Mariella Mengozzi, nata a Forlì, 58 anni, laureata in Giurisprudenza,
direttrice del Museo Nazionale dell'Automobile "Avv. Gianni Agnelli"
Sono arrivati a Torino per scelte sentimentali, familiari, professionali o magari perché un giorno ci sono passati, se ne sono innamorati e hanno fatto di tutto per non andare via. Il loro sguardo racconta aspetti della città che chi è nato e vissuto qui non vede, magari per abitudine, e offre muovi stimoli e nuovi suggerimenti (vedrete, mano a mano, diversi fili conduttori, nelle loro parole). Sono i TorineSÌ per scelta, quelli che hanno lasciato le loro zone comfort per aprire una nuova pagina di vita in città.
E grazie a tutti loro per il tempo, lo sguardo, le idee sulla Torino che vedono e quella che potrebbe essere.
- Quando e perché ha scelto Torino? La prima immagine e la prima impressione della città, all'arrivo
Questa è la seconda volta che scelgo Torino.
La mia esperienza professionale è iniziata proprio qui, nel 1989,
al Gruppo Finanziario Tessile. Rispondendo a un annuncio di giornale, da giovane appena laureata a Bologna, sono stata convocata da GFT a Torino; per me, era un sogno. Quindi presi il treno, arrivai a Porta Nuova e mi avviai per via Roma. Che dire? Arrivata in piazza
Castello, ero già conquistata dalla città! L'ho trovata subito
meravigliosa, era una città molto diversa, ovviamente, stiamo
parlando di trent'anni fa, prima delle Olimpiadi, ma mi ha
affascinato da subito.
Quando poi ho dovuto
decidere se tornare o meno a Torino èer irigere il Museo dell'Auto, ci sono tornata molto
volentieri. Dopo trent'anni, ho trovato Torino più aperta, più
verde, più accogliente, tanti bar con i dehors, è una città che ha
più voglia di stare fuori. Ci sono certi posti, in cui mi ricorda Bologna per la presenza dei giovani e la voglia di stare fuori. Ed è
una città in cui si mangia molto bene! Mi dicono spesso, quando
torno a casa, in Emilia, "ah, adesso vai a mangiare bene!"
Ma come? Ho mangiato bene per tutta la settimana anche a Torino!
Anche i miei mi raggiungono volentieri a Torino: i treni hanno
reso la città più vicina e a volte invece di tornare a Modena per
il fine settimana, sono loro che vengono a Torino, se ne sono
innamorati
- Una cosa che non avrebbe mai detto di Torino e che
l'ha piacevolmente sorpresa, vivendoci; e invece la conferma,
positiva o negativa, di un'idea che aveva già della città
Una
cosa che mi ha sorpreso, e sorprende spesso anche chi mi viene a trovare, è che il percepito è sempre la città industriale,
quindi ci si aspetta una città che non abbia un particolare appeal.
Invece no, sorprende sempre quanto sia bella. Non so più quante
persone ho incontrato che mi hanno detto "Non pensavo che fosse
così bella!" E la bellezza è una grande opportunità per la
città, dovrebbe comunicare e farsi conoscere per le sue meraviglie,
che sono tante, dal paesaggio all'architettura, dai locali ai musei,
ha cose bellissime, deve valorizzarsi di più.
La conferma di
un'idea non saprei, perché non ho mai avuto un'idea preconcetta di
Torino...
- Una cosa che non avrebbe mai detto di Torino e che l'ha piacevolmente sorpresa, vivendoci; e invece la conferma, positiva o negativa, di un'idea che aveva già della città
Io sono di Castrocaro Terme, che è una città più piccola
e probabilmente mi piacerebbe questa dimensione più piccola; anche
se, a dir la verità, abito in un quartiere, la Crocetta, che ha le
dimensioni di un borgo, ci sono le botteghe, il calzolaio, il
macellaio, il ferramenta, non sembra di essere in una grande città.
L'Emilia è geograficamente più centrale, si passa per andare
ovunque in Italia, a Torino si deve venire, è più periferica,
questo lo noto sempre.
Cosa dovrebbe avere Castrocaro di Torino? Il
paesaggio! La collina, le Alpi, il fiume, queste cose meravigliose
che noi non abbiamo; in Romagna il paesaggio è meno movimentato, c'è
la pianura, è un paesaggio meno "drammatico".
- Il posto in cui
ha iniziato a capire Torino, da consigliare anche a chi visita la
città
Le OGR. Un posto così non c'è neanche a New York,
è un posto vero, autentico, ha tutto. Ci sono cibo, tecnologia,
storia. Dico sempre: "Andate alle OGR". Mi emoziona tutte
le volte.
- Tre cose da cui Torino può ripartire dopo la crisi di
questi anni e dopo la pandemia
Torino ha tante qualità ed eccellenze su cui rilanciarsi; una cosa importante è che ha anche molta più capacità di integrazione rispetto a trent'anni fa.
Deve puntare sui giovani e sulla tecnologia, che metto insieme perché sono fortemente collegati. Nell'area delle tecnologie, Torino ha vere e proprie
eccellenze e potrebbe essere un punto di riferimento di grande importanza in Italia e anche in Europa, con il vantaggio di essere, a
differenza di altre città universitarie, pensiamo a Cambridge?, anche bellissima. Se riuscisse a
posizionarsi in questo settore e ad attirare i giovani, e ha tutte le
potenzialità per farlo, pensiamo a quartieri come San Salvario pieni
di vitalità ed energie, con un costo di vita accettabile, potrebbe
rilanciare il proprio futuro, in una prospettiva non solo italiana,
ma europea.
L'altro punto centrale per il rilanco è la mobilità. Deve essere innovativa sulla possibilità di muoversi facilmente in
città; mancano migliori connessioni
all'aeroporto, alla stazione. Ci vogliono più linee metropolitane, più
trasporto pubblico: uno sguardo più attento alle necessità della mobilità urbana è un ulteriore elemento nella capacità di attrarre giovani e futuro.
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