Ho letto
La casa dei cuori sospesi di
Clara Caroli (La Corte Editore) poche settimane fa, al mare, e me ne sono innamorata. Si svolge a Torino ed è la
principale ragione per cui mi ha incuriosito, poi mi ha
intrigato la trama, che racconta una storia corale, ricca di incastri
e di sorprese, con al centro Romina e Stella, amiche che gestiscono
insieme la libreria
Non è una pizza (e la nascita di questa libreria
ha lati esilaranti, oltre a essere una dichiarazione d'amore ai
libri) e sono coinquiline in una casa sulla collina di Moncalieri, che fa venire voglia di viverci per qualche tempo. Tutt'intorno a
loro, storie, personaggi, anche animali, che mano a mano si
incastrano come in un puzzle divertente e leggero, che si legge d'un fiato sotto l'ombrellone e mantiene alta la curiosità fino
alla fine, con momenti di comicità, di riflessione e di sorpresa. Essendomi
innamorata della storia, della città che racconta e dello stile, è
stato inevitabile contattare Clara Caroli, a lungo giornalista de
la Repubblica e adesso impegnata nella
stesura del secondo romanzo, per parlarne con lei.
- Un
romanzo corale, con tanti personaggi di età e generazioni diverse,
cosa ti ha dato l'idea?
È nato tutto strada facendo, nel senso che la trama
di base viene da lontano, ma nel tempo si è strutturata e
arricchita fino a prendere questa forma. La casa di Moncalieri, per
esempio, nell'idea originaria non c'era, ma ho vissuto lì dodici anni
e nel tempo ho avuto una forte ispirazione che l'ha fatta diventare
l'elemento centrale di alcune storie del romanzo. La mia modalità creativa ha
tempi molto lunghi, parto con un'idea, la scrivo magari in sei mesi e
poi tre anni per rifinirla. Dopo tanti anni di scrittura frenetica
per i quotidiani mi godo il piacere di lavorare con lentezza,
concedendo alle idee il tempo di formarsi, come fossero le mele sugli
alberi o le zucchine nell'orto.
- Sono tutti personaggi in cerca
d'autore, mentre lo leggevo li definivo così, tutti in cerca di
qualcosa che definisca le loro vite, quasi sempre l'amore, sia
per un essere umano o per un animale. Pensi che sia sempre l'amore
quello che ci risolve la vita?
Sono personaggi alla ricerca di qualcosa, è vero.
Il titolo,
La casa dei cuori sospesi, dà proprio l'idea dell'attesa
di qualcosa che arriverà, se poi è l'amore, tanto meglio. Sono in
attesa di amore, di amicizia, nella casa in cui si intrecciano tante
vicende, c'è anche molta solidarietà.
- Una delle cose
che mi ha colpito è l'importanza degli animali, che in certi
passaggi sono chiave per lo sviluppo delle situazioni tra gli umani.
Che importanza hanno nella tua vita e perché hai voluto che fossero
motori di tante azioni del libro?
Occupano uno spazio
importantissimo nella mia vita; è vero che sono il motore di tante
situazioni nel romanzo, ma penso che lo siano spesso anche nella
vita. Li considero come prese di corrente emotiva e mi servivano per
dare calore, per dare una corrente emotiva in più alle storie. Tra i
personaggi del libro, c'è un veterinario, una figura che amo e che
mi ha sempre affascinato perché ho sempre avuto animali e ho avuto
bisogno di loro; mi colpisce che si dedichino così tanto a queste
creature indifese e volevo che ci fosse uno spazio in cui
raccontarlo.
- Racconti le vicende di tutti i personaggi, anche i più eccessivi, con affettuosa ironia e con una certa indulgenza, perché questa scelta di leggerezza?
La leggerezza è una cosa importante
per me e l'ironia è stata un po' il mio registro anche quando
scrivevo gli articoli per il giornale; sento il bisogno di
sdrammatizzare, non riuscirei a scrivere un romanzo d'amore canonico, mi
verrebbe da ridere al descrivere una scena d'amore. I personaggi sono in attesa, in sospeso, precari e
scombinati, un po' come tutti noi. E come tutti noi non chiedono di
essere giudicati ma compresi. Per questo li ho trattati come avrei
trattato una persona alla quale voglio bene, non con severità ma con
affettuosa ironia
- Un'altra cosa che mi ha colpito, e che
non si può anticipare più di tanto, è che non hai avuto paura di
soluzioni improbabili, nel senso che hai riservato qualche sorpresa nei legami tra i personggi. Credi nell'audacia dell'amore e delle
circostanze?
Guarda, tante situazioni sono venute da sole. A un certo punto i personaggi agiscono da soli ed è lì che non sai da
dove arriva l'ispirazione. Come tu dicevi, sono personaggi in cerca
d'autore, in questo la cosa è un po' pirandelliana, perché a un
certo punto loro iniziano ad agire, a fare delle cose e tu li segui.
Ma, a parte la loro autonomia, ci sono state affinità che ho visto e
che mi sono piaciute. Alcune vicende mi sono servite per analizzare
quanto si è disposti a fare per amicizia, cosa che mi è molto
interessata, e non dico di più per non togliere la sorpresa a chi
leggerà il romanzo.
- Difficlmente si pensa a Torino e
dintorni come sfondo di un romanzo. È difficile raccontarli?
Il cuore non
poteva che essere la casa di Moncalieri, ci sono dei posti che ti
fanno pensare che una storia lì ci starebbe proprio bene, per
l'energia che emanano. Poi ho scelto due posti della
movida di
Torino, il Quadrilatero e San Salvario; l'Hotel NH, che avevo
visitato all'inaugurazione, ha una suite che mi aveva colpito perché
magica, con vista sul Duomo e le Porte Palatine, non potevo non ambientare lì alcune scene importanti del romanzo. Amo quella zona di Torino, torno spesso, come amo e frequento San Salvario, un quartiere pieno di umanità, di studenti, di immigrati, lì ci sono Carol e Mimì, due personaggi che mi sono divertita molto a creare e che non potevano che vivere lì. Torino non è difficile: la amo, è la mia
città, la conosco benissimo e ne conosco anche diversi dietro le quinte, alcuni mi è piaciuto ambientarli nel Castello di Rivoli, perché essendomi occupata a lungo di cultura, conosco bene certe dinamiche e ho dato molto di me a Clotilde, che nel Museo si muove. Mi sono divertita.
-
La casa dei cuori sospesi ha tre anni, se ci ripensi, cosa ti fa
venire in mente, quali sensazioni ti ha lasciato?
Mi ha lasciato
un bel rapporto con i lettori, mi piace sapere cosa è piaciuto, come
hanno interpretato le storie raccontate e i personaggi; per me è
sempre bello sapere delle loro emozioni. Se parliamo dei personaggi,
avevo pensato di riprenderli, ma poi ho preferito evitare. È da
tempo che li ho lasciati andare.
- Stai scrivendo un nuovo
libro, puoi anticipare qualcosa?Sì, sto scrivendo il mio secondo romanzo, ma, come si sarà capito,
scrivo con i miei tempi, quindi non so quando sarà pronto. Non
vorrei anticipare la storia, posso dire solo che sarà di nuovo corale,
anche se con meno personaggi, avrà a che vedere con le mie
esperienze professionali degli ultimi anni e si svolgerà di nuovo a
Torino, ma non solo. Do alle idee il tempo di formarsi e vedremo come diventerà.
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