Al Museo Fico è l'ultimo weekend per
visitare le mostre in corso e vi consiglio vivamente di farlo. Sono
passata nelle sale di via Cigna 114 senza aspettative particolari e ne
sono uscita con un wow, che mostre! In particolare mi ha colpito la
mostra fotografica dedicata a Massimo Vitali e intitolata
Costellazioni umane: gigantografie che fermano momenti di vita
italiana, quasi sempre collettivi, si tratti delle spiagge,
frequentatissime, o dei concerti, altrettanto affollati. Fotografie
colorate, che sono una sferzata di vita, che parlano di divertimento
e di assembramenti, quando l'associazione delle due parole non era
pericolosa e quando assembramenti non faceva ancora parte del nostro
linguaggio quotidiano. Tra le foto inedite, quelle dell'ultimo
concerto di Jovanotti, nel 2019, anche se da torinese mi hanno
colpito soprattutto quelle dal Parco Dora, durante il Kappa Future
Festival.
Al piano superiore,
Reinas, una mostra tutta al
femminile, per raccontare la ricerca artistica in Sardegna. Mi piace
il pannello informativo che introduce all'esposizione: "Nel
Sulcis Iglesiente, nella parte sud occidentale della Sardegna, a
Villamassargia, esiste un orto secolare di ulivi innestati dagli
abitanti tra il 1300 e il 1600 chiamato "S'Ortu Mannu", l'orto
grande. All'interno del parco di oltre tredici ettari, dimorano
più di settecento ulivi secolari affidati alle cure delle famiglie
del paese; tra di essi campeggia uno degli ulivi più antichi
d’Europa chiamato "Sa Reina": La Regina. Con oltre 16 metri di
circonferenza del tronco, le sue chiome verdissime, i rami nodosi, "Sa Reina" sfida il tempo, le stagioni, la storia. Madre,
guardiana coraggiosa, difende il territorio e quel poco che resta
dell'antico sconfinato dominio.
La Sardegna è spesso un racconto
al femminile, che affonda le sue radici nella Preistoria per
giungere, con un bagaglio inestimabile di saperi antichi, alle soglie
del nostro tempo. Prima dee, poi regine, poi artiste il viaggio
prosegue, cambiano le armi ma il principio di resilienza resta
immutato, quasi fosse geneticamente trasmesso, anche quando, l'occhio
attento, mette a fuoco oltre il mare il mondo con la sua
contemporaneità". La ricerca artistica di Maria Lai, Zaza
Calzia, Rosanna Rossi e Lalla Lussu è raccontata attraverso i loro
lavori e i loro colori e attraverso brevi video in cui raccontano la
propria esperienza. Saranno le mie origini sarde, ma ho trovato
emozionante aggirarmi tra le loro opere e le loro ricostruzioni: è
così difficile trovare mostre dedicate esclusivamente ad artiste,
che è stato fascinosissimo scoprire cosa ha appassionato ognuna di loro nell'arte.
A completare le proposte del Museo, una piccola
personale dedicata al serbo Nebojša Despotoviċ, i cui quadri
inquietanti seguono le foto di Vitali, in un contrasto un po'
choccante, ma affascinante, e di John Torreano, poliedrico artista
statunitense che chiude il percorso di visita con le sue colonne,
caratterizzate da punti colorati (il "light motive della colonna
è frutto dell'evocazione cosmogonica dello spazio. La colonna e gli
obelischi come simboli fallici ancestrali sono da sempre
considerati come oggetti che segnano la vicinanza dell'uomo al cosmo,
la loro verticalità ricongiunge la terra al cielo e di conseguenza
l'uomo a dio" spiega il pannello informativo).
Le mostre
sono al Museo Fico, in via Cigna 114, fino al 20 giugno 2021.
L'orario di apertura è venerdì ore 14-19, sabato e domenica ore
11-19. I biglietti costano 15 euro, rdotto 14 euro (6-12 anni e over
65), 9 euro per gruppi di almeno 6 persone, gratuito per under 6,
possessori tessere Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Pieonte
Card, Torino + Piemonte Contemporary Art, MACT/CACT Arte
Contemporanea Ticino.
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