I Giardini Reali sono stati recentemente riaperti al
pubblico e a Torino è stato subito uno degli eventi culturali dell'anno. È
la prima volta, da quando è iniziata la riorganizzazione di Palazzo
Reale, Armeria Reale, Galleria Sabauda e Museo d'Antichità in una
sola realtà museale, che ne sapesse leggere le identità specifiche
all'interno di un unico complesso, ovvero i Musei Reali, che i
Giardini possono essere visitati nella loro completezza. Si tratta
del lato dei Giardini da viale dei Partigiani verso ovest, verso la
Manica Nuova, che ospita oggi la Galleria Sabauda (il "peccato
originale" che impedisce una visita a tutto il complesso e di
leggere l'
unicum che è stato è proprio la costruzione di viale dei
Partigiani, che taglia in due i Giardini, ma pazienza, la
stratificazione storica è anche questo).
Già aperti al pubblico
il Giardino Ducale, che fu voluto dal duca Emanuele Filiberto, e il
Boschetto, in questi giorni è tornato visitabile anche il Giardino
di Levante, che fu realizzato per volere di Carlo Emanuele II. Nel
suo centro, fulcro di tutti gli assi visuali, la Fontana delle Nereidi
e dei Tritoni, realizzata da Simone Martinez, nipote di Filippo
Juvarra, secondo il sontuoso gusto del Settecento: una ninfa
circondata di tritoni e creature acquatiche si eleva al centro della
fontana, catturando tutti gli sguardi.
Dai Giardini di Levante,
attraverso il Boschetto, si arriva alle mura di cinta, che definiscono
i Giardini Reali alti, rispetto a quelli bassi; qui due padiglioni
settecenteschi, il Bastione Verde e il Bastione di San Maurizio,
raccontano anche come le mura siano state un elemento vivo della
città, che si è sempre adeguato ai nuovi modi di fare la guerra, di
assediare e di difendere le città. Il restauro ha liberato le mura
di tutta la vegetazione invasiva e permette adesso di leggere la
tessitura e i diversi strati che si sono aggiunti nel tempo. La passeggiata è bella e gradevole, anche nel caldo torrido di luglio: tutto è stato studiato perché i Giardini siano considerati dai torinesi e dai turisti un luogo di sosta e di incontro, per ammirare la bellezza, per godersi il fresco d'estate e il sole d'inverno. L'ombra, così apprezzata in questa stagione, è ovunque, persino intorno alla Fontana delle Nereidi e dei Tritoni; viene facile pensare alle nuove aree verdi come il Parco Dora o il Parco Mennea, private della maestosità di piante così alte, all'ombra delle quali leggere un libro, guardarsi intorno, farsi una chiacchierata con gli amici.
Ma uno degli elementi d'attrazione di
quest'apertura, oltre alla magnifica Fontana delle Nereidi e dei
Tritoni, è la rampa elicoidale che dal Giardino Ducale portava ai
Giardini bassi; veniva utilizzata per il trasporto dei vasi di agrumi
fino alle Serre Reali, sistemate in corso Regina Margherita, e adesso
è un emozionante monumento che racconta la vita quotidiana alla
corte dei Savoia, aprendo spazi mai visitati prima.
Gli
interventi di restauro prevedono anche una nuova illuminazione, che
nelle sere d'estate vede la fontana barocca sfondo di nuovi eventi.
Per Torino non solo il recupero di uno degli spazi più preziosi che
ricordano il suo ruolo di capitale, ma anche un nuovo polo per eventi
culturali di grande fascino.
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