Ho scoperto questo progetto di R3architetti su Instagram, qualche mese fa e mi è piaciuto subito, per l'inserimento di questo lungo volume in policarbonato, in sale chiaramente antiche. Seguo con interesse il giovane studio torinese da quando l'ho scoperto, grazie a Open House Torino 2017; su Rotta su Torino ho già presentato diversi progetti, vedi
il loro primo studio, a San Salvario, e la
trasformazione di un negozio in loft, in Cit Turin. E non potevo non parlare di questo fascinosissimo nuovo intervento.
Siamo nel piano nobile del
settecentesco Palazzo Ricardi di Nieto, nel Quadrilatero Romano, dove
nel corso dei secoli le proprietà sono state frammentate e gli spazi
hanno subito profonde trasformazioni. L'architetto Gian Nicola Ricci
racconta che appena entrati "ci siamo resi conto dell'antica
aulicità, comprensibile dalle volte affrescate nelle
sale poste in sequenza in facciata". A colpire l'immaginazione
degli architetti, però, è stata la sala centrale, allora divisa in
diversi ambienti, chiusa da controsoffitti e con un corridoio, verso
il fondo, che cercava di fare ordine, districandosi tra tanti
interventi. Liberata da pareti, controsoffitti e aggiunte varie, la
sala si è rivelata di ampie proporzioni, molto luminosa e con una
splendida volta alta 5 metri. Come non valorizzare una simile
meraviglia?
Alle scoperte della ristrutturazione bisogna
aggiungere le richieste dei proprietari, un'artista con figlio e
compagno. In assenza di un corridoio che distribuisse gli spazi , la
famiglia voleva una sorta di filtro per la camera padronale,
affacciata sulla sala centrale, e un isolamento possibile per lo
studio, posto tra l'atrio d'ingresso e il soggiorno, con cui è in comunicazione. Così
R3architetti ha studiato l'elemento caratterizzante della
ristrutturazione, un lungo volume in policarbonato, che accompagna lo
sguardo sin dall'ingresso: "Appena entrati, la vista prospettica
lo percorre tutto e invita a entrare nella parte più profonda della
casa" spiega l'architetto Ricci "nell'atrio è un
rivestimento retroilluminato della parete, quindi copre la piccola
nicchia con ingresso dallo studio, accennando la trasformazione in
volume. Si ferma all'altezza del grande arco, che mette in
comunicazione la sala centrale con il soggiorno. e riprende come un
volume vero e proprio, da cui si accede alla camera da letto, al
bagno, che riceve luce indiretta dal lucernario orizzontale, e alla
cabina armadio". Visto dall'ingresso questo volume fa un po' le
veci del corridoio mancante: indica la direzione, stabilisce il ritmo
con i suoi pieni e i suoi vuoti, distribuisce gli spazi, ora facendo
da filtro, come per la camera da letto, ora garantendo fluidità di
movimenti, come tra il soggiorno e la sala centrale.
È stato
realizzato in gasbeton dipinto di bianco perché, spiega ancora
Ricci, è un materiale "più facile da lavorare e da tagliare,
si può rasare direttamente, è fonoisolante ed è più leggero,
molto comodo in ristrutturazioni in palazzi antichi"; a
separarlo dal policarbonato, un'intercapedine d'aria sul cui profilo
superiore corre l'illuminazione a led, per un suggestivo effetto
lanterna. Durante la giornata, al cambiare la luce, cambia anche il
colore del volume, rivela Ricci. È una vera architettura
nell'architettura ed è un tema che a
R3architetti piace molto: ricordo di aver visto un loro intervento in
un palazzo storico di San Salvario, durante Open House 2019, in cui
la cucina e il bagno di un piccolo appartamento ottocentesco dagli
alti soffitti erano ospitati in un volume dichiaratamente
contemporaneo. Una scelta che Ricci spiega così: "Sono elementi
che danno ordine, contengono spazi di servizio, stabiliscono
gerarchie tra zona giorno e zona notte, contribuiscono a definire
l'intervento contemporaneo rispetto all'esistente".
Il volume
caratterizzante non avrebbe lo stesso fascino se non si trovasse in
questo spazio centrale, trasformato nella sala da pranzo della famiglia
e nel vero fulcro della casa: qui si affacciano non solo la camera da
letto e il soggiorno, ma anche la cucina, sistemata sotto il
mezzanino, e il corridoio, che porta verso la lavanderia e il piccolo
appartamento del figlio, una camera da letto
dotata di bagno e uno studio sul mezzanino. Intorno al
tavolo della sala da pranzo la famiglia trascorre buona parte del
tempo in casa; si trova sotto una volta magnifica, che gli architetti
hanno messo in sicurezza, ma lasciato con tutti i segni del tempo,
quasi in contrasto con il volume contemporaneo; a sottolinearla anche
una cornice gialla, anch'essa originaria. Il
pavimento di legno è nuovo, preferito al microcemento pensato in un
primo momento, "perché le gettate in questi contesti storici
possono creare problemi e perché dà molto più calore in una sala
così grande". Sono questi contrasti tra passato e presente, le
diverse idee dell'abitare che convivono a rendere fascinosissimo il
progetto.
Ma una delle cose che mi hanno più colpito è che in
questo appartamento non si raccontano solo l'architettura del
Settecento e quella contemporanea, ma anche la storia di una famiglia
che ha voluto portare i mobili delle sue case precedenti, nella nuova
pagina di vita. Tre storie che si intrecciano e regalano atmosfere di
grande bellezza. Nella sala da pranzo i tavoli, le credenze, i
lampadari, sono tutti del passato familiare (le credenze sono state
"sbiancate" per essere in armonia con la nuova palette di
colori); nello studio,
buen retiro del padrone di casa, che ama
suonare il pianoforte, di nuovo c'è solo la libreria, disegnata su
misura da R3Architetti, mentre in alto, lungo tutta la parete, corre
uno specchio, che riflette la bella volta affrescata ed è un po'
"memoria" di quella mancante, adesso in un'altra proprietà.
La proprietaria dell'appartamento è un'artista, ma ha voluto esporre
le proprie opere solo nel corridoio che porta verso la lavanderia,
facendone una piccola galleria d'arte intima e personale.
Le foto sono di Marco Popescu.
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