere parigini, la malizia, più che la
cattiveria, in certi dialoghi dalle battute sottili, i giochi di
parole. Il cardinale Richelieu e Luigi XIII sono le due figure
politiche più importanti e ovviamente ho sentito più vicino il
cardinale proprio per questo. Virna invece era più vicina a re Luigi
XIII e secondo me, essendo lei molto appassionata di gialli, lei si è
divertita di più quando assassinavamo qualcuno. Non direi ci siano
stati passaggi che ci abbiano tolto sonno. Il dubbio che abbiamo
avuto riguarda Vittorio Amedeo I, che nel nostro romanzo è un
principe già sposato con Cristina di Francia e che, capriccioso e
potente, si invaghisce di Madeleine e la vuole a tutti i costi,
usando il proprio potere. In realtà il Duca era un uomo molto mite,
si dice che quando ha sposato Cristina abbia congedato le sue amanti,
amava passeggiare e la solitudine; ma noi volevamo un personaggio
molto più forte e determinato: la nostra storia si intreccia con un
momento storico, quello dell'imminente firma del Trattato di
Cherasco, dopo la guerra tra Francia e Spagna con la Savoia in mezzo,
e volevamo un personaggio che smuovesse le acque. Abbiamo deciso di
adattare Vittorio Amedeo alle nostre esigenze e di renderlo
romanzesco, così gli abbiamo dato elementi di irruenza presi da suo
padre, Carlo Emanuele I.
- Madeleine e Cécile hanno qualcosa di
voi? Cosa apprezzi di loro?
Cécile è Virna, lo hanno detto
persone che la conoscono bene e hanno letto il libro. È ovviamente
un mondo molto diverso dal nostro, le donne avevano altri valori e
stili di vita, non ci sono caratteristiche in cui riconoscersi. Forse
avrei voluto avere le capacità di Madeleine di muoversi nei salotti,
di saper conversare, rispondere e interagire con persone molto
diverse; a 17 anni, la sua età, io ero timidissima e mi facevo i
discorsi a posteriori. Di mio lei ha probabilmente la gestualità,
amo, come lei, tormentare le stoffe, e la golosità. Cécile è una
guerriera nell'approccio con le persone, testarda, a differenza di
Madeleine che cerca di mediare, Cécile è più ariete di
sfondamento, Virna teneva molto a questo aspetto, come una proiezione
ideale di se stessa.
- Dopo il romanzo d'esordio, avete altri
progetti insieme?
Progetti e idee tantissimi! Abbiamo praticamente
pronta la seconda parte di
Bastarde di Francia; le due linee
narrative possono infatti riprendere facilmente e abbiamo pronti i
futuri sviluppi. Ma ci piacerebbe raccontare altre storie, in altre
epoche; per esempio, abbiamo in mente qualcosa nella Barcellona tra
fine Ottocento e inizio Novecento. Chissà!
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