Piazza Castello è come la Torino di qualche slogan fa: non sta
mai ferma. Non solo Palazzo Madama al suo centro, prima collegata da
una galleria al Palazzo Reale e adesso isolata, singolare gioiello
che sintetizza due millenni di storia. Non solo i luoghi del potere,
mano a mano ampliati verso Oriente, seguendo le ambizioni della
dinastia regnante. Soprattutto, non solo l'architettura uniforme che
è stata un po' l'ossessione della città barocca e che nasconde
dietro le sue facciate due gioielli come il Teatro Regio e la chiesa
di San Lorenzo. Piazza Castello è molto di più. Esprime un'idea di
capitale e di aulicità, grazie alla sua uniformità e,
incredibilmente, alle trasformazioni del Novecento. In particolare
alla ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Guardando le
cartoline degli anni precedenti al conflitto, piazza Castello appare
non solo con facciate e colori trascurati, ma anche con edifici di
diverse altezze e privi di quell'uniformità a cui siamo abituati.
C'erano anche tendoni alle finestre e chiassosi elementi di richiamo
delle attività commerciali oggi inimmaginabili (siamo diventati più rigidi sull'idea di bellezza delle nostre piazze?). Aveva atmosfere più
paesane che da antica capitale, soprattutto all'ingresso di via
Garibaldi, da sempre uno dei più importanti assi commerciali
torinesi (è pur sempre l'erede del decumano di Augusta
Taurinorum!).
Quando, dopo le devastazioni della Seconda Guerra
Mondiale si ricostruì la piazza, si uniformarono le altezze e gli
stili, così di restituire alla città una piazza monumentale, cuore e
snodo dei principali percorsi del centro: via Garibaldi, via Pietro
Micca, via Roma, via Accademia delle Scienze, via Po, via Verdi.
Arrivare oggi in piazza Castello da via Pietro Micca o da via Po è
un wow, per il suo grande respiro, l'aulicità delle sue facciate,
l'eleganza dei suoi portici e il movimento di persone. Quest'ultimo
si deve all'ultima grande trasformazione, realizzata per le
Olimpiadi, ovvero l'ampia isola pedonale tra Palazzo Madama,
Palazzo Reale e via Garibaldi, che l'ha resa luogo di sosta e di
bellezza. Ma è un'altra storia.
Le foto d'epoca da Torino Sparita, su skyscrapers.com; le foto contemporanee, da Street View di Google.
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