A 200 anni dalla sua morte, caduti ieri, 5 maggio 2021, la Reggia di Venaria Reale ricorda Napoleone Bonaparte con l'esposizione della sua carrozza, appartenente alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, nelle Scuderie Juvarriane (dove si trovano già il Bucintoro veneziano e le carrozze più fascinose di Casa Savoia).
Il
prezioso cimelio è stato restaurato dai Laboratori del Centro Conservazione e
Restauro La Venaria Reale, sotto l'alta sorveglianza della
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città
Metropolitana di Torino; per la prima volta è stato anche oggetto di
uno studio scientifico. Si sono potute scoprire così diverse
stratificazioni degli stemmi sulle portiere, sul fronte e sul retro.
"Lo stemma imperiale napoleonico, che già ad una prima analisi
risultava ridipinto, denunciava disomogeneità e stratificazioni che
lasciavano supporre strati sottostanti" spiega il comunicato
stampa "Grazie all'ausilio di riflettografie all'infrarosso,
comunemente utilizzate per lo studio dei dipinti, potenziate per una
lettura più in profondità (IR3 a 2700 nanometri), si è potuto
andare oltre il visibile senza bisogno di rimuovere la superficie
ridipinta. Al di sotto dell'arma imperiale non originale, è emerso
in modo nitido lo stemma di Maria Luigia d'Austria, duchessa di Parma
dal 1814 al 1847, quindi successivo alla caduta dell'impero
napoleonico".
E gli studi lasciano intravedere l'avventurosa
storia italiana del cimelio. Una storia che inizia con
un mistero: quando l'Imperatore dei Francesi ha portato questa
carrozza in terre cisalpine? Non è chiaro, anche perché diverse
sono le versioni che la riguardano. Realizzata a Parigi all'inizio dell'Ottocento da Jean-Ernest-Auguste Getting, carrozziere di Bonaparte, secondo alcuni
sarebbe stata utilizzata nella rievocazione della battaglia di
Marengo e nel corteo per l'incoronazione di Napoleone re d'Italia,
per altri invece sarebbe stata realizzata per il matrimonio
dell'imperatore con Maria Luigia d'Austria, celebrato a Parigi il
1° e il 2 aprile 1810 (e in questo caso come sarebbe arrivata in
Italia?). Fatto sta che dopo il 1815, dopo il Congresso di Vienna,
insomma, la carrozza era già nelle mani di Maria Luigia, che la usò,
senza i simboli napoleonici, nella Parma ducale. Poi è stata esposta per circa un secolo al Museo di Marengo, per finire, dopo diversi passaggi di proprietà, alla Fondazione Ordine Mauriziano e alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, dove tornerà tra un paio di anni.
L'esposizione
della carrozza alla Reggia di Venaria Reale, dopo il restauro e prima
del ritorno alla Palazzina di Stupinigi, è come un cerchio che si
chiude. La Reggia fu infatti visitata dall'Imperatore il 26 aprile
1805, per questo l'omaggio e la decisione di rendere la carrozza
"perno di attività culturali che si svilupperanno nell'Anno
del Bicentenario napoleonico 1821–2021, da maggio 2021 a maggio
2022 e oltre. La prima di tali attività è una piccola esposizione
che presenta, con la Carrozza, opere e oggetti legati alla presenza
di Napoleone in Piemonte, richiamando idealmente la sala napoleonica
del percorso di visita permanente della Reggia".
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