Il periodo di lockdown come un momento
di creatività e riflessione, per guardarci dentro e per scoprire
come guardiamo il mondo e come lo abbiamo guardato in quei giorni. Il nuovo progetto di Valeria Eva Rossi, architetta toscana trapiantata a
Torino (qui vi ho raccontato di
Pietraquadra, la sua linea di bijoux realizzati con il marmo della sua terra), si intitola
Eyes - Sguardi su Torino, usa fotografia e geometria e si ispira ai pensieri dei giorni dell'isolamento. Le sue "foto-grafiche", veri e propri oggetti di design da appendere alle pareti, per dare forte personalità agli spazi, "ritraggono luoghi reali, diventati contemporaneamente onirici, attraverso una visione
deformata dal disegno geometrico" spiega Valeria Eva Rossi "L'opera è composta da due piani -
reale (la fotografia) e irreale (il disegno) - che non si toccano, ma
che sono parte uno dell'altro. L'insieme della composizione restituisce un'immagine
visionaria, eppure radicata nella realtà, con molte valenze
simboliche".

Il tempo e la vista sono gli elementi, insieme
a Torino, dei grandi quadri del progetto. "Il distanziamento
sociale ha imposto rigide regole che ci allontanano fisicamente e
psicologicamente dall'altro. Credo che, più di tutti, il senso che
attiene al periodo sia la vista. Se tutti i nostri sensi sono
attenuati, la vista è il senso potenziato. Guardiamo, scrutiamo un
mondo che prima non conoscevamo e lo osserviamo, per lo più, dalle
nostre case o attraverso il web. Comunque attraverso una lente, un
filtro, fisico o virtuale".
Durante il lockdown, dunque, i
nostri occhi, sia attraverso le finestre che attraverso gli schermi
dei computer e delle tv sono stati protagonisti della nostra vita
degli ultimi anni. Riflettendo su questo e sulle immagini che ha
scattato a Torino, Valeria Eva ha preparato una serie di opere di
diverso formato, che immortalano luoghi riconoscibili della città,
da piazza San Carlo al Lingotto e li riflettono perché, spiega
ancora Rossi, "l'occhio è lo specchio che riflette la realtà,
in un gioco tra esterno e interno che ne sfuma i confini. L'iride
riflette una realtà oggettiva, ma trasfigurata e, in parte,
offuscata da una pupilla poco umana, più simile a un obiettivo
fotografico, che sembra voler inghiottire lo sguardo, portandolo in
un luogo sconosciuto. L'iride vede il fuori e la pupilla il dentro,
nel tentativo di stabilire un ponte, non un confine, tra realtà
esterna e interna".
Dalle immagini realizzate da Valeria Eva Rossi, che ipotizzano ambientazioni virtuali per le sue creazioni e che illustrano anche quest'articolo, si può vedere come le fotografie si integrino armoniosamente sia in residenze private che in spazi pubblici, adatte ai diversi tipi di arredamento e di luce. Sono state stampate in alta qualità, "
su pannelli dibond con supporti posteriori per appenderli" dice la designer. Per avere ulteriori informazioni potete contattarla sui social,
su Instagram e
su Facebook.
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